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    VOJA DE LAVORA', SALTAME ADDOSSO - A ROMA GLI AUTISTI DELL’ATAC SI LAMENTANO DEL MAL DI SCHIENA CAUSATO DALLE BUCHE, SOSPENSIONI RIGIDE E SEDILI SCOMODI - NEL 2021 IN 54 HANNO FATTO LA FILA PER VEDERSI RICONOSCERE L'INVALIDITÀ, DENUNCIANDO DOLORI AGLI ARTI E ALLE OSSA E ACCIACCHI DI OGNI GENERE – L’OBIETTIVO È OTTENERE ALMENO IL 6% DI INVALIDITÀ PER COSTRINGERE L'INAIL AD APRIRE I CORDONI DELLA BORSA - ATAC HA ASSOLDATO UN TEAM DI ESPERTI PER MISURARE L'IMPATTO DI BUCHE E SAMPIETRINI SULLE SCHIENE DEI SUOI 5.700 CONDUCENTI…


     
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    Lorenzo d'Albergo per “la Repubblica - Edizione Roma”

    autobus atac autobus atac

     

    Uno si lamenta dei «sobbalzi causati dagli squarci nel manto stradale » . Un collega, fresco di pensione, ricorda con dispiacere le « sospensioni estremamente rigide » dei vecchi bus capitolini. Un terzo indica nei «sedili inadeguati» la genesi dei suoi acciacchi. Insomma, i più anziani tra i conducenti Atac e quelli appena andati in congedo hanno mal di schiena. E pure una gran voglia di non lasciar correre dopo interi decenni passati al volante. 

     

    il duro lavoro degli autisti atac il duro lavoro degli autisti atac

    Se ne sono accorti giudici e cancellieri: gli autisti della municipalizzata dei trasporti sono ormai una presenza quotidiana al tribunale del lavoro. Armati di avvocati e consulenze mediche, secondo i dati raccolti dagli stessi legali, nel 2021 in 54 hanno fatto la fila per vedersi riconoscere l'invalidità. Le storie registrate negli ultimi due mesi di processi sono costellate di scioglilingua come «spondilodiscoartrosi » e «microtraumatismi » . 

     

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    Raccontano la vita (con ben pochi comfort) a bordo dei torpedoni dell'azienda di via Prenestina e riportano in auge il tema delle care vecchie buche e dei sampietrini basculanti. In un modo o nell'altro, infatti, è sempre l'asfalto di Roma a finire nel mirino. Le «pessime condizioni delle strade» della capitale sono un must per il conducente litigioso. La categoria pare aver fatto breccia nel cuore delle toghe di viale Giulio Cesare. 

     

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    Meno in quello dell'Inail, nella maggior parte dei casi condannata a versare indennità supplementari agli autisti infortunati. L'obiettivo è raggiungere almeno il 6% di invalidità. Sotto, allora, con le ultime sentenze. Lo scorso 5 ottobre un ex autista, con tanto di collega al seguito a fargli da testimone, ha ottenuto l'8% di invalidità. 

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    Dopo una vita passata tra le rimesse di Grottarossa, Portonaccio e Acqua Acetosa è diventato ufficialmente un paziente «artrosico»  Guidare su e giù per le strade del centro storico, di Montesacro, Conca d'Oro e Fidene ha causato al conducente un fastidioso «sovraccarico degli arti» e una «precoce e progressiva usura dei dischi intervertebrali, soprattutto nella zona lombo-sacrale». Avanti con il bonus. 

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    Caso limite per un controllore. Ginocchia, spalla sinistra e schiena in frantumi. Ernia del disco e attacchi d'ansia curati con psicofarmaci. Un quadro clinico, scrive il giudice del lavoro in una sentenza del 14 ottobre, «incompatibile con situazioni che comportano una prolungata stazione eretta a bordo di mezzi pubblici in equilibrio precario» . Il verificatore, ottenuto il versamento di un assegno ordinario di invalidità dall'Inps, è ancora abile e arruolabile. 

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    Ma per meno di un terzo del suo turno standard. A vuoto, invece, è andato un terzo ricorso. Questione di due punti percentuali: il 23 novembre a uno dei tanti conducenti Atac in vena di cause è stata riconosciuta un'invalidità del 4%. La colonna vertebrale è mal messa, colpa delle «posture incongrue » assunte negli anni alla guida. Ma non basta. Non per costringere l'Inail ad aprire i cordoni della sua borsa. Come detto, una sentenza isolata. 

     

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    Non solo autisti in congedo e pensionandi. Un capitolo a parte riguarda i colleghi più giovani: ogni mese in 20 chiedono l'esenzione dalla guida. Per questo Atac ha assoldato un team di esperti per misurare l'impatto di buche e sampietrini sulle schiene dei suoi 5.700 conducenti. A bordo Passeggeri su un mezzo dell'Atac Molti conducenti a fine carriera lamentano danni alla colonna vertebrale per le strade dissestate.

     

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