Michela Allegri per ‘il Messaggero’
ASSUNTA MADRE
Doveva volare a Montecarlo, per inaugurare il suo ultimo ristorante insieme a Flavio Briatore. Invece, si è ritrovato con le manette ai polsi e le spalle appesantite dalle accuse di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio. Nessun politico, nessun calciatore, nessuna star internazionale ha bussato, questa volta, alle porte dell'Assunta Madre, il ristorante extralusso nel cuore della Capitale, in via Giulia.
A cercare Gianni Micalusi, il mitico Johnny amico dei vip e dei criminali, con relazioni che spaziano da Al Pacino al boss Michele Senese, fino ai vertici della Banda della Magliana, ieri mattina c'erano i finanzieri del Nucleo di polizia valutaria. Il locale è finito sotto sequestro, così come conti correnti e immobili riconducibili ai prestanome che per anni ha ingaggiato per schermare gli affari e impedire che il patrimonio finisse sotto chiave. Sono state sequestrate anche tre società: la Metro Fish, il Centro ittico laziale e la Papa Giulio.
I PRESTANOME
Papa Francesco e Johnny Micalusi
Micalusi è in carcere con Adriano Nicolini, direttore della filiale romana della Banca del Fucino, accusato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Francesco Minisci, di essere praticamente un tuttofare al servizio di Johnny, e di aver trasformato l'istituto di credito in una sorta di sportello bancomat dedicato al ristoratore. È accusato di aver riciclato 888.244 euro provenienti dalle attività illecite. Ai domiciliari, invece, i figli di Johnny, Francesco e Lorenzo, considerati prestanome.
La stessa sorte è toccata anche a Vito Francesco Genovese, testa di legno di professione al servizio di Micalusi, con tanto di stipendio mensile. Il gip Annalisa Marzano ha disposto i domiciliari pure per il commercialista Luciano Bozzi. Per la procura, Micalusi è riuscito a creare un impero, intestando i beni «a soggetti privi di risorse economiche», in modo da non comparire come titolare. Il sospetto degli inquirenti è che i soldi riciclati siano stati messi da parte nel corso di una lunga carriera criminale, partita nel 1995 con un'inchiesta per bancarotta fraudolenta.
Johnny Micalusi
Nel 2007, il patrimonio del ristoratore finisce temporaneamente sotto sequestro in un'indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso, in cui Johnny viaggia a braccetto con punte di diamante della Banda della Magliana, come Enrico Nicoletti ed Enrico Terribile. In primo grado c'è assoluzione, ma la procura attende l'appello. Nel 2014, Micalusi finisce di nuovo sotto indagine. Un anno dopo, le accuse di usura e finanziamenti abusivi sono prescritte. Ora, scatta la nuova inchiesta della Dda.
I LOCALI
Le «mire espansionistiche» di Johnny, scrive il gip, sono sconfinate: ha ristoranti a Milano, Londra e Barcellona, era in trattativa per inaugurare a New York e a Parigi, sugli Champs Elysées. La sala privée romana dell'Assunta Madre è leggendaria, mentre il locale si riempie ogni sera di politici di tutti gli schieramenti, da Beppe Grillo a Denis Verdini, ad Enrico Letta.
CHECCO ZALONE E FRANCESCO TOTTI DA ASSUNTA MADRE
Non si contano i personaggi influenti. Per questo motivo, per il gip, il carcere è necessario. Micalusi ha amicizie potenti. «Ha rapporti privilegiati sia con la criminalità che con il mondo degli affari e della politica - si legge nell'ordinanza - la notorietà gli ha permesso di espandere le relazioni con persone addentro le istituzioni che potrebbero fornire strumenti necessari per aggirare il presidio cautelare».