“La Notte dei Gufi” in esclusiva su Dagospia
TRIA E MOSCOVICI
Premiato Forno Tria. Tra i cimeli alle pareti di antichi debiti e rinomate tasse la manovra non esce mai. Fuori dalla saracinesca di via XX settembre ormai c’è una gran fila. Tutti affamati di reddito di cittadinanza, quota 100, novità e chissà. Magari verrà un sufflè sgonfio senza neanche un candito o un condono: ad Ischia non sanno ancora se festeggiare e la misteriosa tipografia prenotata è pronta a disdire e dedicarsi alle più redditizie figurine dei condoni illustrati.
Più che profumo di soluzioni arriva puzza di accordi bruciati e Tria va supportato perché è sull’orlo di una crisi di dimissioni. Le spie di Moscovici controllano a distanza la situazione. Il più preoccupato è Draghi che pensava ormai di aver finito deponendo tutti i bazooka del QE in garage. Volevano la decrescita felice, l’altro ieri l’ISTAT ha certificato lo sbriciolamento della crescita, saranno felici. Dall’1,2% esagerato delle stime borghiane di Palazzo Chigi si plana sulle aride congiunture dello 0,9%.
May Day, may Draghi. Della crescita promessa restano briciole di Pil, che Savona raccoglie per i cigni neri del laghetto di Villa Borghese. Altro che febbraio, le riforme son così zuppe di promesse e cariche di aspettative che non prenderanno mai il volo. L’importante è trascinarle alle prossime elezioni magari con la programmazione del nuovo calendario Castelli: quando sarà, sarà. Vedremo.
mario draghi bazooka
A Bruxelles sono stanchi. Non sai che fatica domare questa volatilità, di cigni e di mercati, dalla sala comandi di Francoforte. Non è facile tener giù il ditino di Moscovici e lo spread insieme: comprare e comprare carta. Btp ovunque anche per casa. La vasca da bagno di Draghi è sommersa di Bot, come la cantina straripante: per far spazio all’inutile debito italiano, per le bottiglie si è offerto Juncker. Festeggeranno la prossima crisi con la nuova collezione di farfalle. Quello che il bruco Italia chiama manovra, il resto dell’Europa chiama farfalla.