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    GENERALI SPACCATE – DOPO IL BLITZ, È FINITO COME LA FAMOSA ITALIA-GERMANIA 4 A 3. IL COMITATO NOMINE DELLE GENERALI DECIDE DI PROSEGUIRE SULLA “LISTA DEL CDA”, MA NON TROVA ALCUNA RICOMPOSIZIONE E, AL CONTRARIO, ACUISCE LO SCONTRO IN VISTA DEI VOTI CHE LUNEDÌ, IN CONSIGLIO, SANCIRANNO IL VIA ALLE GRANDI MANOVRE CON CUI LA MAGGIORANZA DEL CONSIGLIO PUNTA A RICANDIDARE ALLA GUIDA DELLE ASSICURAZIONI TRIESTINE PHILIPPE DONNET…


     
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    Francesco Spini per “La Stampa”

     

    PHILIPPE DONNET GENERALI PHILIPPE DONNET GENERALI

    È finito come la famosa Italia-Germania: 4 a 3. Il comitato nomine delle Generali decide di proseguire sulla «lista del cda», ma non trova alcuna ricomposizione. Al contrario acuisce lo scontro in vista dei voti che lunedì, in consiglio, sanciranno il via alle grandi manovre con cui la maggioranza del consiglio punta a ricandidare alla guida delle assicurazioni triestine Philippe Donnet. Capoazienda che invece i soci privati (Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Crt) uniti in un patto di consultazione col 12,53% sono decisi a cambiare.

     

    francesco gaetano caltagirone francesco gaetano caltagirone

    In comitato il parere sulla procedura da adottare passa nonostante il «no» di Caltagirone, del rappresentante della Delfin di Del Vecchio e di Sabrina Pucci, indipendente vicina alla fondazione torinese. Gli altri 4 componenti del comitato vanno avanti come panzer, marcando una spaccatura che si ripeterà lunedì in consiglio e che non mostra spiragli di ricomposizione. Soprattutto dopo la bordata lanciata da Mediobanca, che giovedì ha preso a prestito un altro 4,42% da aggiungere al 12,9% già di proprietà, per arrivare a schierare il 17,22%. Un'accelerazione che, secondo addetti ai lavori, avrebbe puntato ad anticipare il possibile ingresso nel patto dei Benetton, che in ogni caso col loro 3,97% sarebbero decisi a sostenere i soci privati.

     

    Leonardo Del Vecchio Leonardo Del Vecchio

    Mediobanca giustifica invece l'operazione con la tutela dell'investimento in Generali, che apportano oltre il 30% degli utili. Per Piazzetta Cuccia, insomma, si tratta di proteggere un asset, Generali, che concorre ai target del piano e alla remunerazione degli azionisti, tra cui ci sono pure Del Vecchio e Caltagirone. Per loro, gradi soci anche del Leone, invece, l'attivismo di Piazzetta Cuccia è la prova provata della sua volontà di confermare il suo controllo di fatto sul Leone. Accuse che, a quanto risulta, sarebbero state condensate in alcune lettere approdate in comitato o spedite nelle scorse ore. In una si diffiderebbe il cda ad andare avanti sulla lista.

     

    francesco gaetano caltagirone philippe donnet francesco gaetano caltagirone philippe donnet

    Un'altra, molto dura, inviata da Caltagirone al presidente Gabriele Galateri si invocherebbe l'intervento di Consob e Ivass. In tutte, in buona sostanza, si sottolinea il conflitto di interessi di Mediobanca nel sostenere una lista del cda per proprio tornaconto. Nelle missive, inoltre, si ricorderebbe anche il possibile concerto che una lista del cda provocherebbe essendo rappresentato oltre il 30%. Insomma, la polemica si allarga, si concentra su Mediobanca e sull'operazione del prestito titoli. Quanto è costata? Girano cifre altissime, sopra i 20 milioni secondo alcuni analisti, anche se esperti del tema assicurano sia inferiore ai 10 milioni.

     

    Probabile che il tema approderà all'assemblea di Piazzetta Cuccia, convocata per il 28 ottobre. Difficile invece che le lettere possano fermare il cda e la sua lista: il consiglio appare intenzionato ad andare avanti a colpi di maggioranza. I pattisti, secondo cui ci vorrebbe l'unanimità come in casi simili (Tim e Unicredit), si sarebbero visti rifiutare la richiesta di una verifica di legittimità in Consob.

     

    Donnet Caltagirone Del Vecchio Donnet Caltagirone Del Vecchio

    Tra i due consulenti legali del consiglio - Piergaetano Marchetti e Alberto Giampieri - non c'è identità di vedute neppure sulla possibile creazione di una task force ad hoc che renda un po' più indipendente il comitato nomine, senza rappresenti diretti degli azionisti (Caltagirone, Bardin per Delfin, Clemente Rebecchini di Mediobanca, e Lorenzo Pellicioli, di DeAgostini) integrandoli con altri consiglieri. In ogni caso lunedì si voterà il procedimento per la lista: a guidarlo saranno il presidente del gruppo Galateri e quello del comitato nomine, Diva Moriani. Ma sarà solo un nuovo capitolo di una battaglia che presto potrebbe divenire anche legale, oltre che finanziaria.

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