Claudia Catalli per “la Stampa” - Estratti
ezio greggio
«Il cinema italiano sta facendo bene nella commedia e nel dramma e deve essere aiutato: lancio un appello al ministro Giuli, la politica deve essere vicina al cinema». Ezio Greggio, 70 anni e 40 di carriera è in tour con il suo one-man-show Una vita sullo schermo, che il 1 aprile farà tappa al Teatro Alfieri di Torino: «Non sarà un pesce d'aprile, parlerò sia del Toro che della Juve».
Scherza sempre, torna serio quando parla del suo Monte-Carlo Film Festival de la Comédie (27-30 novembre), giunto alla 21ª edizione e presieduto da Anne Brochet, con ospiti quali Giuseppe Tornatore, Salvatore Esposito, Andrea Ferreol e Paola Minaccioni.
Che ruolo assume la commedia in un momento drammatico per tutto il mondo?
«Un messaggio di pace attraverso il sorriso della commedia. Che ci mettano buona volontà un po' tutti, e se non ce la fanno i contendenti deve indirizzarli verso la pace chi sta attorno. Abbiamo film che arrivano da tutti i Paesi, ci auguriamo che anche il nostro piccolo messaggio di pace possa contare qualcosa. Da sempre la commedia lancia messaggi determinanti, umanitari, sociali, politici che lasciano il segno anche nelle classi dirigenti».
Ventuno anni di festival, Alberto Sordi venne alla prima edizione, Nino Manfredi alla seconda. Che ricordi ne ha?
moana pozzi ezio greggio
«Meravigliosi. Erano a fine carriera, Sordi mi chiamò dopo il premio: "Te devo ringrazià per l'affetto che c'hai messo". Manfredi era già malato, la moglie mi disse che il festival fu per lui un'iniezione di vitamine. Quando salì sul palco si commosse e commosse tutti, facendoci anche molto ridere con un paio di battute».
Trova che il cinema italiano oggi goda di buona salute?
«Il paziente è fuori pericolo grazie a maestri che portano il nostro cinema nel mondo e ci fanno fare bella figura, da Sorrentino a Ozpetek, da Avati a Muccino. Ma il cinema va sostenuto perché è importante, ci lavorano non solo attori, registi, sceneggiatori di qualità, ma soprattutto maestranze eccellenti, dotate di un'esperienza che il mondo ci invidia.
La politica non deve fermare il cinema, ma stimolarlo e aiutarlo. Il mio è un urlo apolitico, ritengo il ministro Giuli intelligente e mi auguro che non debba solo gestire scandali, ma metta la sua conoscenza al servizio del cinema. Sono sicuro che possa farlo bene».
E la tv come la vede?
d'angelo greggio drive in
«Ormai il discorso va allargato, non si guarda più solo l'ascolto, ma anche le interazioni con i social e i passaggi in piattaforma. La regola è la stessa, per citare Paolo Villaggio se le trasmissioni sono "cagate pazzesche" la gente non le segue, io mi pregio di essere in una delle più belle trasmissioni tv da 37 anni, Striscia La Notizia».
Smentisce le voci che lascerà?
«Sono pettegolezzi, nati forse dal fatto che non abbiamo iniziato io e Enzino, ma noi non cominciamo da una vita. Ora sto facendo teatro e ho il festival, tornerò a Striscia con il mio socio come sempre a dicembre per due mesi e mezzo, poi torneremo ciascuno a fare cinema e teatro».
Siete ancora liberi di fare satira?
ezio greggio
«Sì, soprattutto a Striscia. Al contrario di certe trasmissioni che fanno sberleffo politico da una parte Striscia non guarda in faccia a nessuno, destra, sinistra, centro. Chi c'è c'è, compresi mariti di premier e premier stessi, oggi Meloni, prima Berlusconi, Conte e chiunque altro. La satira deve essere a 360 gradi».
Cosa la fa ridere oggi?
«Tante trasmissioni divertenti, ma la politica fa sempre più ridere: avevamo un ministro della cultura che dopo aver votato i libri a un premio ha detto: "Proverò a leggerli". Non mi stupisco che abbia avuto problematiche con qualcuno dei suoi collaboratori o collaboratrici, che a quanto pare gli ha lasciato anche il segno, specie sulla testa. Sarà vero?».
Un bilancio di questi suoi primi 70 anni?
ezio greggio enrico beruschi
«Ringrazio Dio che mi fa stare in salute e mi ha fatto avere successo e incontrare belle persone. A teatro in giro per l'Italia vedo l'affetto del pubblico, conoscono le mie battute a memoria e a fine spettacolo non se ne vanno, stiamo almeno un'ora a fare foto».
(...)
I maestri?
«Per la tv Antonio Ricci, con cui è iniziata la mia carriera. Per il cinema i Vanzina in Italia e Mel Brooks in America».
Se non le fosse andata bene cos'altro avrebbe fatto?
romina pierdomenico ezio greggio
«Il pasticcere, ma mi sarei mangiato almeno metà della produzione».
silvia Toffanin ezio greggio striscia la notizia 3 greggio ricci mel brooks greggio 5 ezio greggio sbamm! greggio d'angelo ezio greggio