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    UNA MANNA PER TRUMP - RIUSCIRE A SPOSTARE L’ATTENZIONE VERSO LA GUERRIGLIA SOCIALE E LO SCONTRO CON I SOCIAL, PERMETTE AL PRESIDENTE DI NON OCCUPARSI DI PANDERMIA E DISOCCUPAZIONE - RAMPINI: “UN PRESIDENTE DI DESTRA CONTRO UNA PIAZZA DI SINISTRA: È UN CLASSICO NEL MANUALE DELLE ISTRUZIONI ELETTORALI. RICHARD NIXON FU ELETTO DUE VOLTE, NEL 1968 E NEL 1972, AL CULMINE DEGLI ANNI VIOLENTI, TRA PROTESTE RAZZIALI E CONTESTAZIONI CONTRO LA GUERRA DEL VIETNAM…”


     
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    Federico Rampini per “la Repubblica”

     

    scontri a minneapolis 2 scontri a minneapolis 2

    Saccheggi e un commissariato di polizia incendiato a Minneapolis, Minnesota. Sparatorie in mezzo alle proteste di Louisville, Kentucky. Tensione e scontri divampano in altre città, dopo la morte di due afroamericani uccisi dalla polizia. Il presidente getta benzina sul fuoco: «Quando cominciano i saccheggi, cominciano gli spari».

     

    Twitter lo sanziona e avvisa il pubblico: «Viola le nostre regole, esalta la violenza». Così da ieri Trump combatte su due nuovi fronti caldissimi, uno con le piazze e l' altro con i social media di cui è stato finora un abile manipolatore. Due fronti nuovi: pur di non occuparsi della pandemia o della disoccupazione.

     

    donald trump come george washington donald trump come george washington

    È una strategia lucida e consapevole. Se riesce a spostare l' attenzione verso la guerriglia urbana o la "censura politically correct" dei Padroni della Rete, si sente a suo agio. Sono terreni a lui favorevoli. Possono aiutarlo a risalire la china da qui al 3 novembre, data dell' elezione presidenziale. La tensione sociale esplosa a Minneapolis e Louisville, poi seguita da manifestazioni in tutta l' America, segue un copione tragico ma familiare.

     

    Dei poliziotti usano metodi violenti fino a provocare la morte, soprattutto se hanno a che fare con persone di colore. Le comunità afroamericane si ribellano. Frange di ultrà o criminali si mescolano alla piazza e ne approfittano per fare razzie nei supermercati. Accade da molti decenni.

    scontri a minneapolis 1 scontri a minneapolis 1

     

    È successo ripetutamente durante gli otto anni di presidenza di Barack Obama. Nacque il movimento Black Lives Matter proprio per denunciare gli eccessi delle forze dell' ordine, nelle quali a volte alligna una cultura razzista. Trump sa da che parte stare. La sua constituency è a stragrande maggioranza bianca. Le forze di polizia - come i militari - in genere lo considerano un loro protettore. Definire "teppisti" quelli che scendono in piazza non gli farà perdere voti, anzi.

     

    giornalista cnn arrestato a minneapolis 3 giornalista cnn arrestato a minneapolis 3

    Un presidente di destra contro una piazza di sinistra: questo è un classico nel manuale delle istruzioni elettorali. Non lo ha scoperto Trump. Il repubblicano Richard Nixon fu eletto due volte, nel 1968 e nel 1972, al culmine degli anni violenti, tra proteste razziali e contestazioni contro la guerra del Vietnam. La maggioranza silenziosa alle urne prevale, si mobilita tanto più se ha l' impressione che la nazione scivoli verso il caos e la guerra civile. Con una depressione che ha fatto 40 milioni di disoccupati le condizioni ci sono.

     

    terza notte di proteste a minneapolis terza notte di proteste a minneapolis

    La novità è il fronte parallelo che Trump ha aperto nei confronti di Twitter. Questo social media lui lo ha innalzato a strumento principe della sua strategia di comunicazione. Ha 80 milioni di follower. Detta l' agenda politica ogni giorno alzandosi alle cinque del mattino e twittando annunci clamorosi, accuse, polemiche, veleni e insolenze. L' universo dei media è costretto a rincorrere i tweet presidenziali. I leader del mondo intero, da Xi Jinping a Vladimir Putin, dalla Merkel a Macron, hanno imparato che quei tweet precedono, preannunciano o scavalcano i canali della diplomazia. Il chief executive di Twitter, Jack Dorsey, da martedì osa ciò che non aveva mai fatto: bacchetta Trump mentre si trastulla col suo giocattolo favorito.

    richard nixon richard nixon

     

    Twitter ha messo in guardia gli utenti contro la fake-news presidenziale secondo cui il voto per corrispondenza genera brogli massicci. Poi è tornato a sanzionarlo per quel tweet pericoloso di ieri, sugli spari che seguono i saccheggi.

     

    Trump prima grida alla censura, poi passa agli atti: vara un decreto che toglie ai social media ogni scudo legale, li rende perseguibili per i contenuti diffusi. È una mossa azzardata. Potrebbe essere giudicata incostituzionale e cassata dai tribunali perché viola il Primo Emendamento.

     

    jack dorsey jack dorsey

    Ma a Trump non importa se i ricorsi bloccheranno la sua offensiva contro Twitter. L'effetto annuncio è assicurato: il mondo dei media è in mano ai democratici, l'establishment di sinistra impedisce perfino al presidente degli Stati Uniti di esprimersi liberamente. In campagna elettorale può funzionare, con i suoi. Mark Zuckerberg lo intuisce, il numero uno di Facebook si dissocia da Twitter. Non possiamo fare gli arbitri della verità, sostiene Zuckerberg. È ingeneroso verso il suo concorrente, ma forse ha capito la trappola.

    mark zuckerberg facebook shops mark zuckerberg facebook shops

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