SALVATORE ROMEO VIRGINIA RAGGI
Edoardo Izzo per “la Stampa”
È stato un colloquio cordiale, del resto lo avevo chiesto io». Anche se appariva evidentemente provata, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha descritto in questi termini ai giornalisti l'incontro di quattro ore con il pm Francesco Dall'Olio.
La tesi di fondo sostenuta da Raggi è stata che la promozione di Salvatore Romeo era assolutamente regolare e non è stata seguita nessuna procedura diversa rispetto a quanto fatto dalla precedente amministrazione targata Ignazio Marino. La sindaca - durante il lungo atto istruttorio - si è soffermata anche sulla nomina di Renato Marra, promosso a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio, sostenendo di «non aver dichiarato nessun falso» in merito all' avanzamento concesso al fratello del suo ex braccio destro Raffaele.
RAGGI ROMEO
Come è noto, invece, secondo i magistrati romani la prima cittadina (difesa dagli avvocati Alessandro Mancori e Emiliano Fasulo) mentì all' anticorruzione del Comune di Roma anche definendo il ruolo di Raffaele Marra (nella nomina del fratello) «di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali».
Ad insospettire il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Dall' Olio è stato anche il fatto che la sindaca assunse informazioni sulle norme relative al cambio di fascia professionale. Non è sostenibile che fosse solo una «curiosità» se proprio in quei giorni doveva esaminare l' autocandidatura di Renato Marra, da graduato prima a comandante in capo della Polizia municipale (fascia 5) e poi, per non creare imbarazzo, a dirigente di un dipartimento del Campidoglio (fascia 3).
MARRA
In quell' occasione, a rispondere ai dubbi della sindaca era stato proprio il fratello di Renato, Raffaele, che le inviò le foto dei riferimenti normativi. E quando la Raggi si informò pure del livello retributivo, la risposta di Marra fu la stessa: è stabilito per legge. Sarà difficile, dunque, per la sindaca, spuntare l' archiviazione anche sul falso.
Per quanto riguarda la nomina a capo della segreteria politica di Salvatore Romeo, atto per il quale la Raggi risponde di abuso d'ufficio in concorso, la situazione sarebbe diversa. Il funzionario comunale è stato portato da «semplice dipendente delle aziende partecipate», con stipendio di 39 mila euro, l'anno a capo della segreteria politica, con una retribuzione di 110 mila euro, poi portati a 93 mila dopo l' intervento di Anac. La nuova nomina - secondo la ricostruzione dei magistrati - avrebbe avuto lo scopo di arrecare «un ingiusto vantaggio patrimoniale a Romeo».
RENATO MARRA E RAGGI mpa.it
La posizione del funzionario era resa ancora più delicata dal fatto che il funzionario aveva intestato alla sindaca tre polizze vita. Ielo e Dall' Olio non avevano inizialmente creduto alla ricostruzione di Romeo (difeso dall' avvocato Riccardo Luponio), ma dopo gli accertamenti patrimoniali è apparso evidente che dietro quelle strane polizze non c' era alcun reato. Se la versione della sindaca sarà ritenuta credibile dalla procura questo filone potrebbe essere archiviato prima ancora di arrivare a processo.