Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"
RONALDO CRAGNO
Non finisce il campionato, ma ne comincia uno molto diverso. L'Inter può gestire la sua stagione, come ha già fatto con Genoa, Parma e Torino, tutti i vecchi avversari giocheranno nel mucchio per trovare un posto in Champions. Questo del quarto posto sta diventando un grande inganno mediatico e sta frenando l'intera ripresa del nostro calcio.
Ormai si costruiscono squadre per arrivare quarti, non più per vincere. E quarti rimaniamo davvero. L'importanza della giornata è nella sconfitta del Milan, nella fine della sua corsa pazza e non immaginabile.
La formazione bella e povera che ha perso con il Napoli è il riassunto corretto di un limite che era cominciato ad avanzare già con la sconfitta contro la Juve dell'Epifania. Ne sono seguite altre 4 in 11 partite, una moltiplicazione di confini e di infortuni che non era sostenibile per una squadra abbandonata dai suoi uomini più importanti nel gioco, Ibrahimovic e Calhanoglu.
RONALDO CRAGNO
Resto convinto che aver subito la passerella sanremese di Ibra non abbia giovato alla squadra che è stata costruita da Pioli dentro un'asciuttezza francescana e uguale disegno di diritti e doveri. C'è stata inoltre nel mezzo anche l'Europa League, molti ieri erano stanchi, a partire da Kessie. Non è un caso che anche la Roma abbia perso contro un Parma velocissimo. Ora va frenata la discesa.
La realtà della squadra si vedrà in questo. L'Inter ha tenuto la palla per 70 minuti su cento, questo racconta la sua volontà di lasciare che la partita prendesse da sola la sua piega. Era troppa la differenza, ma era comunque fastidiosa. Giocare con calma serviva a rimarcare questa differenza.
RONALDO CRAGNO
Il problema è che questo atteggiamento toglie voglia a Lukaku e lo spenge. E lascia l'Inter dentro una routine che annoia e diventa a volte anche un pericolo. Il gol di Lautaro è arrivato alla fine. Oggi potenzialmente la Juve è seconda, sempre potenzialmente, è il primo avversario rimasto.
Cagliari-Juve è stata bella perché disordinata, un piccolo cumulo di imperfezioni che ha portato a una ventina di tiri reali in porta. Ma si è visto il Cagliari diventare pericoloso ogni volta che arrivava vicino all'area. Si è confermata la fantasia di Pirlo con Danilo regista, il suo uomo, la sua cosa in sé, ma l'ordine generale non ha tratto vantaggio. Alla Juve manca personalità e scienza negli ultimi sei uomini davanti al portiere. Al resto può ancora pensare Ronaldo, esplosivo dopo la figuraccia di Champions. Forse troppo. Il piede sulla faccia di Cragno meritava il rosso.
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