RECEP TAYYIP ERDOGAN ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A ISTANBUL
1. ERDOGAN, HAMAS E IL RISENTIMENTO DEL GLOBAL SOUTH
Estratto dell'articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”
Quella frase su Hamas, «liberatori, non terroristi», aveva suscitato l'indignazione di tutto l'Occidente. Ieri Recep Tayyip Erdogan ha raddoppiato. Nella sua Istanbul, in un discorso davanti a una manifestazione oceanica contro i raid israeliani a Gaza, ha articolato il suo ragionamento in una visione complessiva, che spaziava dal centenario della Repubblica turca, fondata il 29 ottobre del 1923, all'eredità ottomana, al ruolo dei turchi nel mondo.
BANDIERE TURCHE E PALESTINESI MENTRE PARLA ERDOGAN
[…] Il primo punto è che Israele è «un criminale di guerra». Il secondo è che l'Occidente è responsabile dei massacri […]. Ma la parte più interessante riguarda Hamas e Gaza […] «Gaza era una città ottomana fino a un secolo fa, era una delle nostre città affacciate sul Mediterraneo, come Adana oggi: purtroppo, la storia ci ha divisi, separati da confini, e oggi gli israeliani cercano di dividerci con trucchi e giochetti».
No, «Hamas non è un gruppo terrorista, e non ci accontenteremo della condanna di quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza: gli stessi che gridavano contro i crimini in Ucraina oggi appoggiano Israele con le mani grondanti di sangue». L'Occidente è colpevole, «perché Israele non durerebbe neanche tre giorni senza il suo sostegno». E quindi la Turchia è pronta a «dichiarare Israele criminale di guerra […]».
RECEP TAYYIP ERDOGAN ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A ISTANBUL
[…] questo discorso, nella solennità delle celebrazioni del centenario della Repubblica, spazza via molte illusioni. La Turchia di Erdogan è schierata con Hamas senza se e senza ma. Allude a rivendicazioni territoriali, come già con le città libiche di Tripoli e Misurata. Contesta l'ordine internazionale guidato da Stati Uniti ed Europa. Rilancia la teoria del "doppio standard" e così alimenta il risentimento del Global South. È come un richiamo della foresta, una nostalgia imperiale ottomana intrisa di messianesimo
pan-islamico. È la realtà che dovremo affrontare.
ABU MAZEN CON RECEP TAYYIP ERDOGAN
2. BIBI RICHIAMA I DIPLOMATICI DA ANKARA HAMAS: «MOSCA È L’ALLEATA PIÙ CARA»
Estratto dell’articolo di Stefano Piazza per “La Verità”
La totale mancanza di qualsiasi condanna nei confronti di Hamas, il mancato conoscimento del sacrosanto diritto di Israele di difendersi e nessuna richiesta di liberazione degli ostaggi.
Queste le ragioni per le quali l’Italia si è astenuta dal votare la risoluzione presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella quale si chiede la tregua immediata a Gaza. Chi aveva proposto il testo approvato a larga maggioranza, tra gli applausi, con 120 voti a favore? I Paesi arabi che da tempo dettano la linea all’Onu, in questo caso capitanati dalla Giordania.
RECEP TAYYIP ERDOGAN ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA
Quattordici hanno votato contro, tra cui gli Stati Uniti e Israele. L’ambasciatore italiano all’Onu, Maurizio Massari, ha affermato: «Non potevamo sostenere la risoluzione. L’Italia è e sarà con fermezza solidale verso Israele. Per noi la sicurezza di Israele non è negoziabile. Questo è ciò che il governo italiano, dal primo ministro al ministro degli Esteri, ha sempre sostenuto».
[…] Ieri è stata anche la giornata della manifestazione organizzata a Istanbul dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha radunato una folla impressionante davanti alla quale hanno parlato numerose personalità del mondo islamico come Cat Stevens, ribattezzatosi Yusuf Islam, cantante britannico convertitosi all’islam nel 1977. Erdogan ha usato parole di fuoco: «Israele è un criminale di guerra, l’Occidente è responsabile del massacro a Gaza a opera dell’esercito israeliano». Dopo queste parole, il ministro degli esteri Eli Cohen ha ordinato il rientro dei diplomatici israeliani dalla Turchia «per condurre una rivalutazione delle relazioni Israele-Turchia».
maurizio massari