Marco Giusti per Dagospia
LIGHT OUT
“Esci dalla testa di mia madre!” Oh, i film del terrore che illuminano l’estate… Lights Out – Terrore nel buio del debuttante svedese David F. Sandberg, prodotto da James Wan, il regista di The Conjuring, nasce da un corto dello stesso regista che aveva fatto il botto su Internet e viene qui sviluppato per una durata di 80 minuti. E’ un film semplicissimo, e da questo nasce forse la sua estrema efficacia, visto che con un budget di 5 milioni di dollari scarsi Lights Out è in cima alle classifiche americane di queste ultime due settimane con un incasso di 62 milioni di dollari.
LIGHT OUT
C’è un mostro, certa Diana, che appare quando si è al buio, e scompare appena si riaccendono le luci. Ma il tempo che passa tra un’accensione e l’altra delle luci può esserci fatale. Come in tutti gli horror degli ultimi tempi i maschi o muoiono subito o interpretano personaggi di supporto. Le donne sono le padrone assolute della scena con le loro follie e le loro paranoie.
C’è una ragazza forte, Rebecca, la bella australiana Teresa Palmer (la ritroveremo a Venezia protagonista del film di mel Gibson), che cerca di difendere il fratellino Martin, Gabriel Bateman, dalla furia di una fantasmessa, Diana, grazie al rapporto che ha con la loro mamma, una strepitosa Maria Bello fuori di testa. Il padre di Martin, Billy Burke, viene liquidato malamente da Diana nella prima scena, che era più o meno il corto di Sandberg che James Wan ha cercato di sviluppare con il suo sceneggiatore Eric Heisserer.
LIGHT OUT
Compare anche in un piccolo ruolo la moglie del regista, Lotte Losten. Come in tanti degli ultimi horror americani, non c’è molto da spiegare e non c’è neanche troppa storia. Il fantasma di Diana compare al buio per farti paura e ogni tanto sembra che parli con la mamma di Rebecca. La ragazza e il fratellino sanno che non solo la loro casa è infestata da questa presenza imbarazzante, a dir poco, ma che la loro mamma è schiava di Diana. Non si sa bene perché.
LIGHT OUT
Così dovranno contemporaneamente affrontare il fantasma e la follia della madre nella grande casa di famiglia, che è poi la stessa di Ouja. Sandberg non sembrerebbe un regista di grande stile visivo, come la Jennifer Kent di Babadook, ma il suo film, grazie forse anche alla cura che ha messo James Wan come produttore, offrendo al debuttante un bel cast e un bello staff tecnico, il musicista Benjamin Wallfish, il direttore della fotografia Marc Spicer, funziona perfettamente. Soprattutto non si ferma, come capita spesso in questi horror a basso costo, quando deve arrivare lo spiegone della storia. Qua non c’è un vero spiegone, ma solo un’idea elementare di paura. E così funziona fino alla fine. Esce giovedì 5 agosto.
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