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    IL BIGLIETTO DA VISITA DI ROMA? I CLOCHARD - ALLA STAZIONE TERMINI RITORNANO I SENZATETTO CHE VIVONO NELLA ZONA DI ATTESA DEI TAXI - DOPO ESSERE STATI SGOMBERATI, TUTTO E’ TORNATO COME PRIMA, CON AMMASSI DI COPERTE E BRANDINE - NEANCHE FOSSERO ATTRAZIONI, I TURISTI SCATTANO FOTO ALLE CASETTE DI CARTONE, AI SACCHI A PELO E ALLE TENDE - MA PER QUESTI DISGRAZIATI NON C'E' UNA SISTEMAZIONE PIU' DIGNITOSA? 


     
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    Claudio Rinaldi per il “Corriere della sera - Edizione Roma”

     

    SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI

    Arrivano due vigili in divisa: il piazzale viene sgomberato. I senzatetto accampati ormai da giorni sulle ringhiere davanti all'ingresso principale di Termini prendono le loro cose e vanno via. La stazione riscopre un volto normale. Ma solo per qualche ora. Perché alle sei di mattina del giorno dopo, il risveglio dello scalo più grande d' Italia torna ad essere quello di sempre.

     

    Dopo avere trascorso la nottata, i «cartoni viventi» sono di nuovo lì mentre i primi viaggiatori sono pronti a partire. Tra loro si riconoscono subito i turisti: si fermano all' esterno prima di raggiungere i binari e, increduli, tirano fuori i telefonini. Fotografano tende, casette di cartone, brandine, coperte e sacchi a pelo. Esattamente tutto quello che i vigili 24 ore prima avevano ordinato di sgomberare.

     

    SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI

    Così le memorie digitali dei passeggeri come Mario, avvocato di Torino, un giorno nella Capitale per lavoro, si arricchiscono di immagini: il degrado di Termini viaggia assieme a chi sale sul treno in direzione di altre città. «Avevo sentito delle difficoltà che sta vivendo Roma, ma non pensavo di trovare una situazione così anche alla stazione», confida dopo aver immortalato sul suo smartphone una piramide di scatoloni.

     

    I senza fissa dimora occupano di nuovo gran parte del piazzale. Nel dettaglio, il corridoio dedicato alla tradizionale fila per i taxi, all' alba ancora in fase embrionale, è invaso dai clochard. «Anche se li fai spostare, poi ritornano», commenta infastidito un tassista. «Non c' è nulla da fare», risponde un altro che aggiunge: «Un paio di mattine fa la gente per scansare i cartoni e le coperte si è dovuta disporre ad arco».

     

    SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI

    Verso il parcheggio delle auto, la situazione non cambia. Altri senzatetto continuano a dormire nonostante sia ormai mattina, mentre un uomo sceglie un angolo per espletare i suoi bisogni fisiologici. Non è l' unico però, perché pochi minuti dopo un altro lo imita. D' altronde il tanfo che si respira un po' ovunque è davvero insopportabile. In ogni anfratto poi si vede spazzatura accumulata, in attesa forse che qualcuno la rimuova.

     

    Bottiglie di vetro, indumenti sporchi e residui di cibo. Stessa scena in altre due zone all' esterno dello scalo: in via Gaeta e vicino al sottopasso Turbigo. All' interno di quest' ultimo si trova davvero di tutto. Durante il giorno infatti il tunnel di collegamento tra via Giolitti e via Marsala diventa per gli abitanti di Termini il deposito degli effetti personali. Ma non basta. C' è infatti chi, con le nottate via via più fredde, preferisce dormire lì e chi invece lo utilizza come bagno pubblico per defecare.

    SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI SENZATETTO ALLA STAZIONE TERMINI

     

    «Durante il giorno sembra tutto apparentemente normale», commenta un cameriere di un bar all' interno della stazione. «Ma la mattina presto e la sera tardi i controlli scarseggiano e i senzatetto si sentono in diritto di fare quello che vogliono. La verità è che ad oggi sono loro i veri padroni dell' area». E allora forse è per questo che un uomo si aggira liberamente con un cartone di vino in mano e un altro occupa gran parte del marciapiede per la preghiera del mattino. «Abbiamo chiesto alle autorità di intervenire, effettivamente lo hanno fatto.

     

    Ma non basta, passano poche ore e si rivede lo stesso degrado», commenta un residente che però, per paura di ritorsioni, preferisce rimanere anonimo. «Non vorrei francamente essere aggredito. Da qui ci passo ogni giorno per tornare a casa. Termini deve essere una priorità dell' amministrazione comunale. Non sono sufficienti interventi sporadici - conclude - serve una presenza costante e quotidiana». Anche perché altrimenti, il giorno dopo, tutto torna esattamente come 24 ore prima.

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