• Dagospia

    SE NON FOSSE COINVOLTO IL PADRE DELLA BOSCHI, RENZI AVREBBE MAI PENSATO A UN ANTICIPO DI INDENNIZZO A UN CIRCOSTANZIATO GRUPPO DI INVESTITORI DELLA VECCHIA BANCA ETRURIA? - E GLI ALTRI 9.900 SOTTOSCRITTORI DI BOND DIVENTATI CARTA STRACCIA? PER LORO C’È SOLO DA ATTENDERE L’ARBITRATO


     
    Guarda la fotogallery

    Valentina Conte e Liana Milella per “la Repubblica”

     

    Un anticipo di indennizzo a chi ha perso tutto o quasi. Da attivare ben prima del varo dei decreti che metteranno in moto l’arbitro Cantone e il fondo di solidarietà da 100 milioni. La soluzione - a cui lavorano in queste ore il ministero dell’Economia e Bankitalia - sembra sparigliare l’iter previsto dalla legge di Stabilità e dunque il percorso certo non breve di eventuale risarcimento dei risparmiatori truffati.

    PADOAN RENZI BOSCHI PADOAN RENZI BOSCHI

     

    Ne beneficerà un circostanziato gruppo di investitori della vecchia Banca Etruria, sciolta dal decreto del 22 novembre, che verrà ristorato almeno in parte e a stretto giro non dal fondo di solidarietà (almeno non subito), né dal governo, ma dalla nuova Banca Etruria, nata dalle ceneri della vecchia e guidata da Andrea Nicastro, in attesa di superare poi l’arbitrato e dunque recuperare l’intera cifra.

     

    Una mossa di certo audace, voluta dal governo per «attenuare la tensione» esplosa soprattutto attorno all’istituto toscano - uno dei quattro salvati a scapito di azionisti e obbligazionisti subordinati - nell’occhio del ciclone delle proteste e delle polemiche politiche, visto il passato ruolo operativo del padre del ministro Boschi.

     

    lorenzo rosi pier luigi boschi lorenzo rosi pier luigi boschi

    Ma anche un chiaro tentativo di arginare il minacciato deflusso di correntisti, sempre più decisi a spostare i soldi altrove, come testimoniato da molti nelle manifestazioni di Roma, Arezzo, Civitavecchia. Un’eventualità dannosissima per una banca ripulita e (ora) solida, in attesa di essere venduta.

     

    La parola d’ordine nelle comunicazioni telefoniche di questi giorni tra il ministro Padoan, il suo capo di gabinetto Garofoli, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il presidente dell’Anac Cantone e il presidente delle new bank Nicastro è dunque «rassicurare » ad ogni costo. Prima che si inneschi una crisi di fiducia, a quel punto irreparabile e con effetto domino dagli esiti incalcolabili.

    CANTONE RENZI CANTONE RENZI

     

    È chiaro però che questo anticipo di denaro di fatto un prestito privato della nuova Banca Etruria che poi si rivarrà sul fondo di solidarietà - dovrà essere armonizzato con le norme che fisseranno i criteri di rimborso e le procedure dell’arbitrato. I decreti - su cui già si lavora al Mef - dovranno dunque tenere conto anche di questo indennizzo ponte. La stesura dei testi non pare semplicissima e il loro varo non immediato. Ecco spiegata l’idea del “calmiere”, da utilizzare per la banca tra le più bersagliate delle quattro.

     

    ROBERTO NICASTRO DIRETTORE GENERALE UNICREDIT ROBERTO NICASTRO DIRETTORE GENERALE UNICREDIT

    «Chi è stato messo potenzialmente sul lastrico da Banca Etruria ha ora la certezza di avere una soddisfazione importante», diceva non a caso Nicastro mercoledì ad Arezzo. Il riferimento è a 683 risparmiatori «molto, molto esposti», che hanno investito meno di 100 mila euro puntando per oltre il 50% del loro patrimonio sulle obbligazioni subordinate, ora azzerate. Per questi è stata già attivata «una task force interna per raccogliere le carte» da portare poi a Cantone, ma «avranno una corsia privilegiata e possono stare tranquilli».

     

    Certo, «anche loro passeranno al vaglio del collegio». Ma a quanto pare, nel frattempo, potranno già rivedere parte dei denari andati in fumo grazie all’anticipo della nuova Banca Etruria. Operazione alla portata dell’istituto sollevato dalle sofferenze, dal momento che nel complesso questi investitori hanno perso “solo” 17 milioni. E soprattutto ben pensata dal governo, nell’ottica di venire incontro subito a quasi il 70% dei più deboli (calcolati in 1.010 tra le quattro banche), quelli cioè che hanno bruciato quasi tutti i risparmi.

    Pier Luigi Boschi Pier Luigi Boschi

     

    E gli altri 9.900 sottoscrittori di bond diventati carta straccia? Per loro c’è solo da attendere l’arbitrato. Da ieri intanto è in vigore il famigerato bail in: in caso di default, rischiano anche i correntisti sopra i 100 mila euro.

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport