Estratto dell'articolo di Giovanni Pons per "la Repubblica"
vincent bollore
Vincent Bolloré, il finanziere bretone proprietario del conglomerato francese Vivendi con propaggini in Italia (ha ancora il 23,8% di Mediaset e il 24,7% di Telecom Italia) si appresta a realizzare un altro dei suoi colpi finanziari. Da oggi, infatti, sarà operativa alla borsa di Amsterdam la quotazione separata di Universal Music, la prima casa discografica del mondo davanti a Sony Music e Warner Music, valorizzata alla cifra "monstre" di 33 miliardi di euro.
Bolloré aveva rifiutato un'offerta di acquisto di Universal da parte di Softbank nel 2013 che allora l'aveva valutata 8,5%, e quella scelta si è rivelata azzeccata. La diminuzione della pirateria e la sempre maggiore diffusione degli ascolti di musica in streaming, anche attraverso piattaforme a pagamento come Spotify e Apple Music, ha permesso ai ricavi globali del settore di tornare quasi ai livelli del 1999, toccando nel 2020 i 21 miliardi di dollari dai 14 miliardi di minimo del 2014.
universal music group
E la crescita dello streaming a un tasso annuo del 20% permette di pronosticare ulteriore valore per chi ha in portafoglio circa il 40% dei diritti della musica mondiale, senza più costi di distribuzione come ai tempi del vinile e dei Cd.
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Gli analisti stimano che Spotify e Apple Music paghino alle case discografiche più di due terzi degli incassi dei consumi musicali, ma Universal deve aggiornare la propria libreria costantemente come ha fatto nel 2020 acquistando i diritti dell'intero catalogo di canzoni di Bob Dylan che va ad aggiungersi a quelli dei Beatles e Lady Gaga, Kanye West e Amy Winehouse, EMI Records (Justin Bieber, Keith Richards, Metallica) e Capitol Records (Katy Perry, Paul McCartney).
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