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    GENERALI, SCENDE IL SIPARIO PER DONNET – GIUNTO NELL'ULTIMO ANNO DI MANDATO, TENTA DI DIFENDERE SE STESSO DALLE RIPETUTE E RUVIDE CONTESTAZIONI MOSSEGLI DA AZIONISTI COME LEONARDO DEL VECCHIO E FRANCO CALTAGIRONE - MA PER LUI L’USCITA DEI DUE TOP MANAGER, CHE AVEVA VOLUTO A TUTTI I COSTI AL SUO FIANCO, È L’INIZIO DELLA FINE - ANCHE PERCHÉ ORA, DOPO CHE LA NOTA IVASS PRODURRÀ LA CADUTA DI BEDONI E DI TUTTO IL CDA, GLI VERRÀ RINFACCIATA L’OPERAZIONE CATTOLICA


     
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    philippe donnet philippe donnet

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    Finisce l’epoca dei francesi di provenienza Axa in Generali. Frederic De Courtois, braccio destro dell’ AD Philippe Donnet, e Tim Ryan, Chief Investment Officer, lasciano bruscamente Generali. Al buio. De Courtois aveva tentato di farsi ingaggiare dalla compagnia francese Scor, ma non l’hanno preso.

     

    Donnet li ha sacrificati per tentare di difendere se stesso dalle ripetute e ruvide contestazioni mossegli da azionisti come Leonardo Del Vecchio e Franco Caltagirone. Ma per lui l’uscita dei due manager che aveva voluto a tutti i costi al suo fianco è l’inizio della fine. Anche perché ora, dopo che la nota Ivass produrrà la caduta di Bedoni e di tutto il cda, gli verrà rinfacciata l’operazione Cattolica.

     

    GENERALI, LA SVOLTA DI DONNET, I TOP MANAGER VERSO L'USCITA

    Francesco Spini per “La Stampa”

    TIM RYAN GENERALI TIM RYAN GENERALI

     

    Rivoluzione alle Generali. L'ad Philippe Donnet è pronto a varare una decisa riorganizzazione che, tra le altre cose, dovrebbe segnare l'uscita di due importanti manager della prima linea.

     

    In bilico, secondo le indiscrezioni lanciate dall'agenzia internazionale Bloomberg, ci sarebbero il suo braccio destro e numero due del Leone, il general manager Frédéric de Courtois, e il direttore degli investimenti di gruppo, Tim Ryan, l'uomo che ha le chiavi della cassaforte con dentro i 640,5 miliardi di attivi in gestione del gruppo.

     

    francesco gaetano caltagirone philippe donnet francesco gaetano caltagirone philippe donnet

    Mentre si accinge a entrare nell'ultimo anno di mandato prima che, a primavera del 2022, i soci procederanno a eleggere il nuovo cda, Donnet gioca la carta della riorganizzazione proprio in vista dello sprinte.

     

    MINALI BEDONI MINALI BEDONI

    Se vuole avere una chance della (difficile) riconferma, deve correre. E siccome, nonostante il covid, in occasione dell'ultimo «investor day», a novembre, aveva confermato gli obiettivi finanziari, prova con gli effetti speciali. L'idea è quella di dare un colpo di acceleratore alla trasformazione digitale della compagnia, creare maggiori sinergie nella gestione dei portafogli, ridefinire i poteri decisionali tra centro e periferia.

     

    Leonardo Del Vecchio Leonardo Del Vecchio

    Questo comporterà anche un cambio in plancia di comando. A cominciare da De Courtois, che è arrivato a Trieste nel 2016 a dirigere le global business lines, per diventare due anni dopo il manager più importante dopo Donnet. Non rimarrebbe disoccupato a lungo, visto che rumors recenti lo hanno accreditato, ad esempio, tra i favoriti alla guida del riassicuratore francese Scor.

     

    philippe donnet generali philippe donnet generali

    Una delle possibili vie d'uscita per un manager che, come Ryan, arrivato nel 2017, ha un comune denominatore con l'ad: il comune passato nella francese Axa. La notizia della sterzata di Donnet arriva come un fulmine a ciel sereno. L'ad, che ha deciso in autonomia senza pressing dai soci, avrebbe già preparato il terreno con il cda, che dovrebbe affrontare il tema entro gennaio o al limite nei primi giorni del prossimo mese.

     

    francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45 francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

    Donnet, insomma, prova a sparigliare in vista dell'ultimo rettilineo prima del 2022, quando si scatenerà l'ennesima battaglia sul futuro del Leone. Sullo sfondo c'è il consolidamento del nuovo assetto azionario, dove Leonardo Del Vecchio ha il 4,84%. Ma si può dire che da protagonista della scalata di Mediobanca (dove è arrivato al 12%, ma può salire fino al 20%), prima azionista del Leone con circa il 13% del capitale, mister Luxottica farà sentire la sua voce in capitolo.

     

    deCourtois_frederic deCourtois_frederic

    Così come lo faranno Francesco Gaetano Caltagirone, salito al 5,36%, e, per quanto più defilati, i Benetton, che restano col 3,98%. Inaugurato l'anno con l'acquisizione delle attività greche di Axa, Donnet tra shopping e accelerazioni del business appare intenzionato a giocarsi fino in fondo le sue carte, in attesa che tra un annetto il cda apra le danze sul futuro di Trieste.

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