ALESSANDRO SALLUSTI INTERVISTA LUCA PALAMARA - IL SISTEMA
Estratto da “Il sistema. Potere, politica affari: storia segreta della magistratura”, di Alessandro Sallusti e Luca Palamara (Rizzoli)
Lei sta disegnando un quadro che assomiglia più a una guerra tra bande che al luogo dove si amministra la giustizia. Per questo, fare un po’ di pulizia ogni tanto potrebbe essere cosa buona.
Se parliamo della cupola del «Sistema», che non è e non rappresenta tutto il sistema giudiziario, la risposta è sì; come tutte le cupole, vive e si muove in un perenne stato di guerra, e in guerra non si va per il sottile.
luca palamara e il procuratore giuseppe creazzo
Lo dico oggi che non ho più il cappello di magistrato, con il quale dicevo che è tutto regolare. È un meccanismo che travolge, io ne sono stato parte ma alla fine ha travolto anche me. La magistratura è una bolla impenetrabile, ma all’interno ci sono le stesse dinamiche a volte opache e gli stessi vizi del mondo esterno, nessuno escluso.
Me ne dica almeno uno. Parlo dei vizi.
pm alessia sinatra
Siamo in una stagione in cui c’è grande attenzione, anche giudiziaria, alla sfera privata e al rispetto delle donne, in sintesi alla lotta a qualunque forma di sessismo. Ebbene, a me è capitato spesso di raccogliere confidenze di colleghe, cancelliere, avvocate e pure giornaliste – ma anche di colleghi, perché l’omosessualità non è più un tabù neppure nelle aule dei tribunali – riguardo a fatti spiacevoli, avances anche spinte ricevute da magistrati in posizioni apicali. In questi casi ho sempre cercato di sminuirne la portata, non perché ne sottovalutassi la gravità, ma per tutelare il buon nome della categoria.
Non ho mai denunciato, mi sono limitato a dare consigli di buon senso, come quelli di evitare di trovarsi da sole in determinate stanze e rifiutare inviti a cena. Ma queste cose a volte sfuggono di mano, e allora sono guai, com’è successo nella vicenda tra la procuratrice della direzione antimafia di Palermo, Alessia Sinatra, e Giuseppe Creazzo, il procuratore di Firenze che è stato in corsa per prendere il posto di Pignatone a Roma.
Risulta dalle sue chat. Sinatra sosteneva con lei di essere stata molestata da Creaz zo, e per questo è stata poi ascoltata dai colleghi romani. Il procuratore generale Salvi ha fatto un atto di contestazione nei suoi confronti, che è già una sentenza: «Comportamento gravemente scorretto nei confronti di Creazzo», dando per scontato ancora prima di un processo che la signora si sia inventata tutto. Come sono andate le cose?
procuratore giuseppe creazzo
Allo stato attuale io non so dire chi tra i due sia stato scorretto. Io posso dire che Alessia Sinatra già da tempo mi aveva confidato, con una ricchezza di particolari tale che è difficile pensare che se lo sia inventato, di aver subito pesanti avances da Creazzo nel corridoio di un albergo di Roma, l’Hotel Isa in via Cicerone, dove i due nel dicembre del 2015 si trovavano per un convegno. Lo stesso racconto la magistrata lo ha ripetuto davanti ad altre persone, con me presente, in occasione di una sua venuta a Roma.
LAURA BOVOLI E TIZIANO RENZI
E quando Creazzo si candida alla procura di Roma, lei mi manda una serie di messaggini, tra i quali: «Giurami che il porco cade subito», «Il porco ha parlato con te?», minacciando di porre ufficialmente il problema se Creaz zo fosse stato promosso.
Per molto meno in altri ambiti, pensiamo al mondo dello spettacolo e delle aziende private, su fatti simili sono scattate inchieste giudiziarie e campagne mediatiche.
Nella magistratura non funziona così. Io stesso, devo ammetterlo, non ho denunciato né spinto la collega a farlo, in quel momento ancora dovevo difendere il «Sistema». Una cosa però, dopo le pressioni della Sinatra, mi è chiara: Creazzo è bruciato, non si può puntare su un nuovo procuratore di Roma che, a torto o a ragione, se nominato sarebbe stato coinvolto, cosa che io sapevo con certezza, in una vicenda di molestie. Per questo, non perché lo chiedeva Luca Lotti, sulla successione a Pignatone mi schierai a favore di Viola e non di Creaz zo, con il quale in verità mi sono incontrato riservatamente.
giuseppe pignatone
Creazzo, titolare delle indagini sui genitori di Renzi, ha chiesto il suo aiuto per passare dalla procura di Firenze a quella di Roma?
E immagino che ben sapesse due cose: dei miei ottimi rapporti con Luca Lotti, e del fatto che io fossi sotto indagine della procura di Perugia. L’8 febbraio 2019 – c’è uno scambio di messaggi in tal senso sul mio telefonino – su sua richiesta mi incontro con lui al ristorante Da Mimmo nel centro di Firenze. Mi parla della sua intenzione di candidarsi per la procura di Roma lasciata libera da Pignatone. Io, sapendo della storia delle molestie, mi tengo sul vago, gli spiego che il suo problema non sono io ma la corrente di sinistra Area, che non lo vede di buon occhio. Gli dico anche che mi risulta che il suo nome sia sostenuto dal ministro Bonafede, lui nega di averlo incontrato.
marcello viola procuratore generale firenze 2
Dell’inchiesta sui genitori di Renzi non parlate?
Ne parliamo durante la passeggiata tra il ristorante e la stazione ferroviaria. Gli dico che per quello che mi riguarda le sue indagini sui genitori di Renzi, se condotte con buon senso ed equilibrio, non sono un ostacolo insormontabile per avere il mio consenso alla nomina. Ma dal tono imbarazzato della sua risposta, falsamente tranquillizzante, capisco che non mi ascolterà, che ormai su quella vicenda il suo ufficio si era spinto molto avanti.
lotti renzi
Una settimana dopo il vostro incontro, il 18 febbraio, Creazzo e il suo braccio destro Luca Turco firmano la richiesta di arresti domiciliari per Tiziano Renzi e sua moglie Laura Bovoli.
Lo apprendo da una telefonata che mi raggiunge allo stadio Olimpico, si giocava Roma-Bologna. È la prova che tra me e lui – a differenza di quanto qualcuno ipotizzava in quei giorni – non c’è stato nessun patto indicibile, niente scambi di favori.
il procuratore giuseppe creazzo
Quel «qualcuno» potrebbe sostenere che lei, mandato in avanscoperta da Lotti, abbia provato a fermare o ammorbidire quell’inchiesta sui coniugi Renzi, ma che le sia andata buca.
Dall’esame delle mie chat risulta in modo inequivocabile che sia Creaz zo a cercare insistentemente me, non l’inverso. Se qualcuno stava cercando un favore, questo era lui, non io.
Franco Lo Voi
Per la procura di Roma, oltre a Viola e Creazzo, c’è un terzo candidato, Francesco Lo Voi, in quel momento procuratore di Palermo. Perché, bruciato Creazzo, andare su Viola e non su di lui?
Anche Lo Voi, a mio avviso, era un candidato a rischio cecchino. Non so da chi lo abbia potuto apprendere, ma a Roma c’era chi era pronto a tirare fuori la storia dell’incontro tra Pignatone e il giudice del Consiglio di Stato Virgilio, di poco precedente alla bocciatura del ricorso di Guido Lo Forte contro la nomina di Francesco Lo Voi alla procura di Palermo. Io ritenni che questa situazione avrebbe potuto sensibilmente indebolire la figura di Lo Voi all’interno della procura di Roma e renderlo in qualche modo ostaggio di chi era a conoscenza di questo incontro. Era un rischio da non correre.
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