Mario Baudino per “la Stampa”
elena ferrante libri 5
Pseudonimo
Il grande Anthony Burgess era un maestro di ironia, provocazioni e anticonformismo. Ma una volta riuscì a superare se stesso. Lo ricorda fra divertito e ammirato Martin Amis in un saggio di La guerra contro i cliché (Einaudi). L’episodio è lontano ma resta, come dire, una pietra miliare. L’autore dell’Arancia meccanica cominciò negli Anni Cinquanta a scrivere per i giornali e lo fece intensamente.
Ma nel ’63 fu licenziato in tronco dallo Yorkshire Post di cui era il critico ufficiale, perché stroncò con inusitata ferocia (parlò persino di un libro con l’«alitosi») Inside Mr. Enderby: un romanzo che aveva scritto lui stesso con lo pseudonimo di Joseph Kell. Inutile dire che ne ricavò un’ottima notorietà. E se non è genio questo...
L’amore segreto
A proposito di pseudonimi. Circola con insistenza la voce secondo cui il più celebre autore pseudonimo del Bel Paese, Elena Ferrante, sarebbe una delle candidate di peso al prossimo Strega con La bambina perduta (e/o). Vero, falso? Chissà. Certo il regolamento non glielo impedisce (ha già partecipato con L’amore molesto) né la costringerebbe a rivelarsi, neppure in caso di vittoria. L’editore smentisce. Ovviamente.
Anthony Burgess
Sopravvalutati
«Gli italiani leggono poco, ma se lo fanno scelgono teorie cospiratorie», scrive laFAZ di Francoforte citando Quarto Reich - Come la Germania ha sottomesso l’Europa di Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano (Mondadori). Ci sopravvalutano.
Vittorio Feltri