Salvatore Dama per Libero Quotidiano
fuga milano
La follia collettiva scatta nella serata di sabato. Quando, in seguito alle prime indiscrezioni trapelate dal consiglio dei ministri, inizia a girare voce di una imminente estensione della zona rossa a tutta la Lombardia. Le stazioni ferroviarie di Milano si riempiono di fuorisede.
Soprattutto Garibaldi, dove sta per partire l' intercity notturno diretto a Salerno. Le immagini dell' esodo rimbalzano sui social, il professor Burioni accusa gli emigranti di ritorno di portarsi in valigia il virus. E immediata è la reazione dei governatori del Sud Italia.
Il primo a reagire è Michele Emiliano. Alle 2.31, in un post su Facebook, il governatore intima ai pugliesi di ritorno di non mettere piede nella sua Regione. L' ex magistrato non vuole avere niente a che fare con i lombardi. E tratta i paesani trapiantati all' ombra della Madonnina come degli untori da respingere alle frontiere.
«Vi parlo come se foste i miei figli, i miei fratelli, i miei nipoti», scrive Emiliano suoi social nottetempo, «fermatevi e tornate indietro. Scendete alla prima stazione ferroviaria, non prendete gli aerei per Bari e per Brindisi, tornate indietro con le auto, lasciate l' autobus alla prossima fermata. Non portate nella vostra Puglia l' epidemia lombarda, veneta ed emiliana scappando per prevenire l' entrata in vigore del decreto legge del Governo».
CORONAVIRUS – LA FUGA DA MILANO IN TRENO
E' follia collettiva, appunto.
Perché l' esecutivo non ha ancora preso nessuna decisione.
Ma ovunque girano bozze del decreto della presidenza del Consiglio. La fuga di notizie è un danno enorme. Nessuno vigila sull' imminente contenimento della Lombardia, così chi vuole se la dà a gambe.
Allora le Regioni del Sud, finora fatte salve dal contagio per culo o per opera divina, reagiscono in maniera brutale. Si respira una sorta di razzismo al contrario. Stop all' invasione, dicono i sudisti, aiutiamo i padani a casa loro.
Alla fine sono pochi i pugliesi che salgono sul treno per tornare da mammà. I più scelgono il bus o l' auto. Ma non è un esodo biblico. Eppure Emiliano prepara subito una bella ordinanza che dispone l' obbligo di quarantena fiduciaria per 14 giorni imposta a tutti coloro che decidono di tornare dalle zone chiuse dal nuovo Dpcm.
L' idea piace. Tanto che nel giro di qualche ora tutte le altre sei Regioni del Sud si adeguano con ordinanze analoghe.
treni - fuga da milano per coronavirus
Di qui succede il delirio. In Campania, in seguito alla disposizione presa dal presidente Enzo De Luca, un treno proveniente da Milano e diretto a Napoli viene fermato due volte in provincia di Caserta. Sale a bordo la Polizia Ferroviaria e identifica tutti i viaggiatori prima dell' arrivo alla stazione di Napoli Centrale. Succede lo stesso a Salerno in un bus proveniente sempre da Milano e diretto a Matera.
ritorsioni Le ordinanze dei presidenti delle Regioni meridionali sono in sostanza sette fotocopie: coloro che sono tornati a partire dal 7 marzo provenienti dalla Lombardia e dalle 14 province indicate dal nuovo Dpcm «hanno l' obbligo di comunicarlo».
treni - fuga da milano per coronavirus
E, in caso di «comparsa di sintomi», gli emigranti devono «avvertire immediatamente il medico». Emiliano non si placa. In un video pubblicato in mattinata, minaccia ritorsioni contro chi vuole fare il furbo: in caso di mancata osservanza degli obblighi previsti dall' ordinanza, ci sarà l' arresto.Ma non si capisce chi dovrà fare rispettare queste disposizioni. Nel caso pugliese l' ordinanza indica i prefetti.
Tuttavia il Viminale contraddice gli sceriffi sudisti. In una nota si precisa che le ordinanze delle Regioni contenenti delle direttive ai prefetti relative all' emergenza coronavirus «non risultano coerenti con il quadro normativo». La stessa ministra dell' interno Luciana Lamorgese fa sapere che sta lavorando a una direttiva rivolta ai prefetti «per dare attuazione uniforme e coordinata delle disposizioni del Dpcm» con le misure per il contenimento del Coronavirus «che investono profili di ordine e sicurezza pubblica».
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In serata il presidente della Protezione Civile Angelo Borrelli smentisce definitivamente i governatori del Sud con un' altra ordinanza: non sono vietati gli spostamenti per motivi di lavoro e di salute sul territorio nazionale: «Le Regioni si uniformino», intima il commissario incaricato a gestire l' emergenza.
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