POGBA
Claudio Savelli per Libero Quotidiano
Sono i tempi con cui è stata riportata la notizia ad agevolare i sospetti, secondo i quali la Juventus abbia dato il via alla strategia di uscita di Bonucci. Perché siccome i retroscena dell' intervallo della finale di Cardiff sono noti agli addetti ai lavori fin dal giorno dopo, ma solo a distanza di due settimane sono stati pubblicati, è possibile che sia stato il club bianconero a far sì che la «protezione» attorno a Bonucci cadesse per lanciare un segnale alle pretendenti (Chelsea e City) sul mercato: Leonardo può partire a fronte di un' offerta adeguata al suo valore.
Ad oggi rimane un' ipotesi, questa, una ricostruzione supportata però da un reciproco interesse a separarsi, perché la Juve vuole chiudere una cessione importante per «rinfrescare» la rosa e perché Bonucci ritiene ormai consumato il suo rapporto con Allegri, fresco di rinnovo fino al 2020. Le ruggini tra il tecnico e il difensore sono datate (allo scorso febbraio, durante Juve-Palermo) e mai davvero ripulite, al punto che la convivenza è stata resa possibile solo dall' etica di due professionisti esemplari.
POGBA
Tornando ai fatti di Cardiff, alla parte nota (riportata da Repubblica e La Stampa e smentita ieri da Bonucci con un post su Facebook), ovvero che durante l' intervallo Bonucci avrebbe accusato Dybala di scarso impegno dopo l' ammonizione ricevuta al 12' arrivando a dargli uno scappellotto, va aggiunto un nuovo particolare: in difesa della Joya si sarebbe frapposto con forza, ma solo verbalmente, Higuain, prima dell' invito di Chiellini a concentrarsi sul secondo tempo (invano, considerando la prestazione). La tensione, giunta al limite, avrebbe infine indotto Allegri a terminare anzitempo l' intervallo e questo spiegherebbe perché la Juve era sul terreno di gioco ancora prima dell' arrivo della squadra arbitrale.
mino raiola pogba
Non si trovano riscontri, invece, per quanto riguarda la richiesta da parte di Bonucci ad Allegri di sostituire Barzagli con Cuadrado. È infatti difficile immaginare che un giocatore, pur carismatico, si permetta di indicare al tecnico le sostituzioni, per di più di fronte ai compagni e in particolare di un senatore del gruppo di cui lui stesso fa parte: significherebbe cercare uno scontro frontale e l' intenzione di Leo è esattamente opposta, soprattutto in ottica di un' eventuale cessione. Bonucci infatti conserva, come uomo, un profondo senso di appartenenza nel club e per questo non vuole utilizzare strategie di uscita «colorite», come quella messa in atto in questi giorni da Dani Alves. È invece il Bonucci-calciatore a considerare la cessione come un' opportunità professionale, considerando i trent' anni compiuti.
L' idea, condivisa tra il giocatore e il club, è che la cessione debba essere un' occasione, non un obbligo, per cui sarà necessaria un' offerta che soddisfi tutte le parti in causa. La richiesta della Juve rimane di 60 milioni, una cifra che nessuno ha mai offerto, se è vero che la scorsa estate sia il Chelsea che il City si fermarono a quota 40. Pep si spinse però ad una proposta di ingaggio di 9 milioni all' anno, che il diretto interessato ipoteticamente avrebbe accettato.
Bonucci, tramite il suo agente, ha quindi avvisato Conte della proposta del City e gli ha ribadito che in caso di "pareggio" il Chelsea sarebbe la sua prima scelta. L' ex ct è però ancora alle prese con un rinnovo di contratto che tarda, e finché non sarà messo nero su bianco, oltre a lasciare aperta l' ipotesi di una fuga improvvisa, il mercato dei Blues rimane bloccato.
