Giuseppe Sarcina per www.corriere.it
Dal caffè alla politica? Il presidente di Starbucks, Howard Schultz, 64 anni, lascerà l’incarico il 26 giugno prossimo. Il manager esce dall’azienda che, in quarant’anni di lavoro, ha trasformato in una grande multinazionale, con 28 mila punti vendita distribuiti in 77 Paesi (da settembre anche in Italia).
Le voci sulla sfida
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«Da diverso tempo sono molto preoccupato per il nostro Paese — ha detto al New York Times — per le crescenti divisioni interne e per la nostra posizione nel mondo. Una delle cose che voglio capire è se c’è un ruolo che posso giocare per restituire ma non so ancora quale sia». Poche parole che sono bastate per alimentare le voci di un suo possibile impegno diretto contro Donald Trump nelle presidenziali del 2020.
La biografia
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Schultz è nato a New York, ha studiato alla Northern Michigan University e, dopo una serie di esperienze da venditore, arriva a Starbucks, come direttore marketing.
Nel 1985 scopre in un viaggio a Milano il concetto del bar all’italiana. Lo replica prima mettendosi in proprio, fondando una catena chiamata «il Giornale» (dal nome del quotidiano milanese) e poi tornando di nuovo a Starbucks come amministratore delegato.
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Da subito si è schierato contro le politiche di Donald Trump, comprese quelle che sembrano favorire le imprese. Ora i media americani scrivono che potrebbe proporsi come alternativa.
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