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    FRANCIA O SPAGNA, PURCHÉ SE MAGNA - DOPO LA ROTTURA CON IL MEF SU MONTEPASCHI, L’AD DI UNICREDIT ORCEL GUARDA ALL’ESTERO PER CERCARE PREDE: NEL MIRINO SOCIÉTÉ GÉNÉRALE GUIDATA DALL’ITALIANO E AMICO LORENZO BINI SMAGHI, MA SUL TACCUINO C'È ANCHE IL BBVA, LA BANCA NATA A BILBAO - ORCEL NON VEDE L’ORA DI PRENDERSI UNA RIVINCITA IN TERRA SPAGNOLA DOPO LA DISGRAZIATA VICENDA DEL SANTANDER...


     
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    Bancor per www.tag43.it

     

    PIER CARLO PADOAN CON ELKETTE PIER CARLO PADOAN CON ELKETTE

    E ora? Sono due i fronti su cui deve muoversi Andrea Orcel, dopo il gran rifiuto opposto al Tesoro nella negoziazione per prendere Mps. Il primo è il fronte interno a Unicredit. Anche se tutto è avvenuto praticando il più rigoroso fair play, non è difficile immaginare che al presidente Pier Carlo Padoan la rigidità mostrata dall’amministratore delegato nella trattativa con il ministro Daniele Franco e il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera non sia andata giù.

     

    Come ha confidato ad amici fidati, il presidente della banca considera eccessive le pretese di Orcel, per quanto in linea con le modalità dell’operazione che a suo tempo Banca Intesa fece prendendo le due banche venete sull’orlo del fallimento.

     

    enrico letta piercarlo padoan enrico letta piercarlo padoan

    In effetti Orcel ha sempre detto che intendeva considerare quanto ottenuto da Carlo Messina in quella partita come un vero e proprio benchmark, ben sapendo che non solo si trattava di condizioni di super favore, ma anche che a concederle era stato proprio Padoan, allora ministro del Tesoro, e sempre con Rivera al proprio fianco.

     

    PIER CARLO PADOAN PIER CARLO PADOAN

    Padoan non approva l’intransigenza di Orcel su Mps

    Perché, allora, oggi si devono considerare oltre misura le sue richieste? E, soprattutto, come fa ora Padoan a sostenere questa posizione – seppure a bassa voce e per linee rigorosamente interne – quando era stato proprio lui ad aprire i cordoni della borsa (pubblica)?

     

    In tutti i casi un chiarimento tra presidente e ad, in sede bilaterale e in consiglio di amministrazione, si rende necessario. Già i due avevano idee diverse sulle strategie di Unicredit prima che iniziasse la partita senese, figuriamoci ora che si è svolta ed è finita come è finita.

     

    andrea orcel andrea orcel

    Male agli occhi di Padoan, che era stato messo lì dal Pd anche e soprattutto in vista di questa operazione. Bene agli occhi di Orcel, che in fondo in fondo di fare un’acquisizione in Italia, e in particolare quella del Montepaschi, non gli è mai davvero andato a genio. Per questo, la partita interna a Unicredit, dopo la rottura su Siena, vede in netto vantaggio Orcel, e perdente Padoan.

     

    Orcel non intende trattare su Bpm e guarda all’estero

    Tuttavia questo è un set, non un finale di partita. Perché adesso molto dipenderà da come Orcel si muoverà sul secondo fronte che lo vede impegnato, quello esterno. Il banchiere romano con trascorsi svizzeri e spagnoli sa bene che non può proporre al mercato un piano stand alone per Unicredit, perché dopo la cura dimagrante – al limite dell’anoressia – imposta da Jean Pierre Mustier, la banca che Alessandro Profumo fece diventare internazionale deve per forza ritrovare una dimensione più consona.

     

     

    bini smaghi presidente SocGen bini smaghi presidente SocGen

    Ed è proprio alle banche europee che Orcel sta pensando, non avendo alcuna voglia di mettersi a trattare un osso complicato come Banco Bpm, anche perché sa che se troverebbe nel presidente Massimo Tononi un alleato molto favorevole, non altrettanto sarebbe per Giuseppe Castagna, che tutto vorrebbe meno che perdere la sua poltrona di ad.

     

    Société Générale e Bbva le possibili prede di Unicredit

    Cosa ha in testa Orcel? Escludendo un mercato complicato chiuso come quello tedesco e dove si troverebbero dei catorci come Commerzbank, sono Francia e Spagna i suoi target. Nel primo caso è Société Générale, guidata dall’italiano e amico Lorenzo Bini Smaghi, il soggetto di maggiore interesse.

     

    andrea orcel andrea orcel

    Nel secondo caso sul taccuino di Orcel c’è il nome Bbva. Sarà un caso che il suo presidente e ceo, il turco Onur Genç, sia venuto in queste ore in Italia? Ufficialmente era a Milano per presentare la versione on line della banca nata a Bilbao. Ma c’è chi giura che abbia avuto un incontro segreto proprio con Orcel. Il quale non vede l’ora di prendersi una rivincita in terra spagnola, dopo la disgraziata vicenda del Santander.

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