1 – PICOZZI E RAMPONI – STASERA A “LE IENE” NUOVE RIVELAZIONI SULLA STRAGE DI ERBA: ROSA BAZZI, REA CONFESSA, DAL CARCERE ACCUSA IL CRIMINOLOGO MASSIMO PICOZZI: “MI FACEVA LE DOMANDE E MI SPIEGAVA QUELLO CHE AVEVO DA DIRE. MI DICEVA: ‘QUANDO È IL MOMENTO TI DEVI AGITARE, MUOVI LE BRACCIA COSI’” – IL VIDEO NATO COME STRUMENTO DELLA DIFESA E POI FINITO SENZA PERIZIE PSICHIATRICHE NELLE MANI DELLA PUBBLICA ACCUSA E NEL LIBRO DI PINO CORRIAS – ANTICIPAZIONE
2 – LETTERA DI EDOARDO MONTOLLI A DAGOSPIA
Caro Dago,
edoardo montolli
in concomitanza con la nuova puntata de Le Iene di stasera sulla strage di Erba, Il Giorno riporta la clamorosa notizia che la Corte d’Assise di Como ha bocciato definitivamente le istanze di Olindo Romano e Rosa Bazzi di esaminare i reperti della strage mai analizzati, scrivendo testualmente, che la sentenza è «in applicazione dell’orientamento della Cassazione su ciò che attiene le attività di investigazione difensiva».
le iene e le nuove rivelazioni sulla strage di erba 3
Tutti i quotidiani e i tg, come quasi sempre capita in questa vicenda, si sono buttati a riprendere la news, talmente clamorosa e fresca che Oggi l’ha pubblicata tre settimane fa e Le Iene l’hanno contestualmente mandata in onda all’epoca.
Anche se le cose non stanno esattamente come le raccontano in queste ore: la Corte d’Assise di Como, infatti, è tutt’altro che allineata con la Cassazione, che anzi aveva autorizzato gli esami.
I giudici lariani scrivono però che il parere della Suprema Corte non è «vincolante per questo giudice dell’esecuzione, in quanto pronunciato in diverso procedimento definito dalla Corte d’Appello di Brescia».
strage di erba
A Como, in sostanza, finchè non arriverà un parere delle Sezioni Unite, non vogliono saperne di autorizzare le analisi e quindi chiedono di distruggere anche ciò che in tribunale è stato dimenticato dall’incenerimento illecito della scorsa estate, quando la gran parte del materiale fu bruciato pure di fronte a due espressi divieti dei giudici e in attesa della decisione della Suprema Corte.
strage di erba le iene
A beneficio dei tuoi lettori, ti allego l’articolo di Oggi di tre settimane fa e il documento in oggetto della Corte d’Assise, in modo che ognuno possa farsi un’opinione.
antonino monteleone il caso erba il super testimone
Già che ci siamo, ti allego anche l’opposizione fatta a Como dalla difesa di Olindo e Rosa, che, come riporto domani su Oggi, ha chiesto stavolta un’udienza pubblica, cosicchè il cittadino constati di persona quanto sta accadendo. La difesa rileva nel provvedimento in parte una “nullità assoluta” e in parte “abnormità”, fermo restando che non si capisce perché siano stati confiscati e per la gran parte distrutti oggetti come pc, telefonini, indumenti che erano estranei al reato e che andavano restituiti ai legittimi proprietari o eredi quale che fosse il loro valore. Non a caso, nei processi sulla strage, non fu predisposta alcuna confisca.
edoardo montolli
Questo, giusto per correttezza d’informazione. Non vorrei infatti che la vecchia notizia data da Il Giorno proprio stamane e fatta risaltare in maniera esorbitante da tutti i quotidiani e i tg, distraesse il pubblico dal lavoro d’inchiesta sul caso svolto dalle Iene e che stasera, come hai dato conto, andrà avanti, approfondendo la questione Rosa Bazzi-Massimo Picozzi.
