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    LA GUERRA MONDIALE SI FA CON GLI HACKER - L’AZIENDA CHE FORNISCE PIÙ DI 378 MILIONI DI LITRI DI CARBURANTE AL GIORNO IN AMERICA, LA "COLONIAL PIPELINE", PRESA D’ASSALTO DAGLI HACKER - LA SOCIETA’ HA DECISO DI FERMARE L’ATTIVITA’ A TITOLO PRECAUZIONALE - GLI INDIZI PORTEREBBERO ALLA CYBER GANG  "DARKSIDE", MA RESTA IL SOSPETTO CHE CI SIA QUALCHE LEGAME CON I SERVIZI DI SICUREZZA RUSSI...


     
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    Giuseppe Sarcina per il "Corriere della Sera"

     

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    Attacco alla «giugulare» della distribuzione del petrolio e dei carburanti negli Stati Uniti. Venerdì 7 maggio un commando di hacker ha messo fuori uso alcuni server della Colonial Pipeline, la società proprietaria di 8.850 chilometri di tubi che trasportano più di 378 milioni di litri al giorno tra greggio, diesel, gas per uso domestico, combustibile per le basi militari e per gli aeroporti civili, a cominciare da quelli di Atlanta e di Charlotte.

     

    L' incursione ha bloccato un network informatico laterale, ma l' azienda ha deciso di fermare tutta l' attività, a «titolo precauzionale». In un comunicato, ha fatto sapere di aver già accertato che «si tratta di un' intrusione per ottenere un riscatto».

     

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    È un fenomeno criminale in rapida espansione. I «pirati» inquinano il software delle vittime, oscurano i dati o disabilitano le funzioni principali di un sistema. Poi offrono i codici per riportare tutto alla normalità a fronte di un consistente pagamento.

     

    La Colonial Pipeline fornisce circa il 45% del carburante e dei suoi derivati consumati sulla Costa Est, al termine di un lungo percorso che inizia nelle raffinerie di Houston, in Texas, attraversa tutto il Sud degli Stati Uniti, passando per l' Alabama e la Georgia, sfiorando la capitale, Washington, fino a Linden, nel New Jersey. La società fa capo a 5 dei principali gruppi petroliferi presenti nel Paese, tra i quali Shell e Koch Industries.

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    Per ora il black-out non ha avuto un impatto significativo né sulla disponibilità della materia prima, né sui prezzi.

     

    Tuttavia l' incidente potrebbe trasformarsi in una crisi molto grave, se lo stop delle forniture dovesse continuare per altri quattro o cinque giorni.

     

    La Colonial Pipeline ha affidato una prima indagine interna a una società specializzata, la FireEye. Ma il dossier è chiaramente di interesse nazionale.

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    Il presidente Joe Biden sta «seguendo gli sviluppi» in modo da «assicurare al più presto il riavvio della pipeline». Sono in campo l' Fbi e diversi organismi governativi, come la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, che dipende dal dipartimento della Sicurezza interna. Secondo le indiscrezioni raccolte dal sito Politico , gli indizi porterebbero a una cyber gang conosciuta con il nome di «Darkside», non riconducibile, quindi, a uno Stato.

     

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    Resta, comunque, il sospetto che gli hacker possano avere qualche legame con i servizi di sicurezza russi, come si è visto in molti altri episodi registrati nell' ultimo anno. Una lunga catena che ha colpito ospedali, centri di ricerca medica, enti statali e locali, scuole. In media il riscatto richiesto si aggira sui 300 mila dollari. Ma è facile immaginare che questa volta la somma potrebbe essere molto più alta.

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    L' amministrazione Biden sta mettendo a punto un piano per rinforzare le difese digitali dei gestori di elettricità, acqua, telecomunicazioni. Il caso della Colonial Pipeline dimostra quanto sia acuta la vulnerabilità delle grandi reti del Paese.

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