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    SORRIDI! SEI SU JIHAD CAMERA! - IN IRAQ VA IN ONDA UNO SHOW IN CUI FINTI JIHADISTI RAPISCONO ALCUNE CELEBRITA' FACENDOGLI CREDERE CHE LI UCCIDERANNO - IMBOTTITI DI FINTO ESPLOSIVO E BENDATI VENGONO TRASCINATI FUORI CIRCONDATI DAL SUONO DI SPARI - L'ATTRICE COMICA NESSNA SVIENE DUE VOLTE - IL CALCIATORE DELLA NAZIONALE AALA MHAWI PREGA E PIANGE PER LA SALVEZZA... VIDEO


     
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    Dagotraduzione dall'Afp

     

    Finti Jihadisti Finti Jihadisti

    Ha suscitato indignazione in Iraq uno show televisivo di candid camera in cui falsi combattenti dell'Isis rapiscono alcune celebrità, le vestono con giubbotti apparentemente esplosivi e annunciano loro che saranno giustiziati.

     

    I vip vengono invitati a fare beneficenza visitando alcune famiglie irachene apparentemente sfuggite a estremisti islamici. Qui, subiscono una finta imboscata da un gruppo di jihadisti armati. Le storie si sviluppano sulla reazioni delle vittime: l'attrice comica Nessma, una cinquantina d'anni, s'è vista piombare addosso auto cariche di jihadisti armati che in pochi secondi hanno circondato la casa, costringendola a rifugiarsi tra le quattro mure, terrorizzata. I finti terroristi l'hanno poi bendata e le hanno infilato un giubbotto apparentemente esplosivo, simile a quelli usati negli attacchi suicida, mentre la donna piangeva e pregava, così spaventata da svenire. Rianimata dalla presentatrice dello show (rigorosamente travestita da Hashed) con un po' di acqua in viso, è stata quindi trascinata fuori. Bendata e convinta di avere indosso un giubbotto carico di esplosivo, la donna è svenuta nuovamente al sentire intorno a sé esplodere una pioggia di colpi di arma di fuoco. Stesso copione per Alaa Mhawi, terzino destro della nazionale, che ha implorato più volte i terroristi di graziarlo, piangendo: «Sono tuo fratello, sono iracheno e rappresento l'intera nazione».

    L'attrice Nessma L'attrice Nessma

     

    La serie è firmata dalla potente coalizione paramilitare Hashed al-Shaabi sponsorizzata dallo Stato. I suoi combattenti sono stati al centro di una campagna militare nel 2017. Nello spettacolo recitano la parte dei militari buoni, che salvano i malcapitati.

     

    «Questo non è intrattenimento» ha scritto su Twitter Bilal al-Mosuli, residente a Mosul, la città che autoproclamata 'capitale' dell'IS in Iraq dal 2014 al 2017. Un altro iracheno, Ahmed Abderradi, ha espresso incredulità per lo spettacolo su Facebook. «L'anno prossimo avremo Saddam», ha scherzato amaramente, riferendosi al dittatore che ha terrorizzato gli iracheni dal 1979 al 2003, Saddam Hussein.

     

    L'attrice Nessma L'attrice Nessma

    «Oppure possiamo gettare gli ospiti in un fiume come le vittime di Speicher», ha scritto, riferendosi al massacro di Camp Speicher del 2014, quando l'IS ha giustiziato 1.700 coscritti sciiti e scaricato i loro corpi nel Tigri.

     

    Per anni, intrappolare le stelle è diventato un punto fermo degli spettacoli di Ramadan in prima serata sui canali satellitari arabi. Ma questa è la prima volta che un programma iracheno combina la formula con il "terrorismo", che è ancora una vera minaccia in Iraq. «Non vedo che piacere potresti provare guardando queste persone torturate in questo modo», ha scritto un altro spettatore sui social media.

     

    Il programma trasmette anche finte esecuzioni e sparatorie «a salve», secondo un disclaimer all'inizio. Per altri, invece, lo spettacolo saluta i combattenti anti-IS. «Ma è possibile mostrare il coraggio delle truppe Hashed e irachene senza introdurre il terrorismo», ha twittato Noor Ghazi, un iracheno che vive negli Stati Uniti.

     

    L'attrice Nessma L'attrice Nessma

    La violenza jihadista è ancora un dato di fatto in Iraq. La casa della cosiddetta famiglia sfollata nello spettacolo si trova nella cintura agricola fuori Baghdad, dove le cellule dormienti dell'IS continuano a intimidire ed estorcere la gente del posto.

     

    Secondo l'utente dei social media Hamed al-Daamy, «lo spettacolo offre pubblicità gratuita all'IS e ad altri gruppi terroristici». Uno scrittore dello spettacolo, Dargham Abu Rghif, è balzato in sua difesa. «Le scene sono dure ma ... se l'IS avesse vinto, gli artisti avrebbero avuto una vita molto più dura, e anche tutti gli iracheni», ha scritto su Facebook.

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