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Nicola Rotari per il “Corriere della Sera”
Ha ingaggiato un sicario, scovato nel dark web, perché uccidesse il compagno della donna che desiderava corteggiare e per cui aveva perso la testa. Il piano folle, fortunatamente non andato in porto, è stato architettato da un trentaquatrenne di Vazzola (Treviso), rampollo di una famiglia in vista nella zona, finito addirittura nelle maglie dei controlli dell'Fbi americana.
Il Federal Bureau of Investigation, alcune settimane fa, ha segnalato al servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni italiano che qualcuno aveva speso circa 12 mila dollari in bitcoin (in due tranche da 6 mila ciascuna) sul portale del dark web «Murder for hire», letteralmente omicidio su commissione. L'obiettivo: ordinare l'uccisione di un quarantacinquenne, un imprenditore sempre residente a Vazzola.
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Gli investigatori della polizia postale di Venezia e Treviso, seguendo le indicazioni provenienti dagli Stati Uniti, sono risaliti in breve tempo al mandante dell'omicidio, decisamente un insospettabile.
Gli agenti del commissariato di Conegliano, nel Trevigiano, hanno messo sotto protezione la potenziale vittima, del tutto ignara di quello che si stava tramando alle sue spalle: sono stati i poliziotti a spiegarglielo.
L'abitazione del «mandante», dipendente dell'azienda di famiglia, per ora indagato semplicemente per il reato di minacce, è stata perquisita alcuni giorni fa dalla postale: sono stati sequestrati i suoi smartphone e il pc utilizzato per le operazioni sul dark web.
Le memorie dei dispositivi saranno ora analizzate per chiarire altri eventuali punti oscuri di una vicenda al limite del paradosso.
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Messo alle strette dagli investigatori, il 34enne ha ammesso quasi subito le sue responsabilità. E ha così motivato il suo piano: l'amore non corrisposto per una donna che desiderava a tutti i costi ma che, secondo lui, non avrebbe mai potuto avere se non uccidendo il «rivale in amore».
Grande esperto informatico, una sorta di «nerd» solito trascorrere ore e ore al computer, l'uomo si era registrato tempo fa sul portale «Murder for hire», scegliendolo tra i vari siti che offrono questo e altri «servizi» illegali (tra cui la vendita di armi e di droghe).
Aveva scelto il nickname «The punisher 2020», forse riprendendo il titolo di una serie Marvel in cui un ex soldato della Marina, Frank Castle, cerca vendetta per la morte di sua moglie e dei suoi figli. Nei suoi confronti, vista l'assenza di precedenti, il giudice non ha ritenuto di dover far scattare misure restrittive.
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Aldilà delle intenzioni criminali, infatti, la convinzione degli investigatori è che il trentaquattrenne sia stato truffato e che il portale a cui si è rivolto non avrebbe in realtà mai soddisfatto i suoi desideri: incassati i 12 mila dollari in bitcoin, le comunicazioni con chi gestisce questo spazio sul dark web si sono infatti interrotte. E il denaro si è volatilizzato.
Indagini sono ora in corso per identificare il gestore del sito (con base all'estero), soltanto uno dei tanti millantatori che agiscono in uno spazio ancora poco esplorato e pericoloso.
«Questa indagine testimonia che la parte non indicizzata della rete, finora ritenuta impenetrabile dalle forze di polizia, non è più tale - sottolinea la Polizia postale in un comunicato -. Le moderne tecniche investigative, in particolare quelle per il tracciamento di pagamenti in criptovalute, permettono infatti di risalire a chi effettua i pagamenti».
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