Marco Palombi per ''il Fatto Quotidiano''
matteo renzi con andrea marcucci 2
Un anno fa di questi tempi c' era un grosso allarme sui giornali e nell' allora opposizione. La legge di Bilancio, riscritta a Bruxelles dopo la vana resistenza dei gialloverdi, era infatti arrivata in Parlamento proprio in questi giorni: "È la prima manovra extraparlamentare nella storia della Repubblica", sosteneva non senza ragioni (e non senza ipocrisia) il capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci. Gli alti lai dei meglio commentatori fecero coro: le Camere umiliate di qua, le Camere umiliate di là, la Costituzione, la Resistenza e tutto il resto appresso.
claudio borghi e i deputati leghisti contro conte sul mes
Tutto giusto, tutto vero, anche se - ci pare di ricordare - certe magagne nel triangolo governo-Ue-Parlamento erano più antiche del dicembre 2018. Un anno dopo, invece, c' è solo silenzio. E dire che la legge di Bilancio, scritta preventivamente a Bruxelles e riscritta nelle parti meno rilevanti in una stanzetta da maggioranza e governo venerdì sera, approderà nell' aula del Senato solo domani (forse) per un via libera col voto di fiducia in 24 ore e questo senza che Palazzo Madama, in oltre un mese, sia riuscita a votarla in commissione.
casellati fico conte mattarella
Alla Camera, a quanto pare, avranno invece una decina di giorni per guardare la manovra e farci sopra due chiacchiere, ma senza cambiarla, onde evitare un altro passaggio sotto le feste in Senato, luogo in cui - visti i numeri - ogni pulce può sentirsi leone. Sicuri che stavolta nessun sincero democratico voglia scrivere due parole su una Repubblica parlamentare in cui un ramo del Parlamento non può neanche approvare emendamenti?