KERRY
Antonella Mariotti per “la Stampa”
Devono averlo tradito gli agganci delle scarpe al pedale. L’incidente al segretario di Stato americano John Kerry - a sentire chi di bici da corsa se ne intende - è comune: un attimo di distrazione, mentre devi fermarti per un motivo qualsiasi, non riesci a sganciare subito la scarpa dal pedale (che funziona un po’ come gli attacchi da sci), perdi l’equilibrio e ti ritrovi a terra. È successo in Alta Savoia, ieri, e Kerry è stato ricoverato a Ginevra: le sue condizioni sono «stabili», ma ha riportato una frattura del femore.
Il segretario di Stato Usa non aveva rinunciato, ieri mattina, a una delle sue uscite settimanali in bici: alle 9,40 era vicino alla frontiera franco-svizzera nel Comune di Scionzier. Atletico, nonostante i 72 anni, il capo della diplomazia americana si ritaglia spesso pause sportive in giro per il mondo.
Amatori del weekend
KERRY 1
E Kerry fa scuola. La bici su strada è diventata molto di più che una passione del fine settimana. Aumentano quelli che si mettono alla prova sui percorsi dei campioni. In Italia sono già 80 mila gli amatori praticanti, la metà iscritti alla Fci (Federazione ciclistica italiana). «Ma tanti non sono iscritti alle associazioni e ogni anno fanno comunque migliaia di chilometri. Spesso con poca preparazione atletica».
Lo spiega Guido Rubino, responsabile di Cyclinside.com, esperto di tecnica e preparazione atletica per ciclisti amatoriali. «Molti si illudono che basti sapere andare in bicicletta per utilizzare anche le bici da corsa. Ma non è così. Cambia tutto da una bici da città a una di quelle sofisticate da strada». Per esempio? «La distribuzione del peso: sulle bici da città si carica dietro, su quelle da corsa davanti. Per questo è importante il movimento delle spalle. Poi c’è la velocità: ovviamente è maggiore sia per il tipo di percorsi sia per il peso delle bici. Sono leggerissime».
john kerry si fa un selfie con un cucciolo di elefante
Se in tanti sport esistono corsi di preparazione anche per adulti, chi vuole andare in bici, anche a un certo livello, non trova corsi di formazione specifici. «Di solito sono gli stessi che passano dalla maratona alla bici, spesso con l’aumentare dell’età.
La bici è meno traumatica e più divertente», spiega Enzo Ghigo, ex presidente della Regione Piemonte e oggi presidente della Lega professionisti. «Immagino quello che è potuto succedere a Kerry. Una distrazione e, forse, è caduto da fermo. Un incidente tipico. Il suo problema è che ha 72 anni e, forse, le ossa fragili».
Ghigo di anni ne ha 62 «e pensi che mi considerano un giovane tra noi ciclisti amatoriali». Ogni anno percorre 12 mila chilometri, «ma - aggiunge - non sono nemmeno moltissimi. C’è chi ne fa più di me». Come Massimo Poggio, attore che a teatro ha portato il campione di ciclismo Costante Girardengo.
john kerry
Lui di chilometri ne fa molti su strada e ogni anno partecipa all’Eroica: «Si corre come i ciclisti di un tempo sulle strade bianche». Allenamento? «Sì, sia in bici sia con il nuoto. L’unica volta che sono caduto è successo da fermo. Non ho sganciato i pedali in tempo. Ma i danni sono stati limitati».
Velocità di caduta
«In realtà si può fare tutto, ma sempre con buon senso», sottolinea Michele Naddeo, neurochirurgo alla Città della Salute di Torino: «Il pericolo per i ciclisti su strada è la velocità. Cadere da una bici a 30 all’ora equivale a cadere dal secondo piano. Immagini al doppio della velocità! Si deve usare la testa per salvare il corpo: indossare il casco e non tentare di raggiungere le velocità dei campioni».
john kerry a davos john kerry