DANI ALVES
Il Chelsea, però, è consapevole di avere un jolly da giocare nella trattativa: Matic (28 anni), per il quale la Juve ha già chiesto informazioni, è l' obiettivo di Allegri per il centrocampo. In serata, una nuova tegola per i bianconeri: secondo Espn, che cita un portavoce della federazione internazionale, sarebbe stata aperta una procedura disciplinare contro la Juventus per il trasferimento di Pogba allo United, che ha portato a Raiola una commissione da oltre 25 milioni. Il club rischierebbe una multa, anche se c' è chi parla addirittura di blocco del mercato in entrata.
2. IL MURO PERDE PEZZI
Alessandro Bocci e Filippo Bonsignore per il Corriere della Sera
BONUCCI
Il Muro si sgretola. Prima ci ha pensato il Real Madrid di Cristiano Ronaldo nella finale di Champions League, ora ci prova il mercato. L' estate torrida può cambiare i connotati della Juventus più di quanto fosse logico aspettarsi. Dani Alves ha quasi ottenuto la rescissione per scappare al Manchester City, l' altro brasiliano Alex Sandro strizza l' occhio a Conte e Lichtsteiner è, al momento, più fuori che dentro.
Tre difensori esterni su quattro sono in bilico. E al centro tutto ruota intorno a Bonucci.
La BBC, che ha segnato le ultime stagioni bianconere e della Nazionale, potrebbe perdere il pezzo più pregiato della banda. Leo ha trent' anni ed è il leader della difesa di ferro. Dalla scorsa estate, dopo l' Europeo in Francia, è diventato uno dei più forti e considerati del mondo. Conte, sempre lui, l' incubo bianconero, lo vorrebbe al Chelsea. Guardiola lo ha suggerito al Manchester City. Gli inglesi sono pronti a offerte milionarie: 50 milioni almeno. A parole sia Bonucci che la Juventus vogliono proseguire insieme. Ma le vie del mercato sono infinite. Bonucci, peraltro, è un tipo scomodo: durante la stagione ha litigato platealmente con Allegri e si rincorrono le voci, peraltro tutte smentite, anche dallo stesso giocatore, di tackle poco garbati nell' intervallo della partita di Cardiff. Per adesso Bonucci è semplicemente inorgoglito dalle proposte arrivate.
Mentre la Juve fa due conti.
Marotta ha rifiutato 60 milioni dal Chelsea per Alex Sandro, ma i Blues sembrano pronti a rilanciare sino a 70 e, soprattutto, contano sulla volontà del giocatore, che a Torino non si è mai ambientato sino in fondo ed è attirato dalle sterline della Premier. Il problema è che, stando dietro alle voci e ai movimenti sotterranei, la Juve rischia di dover rivoluzionare la difesa e stiamo parlando, al di là dell' epilogo in Champions, del reparto su cui la Signora ha fondato le sue fortune. Se parte Bonucci, sarà promosso Rugani, ma sarebbe necessario un intervento di qualità, perché non può bastare il riscatto di Benatia.
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Anticipare l' arrivo di Caldara è una soluzione, ma bisognerebbe fare i conti con l' Atalanta. Un tentativo per Manolas potrebbe essere una soluzione. Vedremo. Al momento è più facile che a salutare l' Italia sia Alex Sandro che Bonucci.
Sulle fasce le soluzioni si sprecano, ma siamo nel campo delle idee e dei sondaggi: lo spagnolo Bellerin dell' Arsenal, il francese Mendy del Monaco, soprattutto Darmian del Manchester United. Solo De Sciglio, in rotta con il Milan, è qualcosa di più. Cambia anche il portiere, quello di riserva. Neto, che poteva andare al Milan, sembra tornato vicino al Valencia. E per il polacco Szczesny, vice di lusso per una stagione, c' è l' accordo con il giocatore (quadriennale da 4 milioni netti a stagione) ma non con l' Arsenal, che continua a chiedere oltre 10 milioni.
