Andrea Tarquini per www.repubblica.it
RE HARALD DI NORVEGIA
Siamo tutti norvegesi: etero e gay, cristiani, musulmani e atei, chi è nato qui e chi è venuto qui fuggendo da persecuzioni o miseria. Non lo ha detto un attivista pro-migranti, bensì Sua Maestà Harald V, amatissimo, anziano ma ancora 'very fit' re di Norvegia. E' forse la prima volta che un sovrano pronuncia un discorso di tale apertura, e ciò è tanto più rilevante in un momento in cui populismi, xenofobia, intolleranza si diffondono nel mondo libero. E allora "Il discorso del re", come ormai lo chiamano tutti alludendo al celebre film su Giorgio VI d'Inghilterra, diventa virale su internet e commuove il paese e la community online globale.
RE HARALD DI NORVEGIA
Harald ha parlato la settimana scorsa, nel suo tradizionale discorso ai sudditi-cittadini nel bel parco del palazzo reale nel cuore di Oslo. Parco sempre aperto al pubblico, dove egli spesso passeggia per tenersi in forma e mischiarsi alla gente, e pur di giocare coi bimbi di passaggio allontana la scorta. Ma aveva parlato a braccio, e senza che il protocollo diffondesse alla grande notizia delle sue frasi. Poi però col tam-tam in rete la story si è diffusa. Ecco i passi salienti del 'discorso del re':
"I norvegesi siete voi. I norvegesi siamo noi...la Norvegia è unita, è una, al paese appartengono tutti gli esseri umani che vi vivono per quanto diversi tra loro possano essere". E poi ancora: "Sono norvegesi ragazze che amano altre ragazze, ragazzi che amano altri ragazzi, e ragazze e ragazzi che si amano tra loro...i norvegesi credono in Dio, in Allah, in tutto o in nulla".
RE HARALD DI NORVEGIA
Poi il sovrano è passato ad affrontare il tema dei migranti: "Sono norvegesi anche coloro i quali sono venuti dall'Afghanistan o dal Pakistan, dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Somalia e dalla Siria, immigrati da noi. Anche i miei nonni centodieci anni fa vennero qui emigrando dalla Danimarca e dall'Inghilterra. Non è sempre così facile dire da dove veniamo e quale è la nostra nazionalità. Ciò che chiamiamo casa nostra è il luogo dove è e batte il nostro cuore, e non sempre questo luogo è reperibile all'interno delle frontiere di un paese".
La mia grande speranza per la Norvegia cara patria, ha continuato Sua Maestà, è che la gente si adatti accettandosi a vicenda, "che noi continuiamo a costruire questo paese basandolo sui valori della fiducia, della comunità e della generosità; che noi siamo consapevoli di essere un solo popolo, nonostante ogni differenza tra noi, che sappiamo sempre che la Norvegia è una e unita".
RE HARALD V E MATTARELLA
Le parole di Harald V sono state interpretate come un implicito ma chiarissimo attacco a tutti i populisti e xenofobi, tendenze che l'ondata migratoria ha diffuso e rafforzato anche in Scandinavia, Norvegia compresa. L'attuale governo di centrodestra norvegese - i conservatori della premier Erna Solberg e i populisti come junior partner - segue una politica dura verso profughi e migranti. D'altra parte la Norvegia è da anni, come la vicina Svezia, uno dei paesi che hanno accolto e salvato il maggior numero di persone in fuga da guerre e dittature o miseria, in rapporto alla popolazione autoctona.
RE HARALD DI NORVEGIA
Il settantanovenne sovrano e la sua consorte, la regina Sonia, sono da tempo tra i regnanti più popolari del mondo. Poliglotti ma vicini al popolo, e sempre pronti ad accettare a cuore aperto lo spirito del tempo.
Come quando dissero sì senza esitazione alle nozze tra il principe ereditario, loro figlio Haakon, e Mette-Marit, una giovane Cenerentola 'commoner' (borghese) povera, divorziata e con un figlio di primo letto e un passato discusso. O come quando reagirono con sorriso alla piccola gaffe di Renzi il quale, nel corso della visita dei reali in Italia (sotto il regno di Harald i rapporti economici e politici bilaterali Oslo-Roma hanno vissuto e vivono un grande sviluppo) strinse la mano a Sua Maestà, gesto non previsto dal protocollo.