Natalia Aspesi per "la Repubblica"
raffaella carrà
Carramba che sorpresa! Da dove viene questo nuovo film vintage, d' altri tempi, un musical autarchico che non ricorda certo La la land ma piuttosto i nostri musicarelli anni 70, terrificante forse per i cinefili, ma ottimo in tempi di pandemia e casino governativo per chi, soprattutto se anziano, sta invano aspettando il vaccino e non regge più la concitazione senza fine della politica.
Basta, riposiamoci con Ballo ballo, film spagnolo dal più vivace titolo originale Explota Explota ("Esplodi esplodi", in inglese My heart goes boom!), di Nacho Álvarez, regista ispano- uruguaiano, coraggioso nell' affrontare un film così sempliciotto da farne una rarità culturale ma anche uno degli elementi consolatori e si spera anche calmanti della noiosissima attuale rabbia generale.
sordi carrà
Già il titolo italiano a noi deve ricordare qualcosa, qualcuno, una nostra celebrità che più passa il tempo più ci procura nostalgia: Raffaella Carrà! Lei purtroppo non c' è, se non un nanosecondo alla fine, che vestita di rosso sbuca sorridendo sullo schermo e ci saluta. Ma il film si regge quasi esclusivamente sulle sue canzoni, tredici famosissime nel mondo, dischi platino e d' oro a decine, compresa appunto Ballo ballo, e poi Tuca Tuca e A far l' amore comincia tu etc.
raffaella carrà
Però si smorzi subito l' entusiasmo, purtroppo non le canta e non le balla lei, l' incancellabile ragazza dalla frangetta bionda. Ma attori spagnoli a me sconosciuti che recitano, ballano e cantano e nella versione nostrana con gli attori spagnoli che ballano e attori italiani che recitano e cantano, un paio però a loro volta doppiati da nostri cantanti: io non sono del ramo quindi non conosco nessuno, però il groviglio risulta piacevole, con belle voci dei tempi in cui a Sanremo bisognava cantare e non bastava borbottare.
Trama del film: Maria, fanciulla in lacrime e abito da sposa, si precipita giù dalle scale di Trinità dei Monti va in aeroporto e prende un aereo per Madrid: trattandosi di tentato musical, subito passeggeri e hostess ballano e cantano e fanno capriole tra i sedili. Non faccio lo spoiler della storia anche se è del tutto ovvia, simile a milioni di Telenovele e Harmony e Rosa come, pur se collocato in altro secolo, all' attuale serie Bridgerton di successo esponenziale.
Ma insomma di equivoco in equivoco si scopre che lei sin dalle suore voleva fare la ballerina e c' è di mezzo il giovanotto Pablo, meravigliosamente sbarbato e con occhi celesti come nella pubblicità degli antirughe per giovanotti.
raffaella carrà
Continuando tutti quanti a spalancare gli occhi per un imprecisato stupore, li troviamo in uno studio televisivo madrileno e qui viene fuori che non si tratta solo di musical ma anche di denuncia politica. Almeno così dichiara il regista, innamorato di Raffaella sin dalla culla: siamo nel 1973, quando è appena iniziata la passione della Spagna per la nostra diva e intanto il dittatore Franco ci sta mettendo molto a tirare le cuoia (2 anni dopo).
Le trasmissioni in bianco e nero non sono ancora in diretta, quindi il responsabile della censura, non richiesto (cioè il franchismo non c' entra?), interviene nei varietà misurando la lunghezza delle gonne, aggiungendo un enorme fiore sulle scollature, e tagliando le mosse delle ballerine (dei ballerini no!, scelta del regista) "perché la Spagna è l' ultimo bastione della cristianità contro la carnalità e il libertinaggio".
ballo ballo
E noi a ridere mentre Raffaella Carrà, che era ed è davvero l' idolo della tv spagnola (e della nostra ovvio), ha sempre ricordato che dittatura o no, non aveva mai subito una censura, mentre in Italia negli stessi anni, chi c' era se lo ricorda, il suo ombelico intravisto a Canzonissima , ("Ma che musica maestro!") suscitò la massima riprovazione vaticana e l' intervento censorio dei governi d' epoca (14 negli anni '72-'83, 12 democristiani e gli altri due quasi, non stiamo a lamentarci adesso) a cui quel corpicino giovane che si agitava sinuoso pareva pericoloso più dei primi femminismi e solo un po' meno della rivolta studentesca prima delle sua drammatiche derive.
ballo ballo
Raffaella era, è, semplicemente brava come si doveva essere allora, è stata l' erede dei nostri grandi varietà teatrali anteguerra, novella Osiris ma più brava, entrambe mitizzate dalla comunità omosessuale clandestina allora e oggi riconosciuta. Al World Pride di Madrid del 2017 è stata eletta icona gay mondiale. Re Felipe deve avere avuto un sussulto e nell' ottobre del 2018 le ha conferito una onorificenza molto importante, quella della Dama dell' Ordine al Merito Civile.
ballo ballo
In Italia una valanga di Telegatti e altri premi, ma se non sbaglio e si sbagliano i responsabili, nessuna onorificenza istituzionale.
Tra i tanti anche se modesti meriti, Ballo ballo, primo tra tutti il ricordare quanto sia meraviglioso essere contenti, allegri e anche un po' intelligentemente scemi, quello di trasmettere la nostalgia per una televisione che pur terrorizzata dal corpo delle donne cioè dal peccato e dalla sovversione, e come sempre governativa, consentiva l' intelligenza, la cultura, la bellezza anche nel varietà, oggi pericoli cancellati dai game, dai reality, dai talent e dalla invasione ingiustificata della politica.
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