DAGOANALISI
L'Imu "pesante", il balzello sulla casa che anche i tecnocrati europei ne contestato l'equità, è figlia di Mario Monti e il suo tentativo di non riconoscerne la paternità è pura disonestà politica.
Il suo antenato è stato invece l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che introdusse l'imposta il 14 marzo 2011 limitandola però agli immobili diversi dalla propria abitazione e rinviandone la riscossione al 2014, essendoci di mezzo la scadenza naturale della legislatura.
A ciascuno il suo, insomma.
Ben poco, allora, si comprende l'atteggiamento di Rigor Montis che dismessi i panni dell'austero "tecnico" per indossare quelli del propagandista elettorale ora ripudia la sua creatura (Imu). E, in aggiunta, accusando (ingenerosamente) di "irresponsabilità" chi, in realtà obtorto collo, glie l'aveva votata "gratis" in Parlamento.
E chi sarebbero poi gli "irresponsabili" evocati da Mario Monti?
Il testo sulla legge di stabilità (Salva Italia sic) comprendente l'Imposta Municipale Propria (Imu) ha avuto il sì definitivo della Camera il 18 dicembre scorso con una votazione quasi plebiscitaria: 309 voti favorevoli (Pd, Pdl, Udc), 55 contrari (Lega e Idv) e 4 astenuti (radicali). Sia il partito di Pierluigi Bersani che le forze politiche guidate da Berlusconi-Alfano e Pierfurby Casini si sono sporcate le mani (e perso la faccia) su un'imposta che aveva sollevato anche non pochi problemi di costituzionalità da parte dei funzionari della Camera.
IMUCosì, grazie all'omertà dei media anche Rigor Mortis ora può ritagliarsi una parte da protagonista nel teatrino della politica in cui l'inganno e la menzogna sono il canovaccio da recitare in pubblico, spudoratamente (e impunemente).
Un candidato-ombra etero diretto dai suoi "pupari" che detestano sia Berlusconi che Bersani e che sull'esempio (maldestro) del Cavaliere evoca a piè sospinto (e a sproposito) Alcide De Gasperi. Ma neppure il più fasullo capo-popolo dell'ancien regime si sarebbe spinto fino al punto di promettere una nuova legge elettorale una volta rientrato a palazzo Chigi.
IMU jpegSoprattutto dopo aver fatto per mesi orecchie da mercante di fronte agli appelli del Quirinale affinché si andasse alle elezioni del 2013 con regole diverse dal Porcellum. E la vicenda del balzello sulla casa diventato figlio di nessuno (o di tutti) la dice lunga sulla doppiezza del mutante Rigor Mortis da "tecnico" a "politico" (dilettante).
Già. Se il premier del governo dei professori rivendica con orgoglio di aver "salvato" il Paese dalla catastrofe e dalla sindrome Grecia risulta altrettanto manifesto che l'ingiusto conto (salato) per lo scampato pericolo l'hanno pagato i cittadini (Imu compresa).
Negarlo oggi all'avvio di una campagna elettorale dai tempi troppo stretti - imposti per l'occasione da un incauto Giorgio Napolitano -, non fa onore neppure a Rigor Montis.
L'unico a protestare (giustamente) per la decisione del Quirinale è stato il comico Beppe Grillo. Che stavolta le "cinque stelle" se l'è davvero conquistate nell'hôtelière politica.
Da parte di Monti, sposare un simile ragionamento (l'Imu bastarda) e come abbracciare l'ardita tesi difensiva del comandante Gennaro Schettino, che sostiene di aver messo in sicurezza i passeggeri della nave Concordia dopo averli mandati a fare naufragio (e a morire) davanti all'Isola del Giglio.
Di fronte a tali argomentazioni spericolate del mutante Rigor Montis viene solo da sorridere. Come accade al Franti di "Cuore" alla vista di un soldato che zoppicava.