Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
merkel renzi napolitano
La frase più forte, Joachim Gauck l’ha pronunciata a braccio. «La Germania non si sente egemone, ma responsabile per gli impegni presi. E prende seriamente quanto concordato nei Trattati». Rispondendo ad una sollecitazione di Gian Enrico Rusconi sull’egemonia «riluttante» o «inadeguata» di Berlino, il Presidente della Repubblica tedesco ha richiamato ieri un concetto centrale del suo pensiero.
Lo stesso che da mesi spinge una parte della sinistra più ottusa a dipingerlo con l’elmetto in testa. Il governo Merkel ha deciso di aumentare il proprio impegno diplomatico e militare all’estero, e Gauck ha sottoscritto in pieno questa svolta.
JOACHIM GAUCK
Con il coraggio di un ex sacerdote cresciuto nella Germania comunista che è stato tra i protagonisti della rivoluzione pacifica che provocò la fine del regime, Gauck predica da sempre che la libertà può essere solo sinonimo di responsabilità. Per la Germania, come per l’Italia, è la responsabilità di rispettare gli accordi e le promesse, che siano le missioni internazionali o il Patto di stabilità. Vanno intesi come «un servizio per affrontare il futuro comune».
IL BRINDISI PER NAPOLITANO
Nel primo incontro dell’«Italian-German High Level Dialogue», Gauck ha dimostrato quanto rispetto ci sia in Germania per una figura come Giorgio Napolitano, che secondo Berlino ha interpretato negli ultimi anni con enorme senso di responsabilità alcune delle fasi più difficili della storia italiana. Alla cena successiva al discorso inaugurale dei due presidenti, Gauck ha chiesto un brindisi alla salute di Napolitano, «che ci ha fatto il dono del suo ultimo incontro internazionale».
NAPOLITANO GAUCK
E nel discorso, Gauck lo ha definito «europeista appassionato» e «grande amico della Germania». Soprattutto, quando ha richiamato il loro ultimo incontro, a Sant’Anna di Stazzema, «il luogo in cui dei tedeschi hanno compiuto uno spaventoso crimine», il Presidente tedesco ha esitato un momento e la voce gli si è incrinata. Solo un applauso del Teatro Regio lo ha sbloccato, lo ha spinto ad aggiungere che la scelta di Napolitano di essere nel luogo dell’eccidio con lui «è stato un grande, grande regalo per me». Una frase improvvisata, aggiunta a braccio, commossa.
RENZI, RIFORME IMPORTANTI
Gauck è uomo con «nipoti e pronipoti», che ritiene «insopportabile» l’idea di una generazione perduta, senza prospettive di un lavoro o senza un futuro. Servono «ampie riforme» per superare l’attuale impasse economica, che richiedono tempo e «tenacia». E l’Italia, ha precisato, «ha avviato importanti passi di questo percorso».
federica mogherini
In Germania «percepisco un forte apprezzamento per gli ambiziosi piani di riforma del governo di Matteo Renzi e per il chiaro sì a favore dell’Europa in cui sono inseriti questi percorsi di riforma». E se con Federica Mogherini «un’italiana è diventata ora il volto dell’Europa del mondo», il mondo «terrà particolarmente conto dell’Europa», se gli Stati membri saranno «coesi».
NON SOLO ECONOMIA
Il senso degli incontri torinesi tra esponenti di spicco dei due Paesi, fortissimamente voluto da Napolitano, è quello di andare al di là degli aspetti economici o commerciali, di ricostruire un dialogo anzitutto culturale, sociale tra Italia e Germania.
Sempre facendo riferimento ad una frase di Rusconi, che ha rivelato di amare l’espressione «Gesprächspartner», approssimativamente traducibile con «partner per il dialogo», ma di sentirne la mancanza, nei rapporti con i tedeschi, Gauck ha replicato che il suo invece esiste, ed è Napolitano: «Io e Napolitano siamo “Gesprächspartner”, e so che nell’ambito della cultura esistono. Impegniamoci - ha concluso - perché crescano».
GIAN ENRICO RUSCONI
È superfluo citare generazioni di scrittori che per secoli sono venuti in Italia, da Goethe ai fratelli Mann, per sapere che «ripetutamente l’Italia ha influenzato la Germania» e che «gli influssi della cultura e dell’arte italiana sulla Germania, sulla storia del pensiero tedesco non si apprezzano mai abbastanza», ha sottolineato. Ma se il Presidente si augura che il governo italiano riesca a portare a termine il percorso di riforme, è anche perché consentirebbe al nostro Paese di «liberare nuovamente l’immenso potenziale creativo per cui noi, gli altri europei, ammiriamo tanto l’Italia».