Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
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Un alto muro da scalare con cocci di bottiglia aguzzi e taglienti su in cima, su cui è facile farsi molto male. La ripartenza per lo sport e, in particolare per il calcio, sarà (se mai ci sarà) un percorso di guerra. Le difficoltà sono enormi e, allo stato, rimane improbabile programmare in queste condizioni la ripresa.
Il Coni ha consegnato al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, il report «Lo sport riparte in sicurezza» di 404 pagine con le indicazioni del Politecnico di Torino e le raccomandazioni della Federazione medico sportiva italiana. Una bibbia da seguire alla lettera, per evitare nuovi contagi da coronavirus.
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L' applicabilità però è da campo minato, soprattutto per calcio, basket e rugby.
Il lavoro certifica i diversi fattori di rischio delle 387 discipline. Il Politecnico ha suddiviso gli sport in categorie: dalla classe 1 (meno pericolosi), gli sport singoli e all' aperto, fino alla classe 8, le discipline con assembramento e contatto continuo, le maggiori possibilità di contagio. Per la vela, in mare su barca singola il rischio è praticamente nullo, il tennis è catalogato in classe 3 se singolo e 6 se in doppio, la pallavolo è a livello 5 perché sport di squadra ma separato, con particolare attenzione al momento di contatto più intenso: schiacciata e muro. Sport di squadra a campo condiviso come calcio, basket e rugby hanno un indice di pericolosità 7, molto elevato, con raccomandazioni stringenti per evitare nuovi contagi: mascherine e distanziamento sociale in panchina, tamponi da effettuare agli atleti 48 ore prima di ogni evento. Lo sport più estremo è la scherma: classe 8, il massimo.
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Con condizioni così, ripartire è come decidere di fare un giro in un bosco in fiamme, bruciarsi è un attimo. Dopo Olanda e Argentina, ha detto basta la Francia. «Vietati gli eventi sportivi prima di settembre. Considerate la stagione del calcio finita. Niente allenamenti collettivi», ha detto il primo ministro francese Edouard Philippe. Ligue 1 e 2 terminate, come confermato dalla federcalcio francese.
La Uefa sta invece vagliando la possibilità di far riprendere campionati e coppe anche a settembre pur di concluderli.
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Senza squadre francesi mandare avanti la Champions sarà difficile. Entro il 25 maggio le federazioni devono comunicare se intendono o no finire i campionati e con quale formula. La Uefa si riunirà il 27 maggio, ma viste le crescenti defezioni valuta tutte l' ipotesi per la stagione in corso.
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La Spagna ha dato il via libera agli allenamenti individuali dal 4 maggio nei centri sportivi e dal 18 ai collettivi, a gruppi ridotti di sei giocatori.
Lo stesso chiede l' Associazione calciatori italiana: «Discriminatoria e illogica la decisione di non far riprendere gli allenamenti individuali nei centri sportivi». Con l' Aic concorda la Lega serie A, in lite con il ministro dello Sport, e che oggi invierà al premier Conte una lettera per chiedere date certe per la ripartenza. In più ha convocato un' assemblea urgente per il 1° maggio per discutere dei diritti tv.
Spadafora ha chiamato il presidente dell' Aic, Damiano Tommasi, per precisare che «sugli allenamenti non c' era altra scelta». Poi ha polemizzato con la Lega. «La prudenza che noi stiamo avendo è ciò che lascia ancora uno spiraglio alla possibilità di ripresa del campionato: l' alternativa è fare come ha fatto la Francia, dire che calcio si ferma qui».
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Il ministro ha poi ringraziato il presidente della Figc Gravina, per aver «smentito le illazioni di qualcuno della Lega serie A che aveva detto che c' era stato un accordo sulla data di ripresa del campionato. Nulla di più falso. È il solito vizietto di qualche presidente di mettere in giro menzogne». Gravina aveva bacchettato la Lega serie A: «Non c' era nessun accordo e indicazione di date. Certe fughe in avanti sono dannose per il calcio».
«Dobbiamo prepararci alla nuova stagione, rincorrere questo campionato è pericoloso. Dobbiamo seguire i medici e fare scelte intelligenti», sottolinea l' ex presidente dell' Inter Massimo Moratti. Ripartire è sempre più difficile.
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