ALEX SANDRO
Ma la nuova Juve, in attesa di sistemare la difesa, intende ripartire dall' attacco. E sulle fasce medita di raddoppiare. Douglas Costa del Bayern Monaco è una trattativa avanzata e l' accordo potrebbe arrivare a stretto giro di posta sulla base di 40 milioni. La notizia è che Federico Bernardeschi, che non intende allungare il contratto con la Fiorentina in scadenza nel 2019, ha scelto la squadra del suo compaesano Buffon. Ora si tratta di capire quale sarà la posizione dei viola. La Juve è pronta a formulare un' offerta da 40 milioni e eventualmente a discutere di contropartite tecniche. Corvino, prima di muoversi, aspetta che il dieci di Firenze esca allo scoperto. La situazione è in evoluzione e i prossimi giorni saranno determinanti per capire la piega che prenderà la vicenda. Se dovessero arrivare due esterni d' attacco, la Juve potrebbe lasciar partire Cuadrado per il quale è arrivata una proposta dal Paris Saint Germain. Il mercato della regina è appena cominciato. E si annuncia pirotecnico. Avanti, a piccoli passi e soprattutto a fari spenti. Dopo l' enorme clamore mediatico suscitato dalla rottura della trattativa di rinnovo di Gigio Donnarumma con il Milan, Marco Fassone e Mino Raiola hanno messo il silenziatore ai rispettivi j' accuse e sottotraccia, soprattutto per venire incontro ai desideri del baby fenomeno, hanno ripreso i colloqui. Maneggiare con cautela è l' imperativo che aleggia attorno al tormentone dell' estate. Ogni parte interpellata sussurra che la riapertura sia «difficile», prudenza dettata dal timore di contrariare l' interlocutore.
bonucci
Però sotto sotto qualcosa si muove. Gigio, nonostante l' entourage voglia far passare il messaggio che «è serenissimo», chiede aggiornamenti dalla Polonia, preoccupato che il Milan nel frattempo definisca l' acquisto di un altro portiere, ipotesi che il giocatore e il clan Raiola interpreterebbero come una pietra tombale sulla speranza di Gigio di restare a Milano da protagonista. È turbato e dopo il diluvio di critiche e insulti sui social si chiede quale possa essere la reazione del popolo rossonero a una sua eventuale permanenza e se lo strappo sia irreversibile o passibile di ricucitura.
Il Milan dal canto suo sta provando con ogni mezzo a rassicurare il ragazzo: dopo le audizioni, stile X Factor, ha messo in stand by fino a fine settimana le trattative con Neto e Perin (peraltro a loro volta titubanti all' idea di accettare la proposta rossonera senza avere la certezza di avere Gigio come competitor). L' ultimatum del 13 giugno per decidere il prolungamento (a 5 milioni annui per cinque stagioni) o la separazione è stato cancellato e di fatto il nuovo orizzonte è spostato al 3 luglio, giorno del raduno, sebbene per Donnarumma - impegnato dopo gli Europei con gli esami di maturità - non sia ancora stata fissata una data per l' aggregazione alla squadra in ritiro. Mino Raiola non nasconde che la strada per l' accordo sia ancora lunga (terminerà con una clausola?) ma al contempo non esclude l' eventualità.
DONNARUMMA STRISCIONE
Nelle prossime ore Enzo, cugino di Mister Commissione, volerà a Cracovia per incontrare Gigio, sondarne gli umori e comprendere le reali intenzioni. Il momento è delicato, tanto che Massimiliano Mirabelli ieri ha annullato tutti gli appuntamenti in programma per discutere a Roma con Vincenzo Montella, rientrato dalla vacanza nel Sud-Est asiatico (niente incontri con la Lazio con cui permane una forbice di 7 milioni fra domanda e offerta per Biglia). Il pranzo è servito per fare il punto sul mercato (a proposito Pantaleo Corvino, ds viola, è già a Milano: la Fiorentina apre alla cessione di Kalinic, valutato 30 milioni, ma non accetterà formule di pagamento rateizzate) e condividere le strategie per la porta.
Anche perché da Madrid, il famelico Florentino Perez ha ammesso l' interesse per il milanista. «Stiamo monitorando Donnarumma - ha dichiarato il presidente del Real -.
Tutto il mondo dice che è un grande giocatore, futuro sostituto di Buffon in Nazionale e ha grandi qualità». Ma dire oggi che Gigio sia pronto a urlare Hala Madrid è prematuro.
BERNARDESCHI