Perché purtroppo è molto facile distrarsi in una vicenda del genere, vuoi con una notizia vecchia, vuoi con un gossip. A proposito di tale argomento, debbo rilevare che nel frattempo si sono perse le tracce delle notizie sul falso amante di Rosa Bazzi, che, giornali e tg a parte, non è mai esistito, se non nel breve frangente temporale di un’altra puntata de Le Iene sulla strage.
Cordialmente,
Edoardo Montolli
3 – STRAGE DI ERBA: ROSA E OLINDO, ASSASSINI PER SEMPRE
Paola Pioppi per www.ilgiorno.it
antonino monteleone il caso erba il super testimone
«La corte d'Assise di Como rigetta le istanze, e dispone che, divenuto definitivo il presente provvedimento, venga data esecuzione alla confisca e alla distruzione dei corpi di reato ancora presenti nell’Ufficio». Poche righe in cui è racchiuso l’epilogo dell’ennesima iniziativa della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, alla ricerca di un qualsiasi appiglio per far riconsiderare l’irrevocabile condanna all’ergastolo per i quattro omicidi di cui si sono resi responsabili l’11 dicembre 2006 in via Diaz a Erba. La sentenza dei giudici di Como, in applicazione dell’orientamento della Cassazione su ciò che attiene le attività di investigazione difensiva, ribadisce infatti che non può essere ammessa una finalità «meramente esplorativa» nella richiesta di rinnovare l’istruttoria, ma che, allo stesso tempo, non possono essere consentite «quelle investigazioni che appaiono all’evidenza superflue o inidonee a determinare modificazioni sostanziali del quadro probatorio».
ROSA E OLINDO
Recependo anche il parere del pubblico ministero Massimo Astori, la Corte d’Assise di Como ha quindi rigettato su tutta la linea le tre istanze depositate tra fine gennaio e inizio marzo, con cui si chiedeva l’autorizzazione a procedere ad accertamenti tecnici non ripetibili su campioni biologici per isolare ipotetici «profili genetici non rilevati durante le indagini espletate nel 2007», tra cui margini ungueali delle vittime, tracce ematiche e un accendino trovato sul pianerottolo. Era stato inoltre richiesto l’accesso ai server in cui sono depositati i file originali delle intercettazioni ambientali. Ma i giudici comaschi hanno sottolineato che in nessuna delle loro istanze, i difensori hanno dedotto «la decisività dell’atto di indagine richiesto, e l’utilità che si mira a conseguire».
STRAGE DI ERBA
Infatti la prima istanza era già stata in parte presentata alla Corte d’Appello di Brescia, che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di incidente probatorio, e nella parte restante è stata ritenuta «del tutto immotivata». Per l’accesso ai server, è stato fatto notare dallo stesso pm che i dati in questione sono nella disponibilità della Procura, e non della compagnia a cui viene delegato il servizio, e comunque «i difensori hanno già dato atto di essere in possesso di copia delle registrazioni». Già il 27 febbraio, le difese avevano potuto visionare a Como alcuni corpi di reato, riservandosi nuove istanze di accertamenti tecnici. «Tra questi – sottolinea il pubblico ministero Astori - il telefonino Motorola, appartenuto pacificamente a Raffaella Castagna, nella cui memoria sono stati rinvenuti messaggi tra lei e il marito, Azouz Marzouk, nonostante quest’ultimo abbia dichiarato non trattarsi del telefono della moglie davanti alla Corte di Appello di Brescia».
