Chiara Maffioletti per il Corriere della Sera
DE SICA POVERI MA RICCHI
Se una volta c' era il cinepanettone di Natale, quest' anno siamo passati al cine cenone natalizio: antipasto, primo, secondo, dolce, frutta, caffè e ammazzacaffè. Sette commedie italiane tutte in uscita nello stesso periodo: questo. Richiami più o meno netti al 25 dicembre, risate non tra le più sofisticate, la promessa racchiusa già nel biglietto di novanta minuti leggeri come i copioni di questi film, che se non tutti cinepanettoni, sono al limite cinepandori.
Non Antonioni, insomma. E ci sta. Ma per quanto il genere sia fortunato, non si capisce perché tutti puntino sulla stessa manciata di settimane. Certo, durante le feste si va più al cinema. Ma a vedere sempre lo stesso film?
La cena di Natale (con Scamarcio e Chiatti); Natale al sud (Boldi); Natale a Londra (Lillo e Greg); Non c' è più religione (Bisio); Poveri ma ricchi (De Sica); Fuga da Reuma Park (Aldo, Giovanni e Giacomo); Mister felicità (Siani) : il primo è uscito il 24 novembre, l' ultimo uscirà il primo gennaio. In mezzo gli altri. Si potrebbe pensare a un premio per chi li vede tutti, una tessera fedeltà per chi completa l' abbuffata di risate natalizie visto che - è evidente - il rischio di questa guerra tra commedie è che si cannibalizzino tra loro.
LILLO E GREG NATALE A LONDRA
Andrea Occhipinti, presidente dei distributori Anica (l' associazione delle industrie cinematografiche): sette titoli non sono tanti? Non bastasse esce anche il primo spin off di Star Wars ... «Domanda imbarazzante. Sì, sono un po' troppi. Le valutazioni si fanno alla fine ma è chiaro che si rivolgono allo stesso pubblico. È il periodo più allettante per una commedia ma è un errore farsi tentare solo da questo: gli incassi si divideranno». Le sale con meno schermi dovranno poi fare una scelta: ha senso creare questa rivalità? «Servirebbe un ragionamento globale, vero. Case di produzione e distribuzione peccano un po' di ego, nessuno fa un passo indietro: è una politica suicida.
L' affollamento di titoli italiani tra ottobre e aprile è tra i temi più scottanti del cinema».
Massimo Boldi rivela il suo fair play : «Da quando mi sono separato da De Sica e De Laurentiis ho sempre scelto di uscire prima per non invadere il loro Natale». Natale al sud , di cui Boldi è anche produttore, è in sala dal primo dicembre «ma spero che qualche copia regga fino al 25». Tra i padri fondatori del genere, ammette di voler «continuare con la tradizione dei film di Natale.
un natale al sud paola caruso e massimo boldi
Sono un rappresentate del cinepanettone e questo fa di me una garanzia: chi va a vedere i miei film sa che non butterà via soldi e passerà un po' di tempo divertendosi».
La preoccupa la moltiplicazione di commedie natalizie?
«Sono moltissime ma chi porta pubblico al cinema sono gli attori. La gente va a vedere Boldi, va a vedere De Sica... Bisio?
Non credo. Con le nuove generazioni di attori succede molto meno». Un' eccezione la fa: «Siani. Aspetto il suo film».
Che è prodotto da Cattleya come quello di Bisio.
LA CENA DI NATALE
Il presidente, Riccardo Tozzi, era fino a qualche mese fa a capo dell' Anica. «Il mio è anche un discorso autocritico. Ci sono due fattori: il primo è che essendo il fantasy coperto dagli americani e il dramma dalle serie tv, ormai al cinema resta solo la commedia. Il secondo riguarda la concentrazione della frequentazione delle sale tra ottobre e fine marzo: tempi sempre più contratti, sembra un' unica stagione natalizia. Un problema che ci sta portando all' implosione». Come si risolve? «Finché non diventa acutissimo si cerca di far finta di niente ma quest' anno ci avviciniamo al punto di non ritorno.
Il sistema è vecchio e malato: l' intera filiera del cinema lo è.
Va ripensato tutto: ci siamo già persi metà del pubblico. La stagione va allungata ma poi vogliamo uscire tutti a dicembre, scaricandoci le colpe. Con il paradosso che all' estero siamo un Paese emergente stimato per le serie tv ma in grave difficoltà con il cinema: eppure produttori, distributori e registi sono gli stessi».
Il lato positivo lo trova De Sica: «Anche con una comicità bassa come la mia, sentire una sala che ride è la soddisfazione più grande. E i cinepanettoni raccontano la storia del Paese meglio di tanti film d' autore. Che poi, a parte alcuni titoli, le commedie italiane sono tutte cinepanettoni, non è che veda questa grande differenza. Cosa cambia?». E il punto forse è proprio questo: niente.
CINEPANETTONI