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    I RICCASTRI SPERAVANO NEL PARADISO E SI RITROVANO ALL’INFERNO – IL GRATTACIELO AL 432 DI PARK AVENUE DI MANHATTAN SI È TRASFORMATO IN UN INCUBO PER IL COSTRUTTORE E PER (I POCHI) ACQUIRENTI CHE HANNO SGANCIATO MILIONI PER AVERE UN APPARTAMENTO NELLA SOTTILISSIMA TORRE DI OLTRE 400 METRI CON VISTA SU NEW YORK: IL PALAZZO OSCILLA PERICOLOSAMENTE AL VENTO, LE TRAVI FANNO RUMORI SINISTRI, COMPAIONO CREPE OVUNQUE, LE TUBATURE AD ALTA PRESSIONE SI ROMPONO E GLI ASCENSORI… - VIDEO


     
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    Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

     

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    Tubature che si rompono di continuo, ascensori bloccati anche perché invasi dalle perdite d' acqua, rumori sinistri, crepe nelle pareti e l' edificio che ondeggia al vento: «Sembra di stare su una nave, non in casa» protestano i residenti, furiosi.

    Quando, nel 2014, salii ad oltre 400 metri di altezza sul traballante montacarichi del cantiere, fin sulla vetta di 432 Park Avenue, la torre che in quel momento era il più alto grattacielo residenziale del mondo, il mio accompagnatore, mostrando con orgoglio la vista attraverso finestroni ancora senza vetrate, disse: «Costerà caro, ma quassù sarà come stare in paradiso». Penthouse da 90 milioni di dollari al 96esimo piano, ma con vista su tutta New York e senza nessun vicino di casa da incrociare sul pianerottolo.

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    Erano gli anni ruggenti del boom di Billionaires Row: lungo la 57esima strada di Manhattan sorgevano come funghi torri per miliardari danarosi. Americani ma anche cinesi, russi, arabi e di altre parti del mondo, tutti pronti a sborsare decine di milioni per un appartamento esclusivo in cima a un super tall : i palazzi alti più di 300 metri. Altissimi e sottilissimi perché quello che conta è arrivare in cielo e starci da soli. Dopo One57, il primo della serie, con l' attico acquistato per 100 milioni di dollari nel 2014 da Michael Dell (fondatore di Dell Computers), architetti e costruttori si sono sbizzarriti, salendo sempre più in alto e puntando su strutture sempre più sottili.

     

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    Oggi sette di queste torri che sfiorano o superano i 400 metri hanno cambiato la skyline di New York, ma se davvero i grattacieli sono la materializzazione del successo del capitalismo americano, c' è da essere preoccupati per il suo futuro. Il business delle case per i miliardari è entrato in crisi da qualche anno: i prezzi, che avevano raggiunto livelli folli, erano già crollati nel 2019 di almeno un 20 per cento, anche perché le autorità americane avevano cominciato a controllare la provenienza di capitali sospetti, mentre gli acquisti di russi e cinesi si sono diradati, vuoi per le sanzioni contro gli oligarchi di Mosca, vuoi per la campagna di Xi Jinping in Cina contro la corruzione e l' ostentazione eccessiva di ricchezza.

     

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    Così il completamento di alcune torri si trascina di anno in anno coi costruttori che si lamentano: «Siamo costretti a vendere in perdita gli edifici più belli del mondo». Ma le cose continuano a peggiorare: nell' anno della pandemia - e del blocco dei viaggi da e per gli USA - gli acquisti si sono ancor più ridotti e i prezzi sono scesi di un altro 15 per cento. La Central Park Tower, l' edificio più alto coi suoi 472 metri, sta dissanguando il costruttore, Extell: ha spesso 3 miliardi di dollari per realizzarlo, ma i 179 appartamenti sono ancora in maggioranza invenduti. I conti non tornano nemmeno nell' attigua 220 Central Park South Tower, nonostante l' acquisto record, due anni fa, del finanziere miliardario Kenneth Griffin: 238 milioni di dollari un appartamento-reggia di tre piani in cima all' edificio.

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    Ma anche nei palazzi completati e venduti per tempo la vita non è affatto paradisiaca, né per chi ci vive, né per costruttori e gestori di edifici che stanno rivelando tutti i difetti di soluzioni ingegneristiche assai audaci, mai sperimentate prima: i grattacieli hanno sempre oscillato al vento e per questo vengono costruiti con materiali che tollerano una notevole flessibilità, ma torri così sottili oscillano molto di più, le travi producono rumori sinistri, compaiono crepe ovunque.

     

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    E poi le tubature, ad elevata pressione in edifici così alti, saltano, gli ascensori si bloccano per gli incidenti più strani: a volte si incastrano proprio per le vibrazioni provocate dal vento. Nei palazzi, comunque semivuoti, i pochi proprietari sono furiosi: «Ci odiamo tutti», si sfoga col New York Times Sarina Abramovich che, arrivata da Londra, vive in 432 Park Avenue: «Pubblicizzano ancora questi appartamenti come un dono di Dio: non è affatto così».

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