Dagotraduzione dal "Daily Mail"
Foto dal sito di Anthony Karen, fotogiornalista specializzato in "culture ai margini"
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLANIl fotogiornalista americano Anthony Karen è un uomo abituato a muoversi ai margini della cultura americana. Ha raccontato estremisti di destra, i New Black Panthers e persino i membri della tanto vituperata Westboro Baptist Church (quella del pastore Terry Jones che brucia i corani).
Ora ha realizzato un book stupefacente del Ku Klux Klan, un'organizzazione per la supremazia bianca, nota per le sue vesti bianche con cappucci. Ha guadagnato la fiducia dei membri del KKK e gli è stato permesso di fotografarli in tutte quelle situazioni che danno una visione unica del mondo in cui vivono.
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLANIl fotografo ha detto che nonostante le loro convinzioni, si sono mostrati come persone normali, nella loro vita giorno per giorno. "La maggior parte delle persone che ho incontrato non sono diverse da quelli che vivono nella porta accanto. Scopri che fanno parte del Klan solo se hanno deciso di dirtelo. Vivono una vita normale. C'è quello ricco e quello povero, quello più intelligente e quello meno intelligente ... proprio come in qualsiasi altra realtà".
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLANNel secolo scorso i membri del gruppo, originariamente formato da veterani confederati nel periodo successivo alla guerra civile americana, hanno commesso numerosi omicidi di matrice razziale. Quelli del KKK sostengono la separazione delle razze, affermando che l'incrocio tra etnie va contro la volontà di Dio (la religione è una parte fondamentale del loro credo). Nel 1920 il KKK raggiunge il culmine della sua potenza, con ben sei milioni di membri. Oggi si stima che siano tra i 5 e gli 8 mila.
Uno dei crimini più famosi del gruppo resta l'omicidio di tre attivisti per i diritti civili americani, James Earl Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner, che sono stati uccisi nel giugno del 1964 dai Cavalieri Bianchi del Ku Klux Klan del Mississippi. I tre si battevano per spingere gli afro-americani ad andare a votare. L'FBI ha chiamato l'indagine 'Mississippi Burning' - che è stato successivamente utilizzato come titolo per un film del 1988 liberamente tratto dal caso.
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLANLa natura senza pretese delle immagini ha portato molti ad accusare Karen di aver fatto pubblicità al Klan, anche se il fotografo rispedisce le accuse al mittente. "Preferisco documentare il KKK mentre è a casa sua, in contrasto con l'immagine che esso dà di sé nelle manifestazioni pubbliche. Cerco di mostrare agli spettatori come vivono quelle persone mentre bevono soda, cucinano e appendono le foto di famiglia al muro. Non sto banalizzando nulla: mostro le cose esattamente come le ho osservate. L'obiettivo è presentare un progetto - quello di documentare il KKK - che è stato realizzato un milione di volte prima, ma in una luce diversa".
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLANNel 2005 ha partecipato per la prima volta a una cerimonia di "rogo della croce", ma dice che i membri trovano il termine offensivo. Preferiscono "accensione della croce", visto che "disperde le tenebre, [e] porta la verità e la libertà per il mondo". Simboleggia la luce di Cristo, secondo le loro convinzioni.
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLAN'La cerimonia di accensione della croce è considerata sacra per la gente del Klan. Lo stesso vale per gli abiti e i cappucci indossati'.
Sorprendentemente, data la reputazione del Klan per la violenza, Karen dice che non ha mai incontrato alcuna ostilità da parte dei membri, anche se racconta di una situazione in cui un piccolo gruppo di ubriachi razzisti-skinhead lo hanno fatto infuriare durante un weekend di raduno del Klan.
STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLAN STATI UNITI UNA GIORNATA CON IL KU KLUX KLANKaren è riuscito ad avvicinarsi moltissimo ai membri del Klan. Si è mai sentito troppo vicino, troppo amichevole con loro?
'Ogni volta che si guadagna accesso nello spazio intimo di una persona, si sta instaurando un rapporto basato sulla fiducia. Questo non vuol dire che io diventi complice del Klan e che sfrutti questa vicinanza, né significa che "censuro" volontariamente alcuni momenti più negativi per dare un quadro migliore della situazione".
"Ammetto che cerco di offrire una prospettiva che viene bilanciata dalle mie esperienze all'interno di organizzazioni emarginate, come il Ku Klux Klan per esempio, ma in effetti anche mantenere troppo le distanze creerebbe (o può creare) un giudizio da parte mia".