VOGLIONO DISTRUGGERE PURE I REPERTI SUPERSTITI
Edoardo Montolli per “Oggi” (di 3 settimane fa”)
le iene e le nuove rivelazioni sulla strage di erba 2
Distruggere tutto quel che resta a Como dei reperti mai analizzati, ossia ciò che è rimasto dei reperti illecitamente eliminati in precedenza della strage di Erba. Così ha sancito la Corte d’Assise di Como, andando contro la decisione della Cassazione che aveva stabilito il contrario nell’autorizzare le analisi della difesa. Il motivo? Il parere della Suprema Corte non è «vincolante
per questo giudice dell’esecuzione, in quanto pronunciato in diverso procedimento definito dalla Corte d’Appello di Brescia».
la famiglia castagna
E così, ancora una volta, come fanno da quasi cinque anni, Olindo Romano e Rosa Bazzi dovranno tornare a Roma per chiedere di consentire ai propri consulenti di studiare gli ultimi oggetti rimasti di un eccidio per il quale sono stati condannati all’ergastolo senza che alcuna loro traccia sia stata trovata sulla scena del crimine e senza che alcuna traccia delle vittime sia stata trovata in casa loro. In particolare un accendino, un telefonino di Raffaella Castagna, una macchia di sangue sul terrazzino di casa Castagna, un’impronta palmare sconosciuta ma confrontabile. E soprattutto i margini ungueali delle vittimeeipeli sulla felpa del piccolo Youssef.
MASSIMO PICOZZI
L’avvocato Fabio Schembri, tra i difensori storici della coppia, dice a Oggi: «Il particolare più importante di questa decisione è che il provvedimento che stabilisce la confisca e la distruzione dei reperti è illegittimo all’origine». Perché? «Perché non solo c’è mai stata alcuna rihiesta di confisca, ma nemmeno era stata stabilita dai giudici di merito dei processi. E neppure poteva essere fatta non trattandosi di corpi di reato. Ovvero, telefonini, il pc e gli oggetti sarebbero do-
tornare nelle mani dei legittimi eredi, anche se di nessun valore. Invece è stata decisa una confisca e una successiva distruzione dal solo giudice dell’esecuzione senza che ci fosse questo passaggio e senza che nessuno la chiedesse. Ma su questo caso è successo di tutto e continuo ad aspetatrmi di tutto. Almeno possiamo constatare che non è stata ordinata la distruzione dei reperti conservati dal Ris e dal laboratorio di Pavia».
TROPPE SPARIZIONI
rosa bazzi
C’è qualcosa di più, però, nel provvedimento. La difesa aveva infatti anche chiesto di accedere al server delle intercettazioni inerenti Olindo e Rosa e il testimone Mario Frigerio, sulla base delle scoperte fatte dal nostro settimanale. Dei coniugi sparirono ad esempio le intercettazioni dal 12 al 16 dicembre 2006, senza però che fosse stilato alcun verbale sul malfunzionamento delle microspie:si tratta di un dettaglio importante, dato che i giudiciscrissero addirittura in sentenza che i due non parlarono nei momenti successivi alla strage dell’11 dicembre. Invece, sem-
plicemente,icarabinieri non avevano allegato le intercettazioni. Cosa contenessero, non si sa. Così come non si sa cosa disse Frigerio al neurologo dell’ospedale Claudio Cetti nel momento in cui doveva rivivere il ricordo dell’aggressione, perché del testimone sono scomparse qualcosa come due settimane di intercettazioni. Il motivo? Ignoto, perché anche qui non fu stilato
OLINDO E ROSA1
alcun verbale su malfunzionamenti in momenti peraltro topici dell’indagine.
E, fatto ancora più inquietante, manca agli atti il colloquio intercettato tra i carabinierieFrigerio la mattina prima che questi riconoscesse Olindo come aggressore davanti ai pmeil giorno do-
ROSA E OLINDO
po aver spiegato invece ai figli di non aver nulla da dire ai magistrati. Cosa gli dissero i carabinieri quella mattina? Mistero. Perché la Corte d’Assise ha vietato anche di accedere al server.
Olindo e Rosa Erba
«Però», conclude Schembri, «ora sappiamo proprio da questo provvedimentoche un server con le intercettazioni dei Romano e di Frigerio c’è ed è tuttora attivo. Lì dentro potrebbe esserci la prova dell’innocenza della coppia».