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    TAR-TASSATI FOREVER - PER CHI LAVORATE? PER LO STATO! LE TASSE SI MANGIANO METÀ STIPENDIO - LA CGIA DI MESTRE HA RICALCOLATO IL PESO FISCALE TENENDO CONTO ANCHE DEL PIL SOMMERSO E, NEL 2017, LA PRESSIONE EFFETTIVA SU CHI PAGA TUTTO E’ PASSATA DAL 42,5% A OLTRE IL 48%


     
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    Filippo Caleri per “il Tempo”

     

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    Altro che meno tasse. Nonostante i reiterati tentativi di spremere meno i redditi dei contribuenti, in Italia non c' è scampo: chi ha una busta paga si vede sfilare dallo Stato una percentuale di liquidità ben al di sopra del 40%. Non solo. Se si tiene conto che la pressione fiscale altro non è che il rapporto tra le entrate ottenute dal fisco e il Prodotto interno lordo (e che quest' ultimo è composto anche da una percentuale di sommerso che non versa un euro di tasse) rifacendo i conti si si arriva per i contribuenti fedeli a una fetta di ricchezza trattenuto dallo Stato che punta dritto al 50%.

     

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    A fare i conti è stato l' ufficio studi della Cgia di Mestre che ha innanzitutto ricordato che nel 2017 la pressione fiscale ufficiale è attesa al 42,5 per cento. Ma ol peso delle tasse sui contribuenti italiani fedeli al fisco, invece, sarà superiore di oltre 6 punti: la pressione fiscale reale, infatti, è prevista al 48,8 per cento.

     

    «Con un peso reale del fisco italiano tra i più elevati in Europa - ha affermato il coordinatore dell' Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - da un lato è difficile fare impresa e dall' altro chi lavora come dipendente percepisce uno stipendio netto pari alla metà di quanto costa al proprio titolare. Sia gli uni sia gli altri sono vessati da un fisco ingiusto ed eccessivo che, insieme alla burocrazia ottusa e snervante, continua a rappresentare il principale ostacolo alla ripresa economica del Paese».

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    Ma per quale ragione esiste questo differenziale tra i dati ufficiali e quelli realmente «sopportati» dai contribuenti onesti? Una domanda alla quale l' associazione degli artigiani di Mestre ha risposto nella sua ricerca.

     

    Come è previsto a livello europeo, anche il nostro Pil, hanno spiegato dalla Cgia, include l' economia non osservata ascrivibile alle attività irregolari (sia il nero e cioè l' evasione sia una parte di quelle legate ad attività non legali). Così secondo l' Istat, nel 2014 (ultimo dato disponibile) l' economia non osservata ammontava a 211 miliardi di euro (pari al 13 per cento del Pil). Di questi 194,4 miliardi erano attribuibili al sommerso economico e gli altri 16,9 alle attività illegali.

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    Nell' analisi pubblicata ieri, l' Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che l' incidenza dell' economia sommersa e delle attività illegali sul Pil nel triennio 2015-2017 non abbia subìto alcuna variazione rispetto al dato 2014. Ricordando che la pressione fiscale ufficiale è data dal rapporto tra le entrate fiscali ed il Pil prodotto in un anno, nel 2017 è destinata ad attestarsi al 42,5 per cento.

     

    Se, però, dalla ricchezza totale del paese si sottrae la quota riconducibile al sommerso economico e alle attività illegali che, almeno in linea teorica, non producono alcun gettito per le casse dello Stato, il prodotto interno lordo diminuisce (quindi si contrae il valore del denominatore) e aumenta così il risultato che emerge dal rapporto tra il gettito fiscale e il Pil rideterminato al ribasso.

     

    case e catasto case e catasto

    Pertanto, spiega la Cgia, la pressione fiscale reale che grava su lavoratori dipendenti, sugli autonomi, sui pensionati e sulle imprese che si comportano correttamente nei confronti del fisco è superiore a quella ufficiale stimata nei conti uffi ciali del governo di 6,3 punti. Per l' anno in corso, infatti, è destinata a collocarsi al 48,8 per cento. Anche se in calo rispetto agli anni precedenti, il peso complessivo del fisco rimane comunque a un livello insopportabile.

     

    «Se oltre ad essere meno esoso il nostro fisco fosse anche più semplice - ha poi aggiunto il segretario della Cgia Renato Mason - l' amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficiente nel contrastare gli evasori/elusori fiscali. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, continuano ad essere uno dei comparti più virtuosi della nostra Pubblica amministrazione».

     

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    Dalla Cgia precisano che le stime relative al gettito fiscale 2017 tengono conto anche degli effetti economici delle misure introdotte con la manovra correttiva da oltre 3 miliardi di euro richiesta da Bruxel les e approvata dal Parlamento italiano lo scorso 16 giugno.

    Resta comunque una consolazione. Anche se le tasse sono a livello stratosferico, negli ultimi anni il carico fiscale comprensivo dei contributi previdenziali che gravano sugli italiani è in leggera diminuzione.

    Dopo aver toccato la punta massima nel biennio 2012-2013, successivamente ha cominciato progressivamente a diminuire.

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