Gabriele Carrer per “la Verità”
putin salvini
Perché sui giornali statunitensi, eccezion fatta per quelli liberal, non è stato dato grosso rilievo al caso di Gianluca Savoini nonostante l' ultima ondata d' attenzione mediatica sul tema nasca proprio da un sito con sede a New York, cioè Buzzfeed? Perché dall' amministrazione di Washington non sono ancora arrivati commenti ufficiali a parte un «no comment» del dipartimento di Stato? È il «no comment» la risposta più frequente che si ottiene quanto si prova a parlare del caso con fonti diplomatiche statunitensi in Italia.
salvini savoini
Ed è la stessa risposta che ha fornito in un colloquio con La Verità Frederick Fleitz, ex analista della Cia che è stato vice assistente del presidente Donald Trump e chief of staff del consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, di cui è uno dei più stretti e fidati collaboratori anche oggi che ha lasciato l' amministrazione di Washington per diventare presidente del Center for security policy.
Frederick Fleitz
Il caso delle presunte trattative tra uomini della Lega, businessman e avvocati russi a Mosca per finanziare il partito di Matteo Salvini «non rappresenta una notizia di grande attualità» per i media russi, come ha spiegato lunedì all' Agi Elena Pushkarskaya, corrispondente a Roma del quotidiano russo Kommersant. Ma non soltanto. Lo stesso vale infatti per gli Stati Uniti, «più spaventati dagli investimenti cinesi in Italia che da una presunta trattativa tra un partito italiano e alcuni uomini d' affari russi piuttosto improbabile, visto che la Russia finanzia Stati e non partiti», come spiega una fonte dell' intelligence statunitense alla Verità.
VLADIMIR PUTIN E GIANLUCA SAVOINI
Fleitz ripete il «no comment» anche quando gli si chiede del suo futuro. Secondo quanto ricostruito dall' informatissimo sito statunitense Axios, Fleitz sarebbe in cima alla lista dei nomi del presidente Trump per la guida dell' intelligence statunitense. La Casa Bianca pare infatti decisa a sostituire Dan Coats, attuale direttore della National intelligence, finito nel mirino del presidente per i suoi commenti critici nei riguardi del rapporto con il presidente russo Vladimir Putin e per il suo scetticismo sulle trattative con la Corea del Nord. Ma dietro ai «no comment» ufficiali, di Fleitz così come del dipartimento di Stato di Washington, c' è un certo disinteresse da parte degli Stati Uniti per lo scandalo.
Nel suo colloquio con La Verità Fleitz si è sì soffermato sulla Russia: «Negli ultimi anni Mosca ha sempre tentato di interferire, attraverso attacchi hacker, nei processi democratici in Occidente, anche nelle elezioni Usa del 2016», ha spiegato aggiungendo però che «non riesco a vedere forti legami tra la Russia e l' Italia, sono convinto che il popolo italiano sia conscio di certi sforzi da parte del presidente Vladimir Putin di minacciare gli alleati degli Usa».
Frederick Fleitz 1
Ma Fleitz è convinto che la collusione tra Trump e Mosca sia una «montatura dei democratici e di Hillary Clinton» per nascondere i loro guai e la loro impreparazione. Basti pensare, come ricorda alla Verità Fleitz, che la password delle mail di John Podesta, presidente della campagna presidenziale della candidata democratica del 2016, sarebbe stata, secondo Wikileaks, «password». A preoccupare il braccio destro di Bolton in chiave italiana, più della Russia, c' è piuttosto la Cina, anche alla luce della recente intesa sulla Nuova via della seta tanto voluta dal Movimento 5 stelle, come ha spiegato nella chiacchierata con il nostro giornale.
xi jinping giuseppe conte
Perché quindi tutti questi «no comment» sul caso Savoini dagli Stati Uniti? Due sono le possibili spiegazioni che riflettono i frequenti scontri tra la Casa Bianca e il dipartimento di Stato. La seconda, quella più in linea con il pensiero del segretario di Stato Mike Pompeo (a cui non è passato inosservato che Salvini abbia fatto tre viaggi in Russia prima di raggiungere Washington): la Lega è l' interlocutore privilegiato degli Stati Uniti, allineata su tre temi centrali come Cina, Venezuela e Iran; opporsi alle sanzioni contro la Russia sarebbe un azzardo troppo grande sia per la Lega sia per l' Italia, non rimane quindi che sganciare il Carroccio da certi mondi russofili.
HOTEL METROPOL MOSCA 1
La seconda spiegazione è quella più trumpiana: il caso Savoini è una questione tutta italiana.
Ma c' è un elemento che rafforza quest' ultima ipotesi e riduce i sospetti di una manina Usa dietro quell' audio: il fatto che la Procura di Milano abbia fatto sapere di essere in possesso da mesi delle registrazioni pubblicate da Buzzfeed.
TRUMP SALVINI
Ecco quindi che suonano profetiche le parole pronunciate alla Verità circa il futuro dei rapporti tra Stati Uniti e Unione europea da Fleitz, che si dice «certo» della riconferma di Trump l' anno prossimo grazie soprattutto ai suoi «successi in economia»: «Non penso che l' Unione europea sia disposta a lavorare con il presidente Trump, a cui certo non piace il modo in cui l' Ue "costringe" i popoli.
L' Italia può essere un interlocutore privilegiato tra gli Usa e la nuova Commissione, ma al primo posto ci dev' essere il commercio». Fleitz così ridimensiona, anche alla luce dei tentativi di ingerenza di Putin, la forza di Mosca, gigante geopolitico ma media potenza sotto l' aspetto economico.