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    LA VARIANTE DELTA È IN MEDIA SOTTO L'1% SUL TERRITORIO ITALIANO, CON UN PICCO DEL 3% IN LAZIO E ALCUNI FOCOLAI IN ANCHE IN PUGLIA E LOMBARDIA - MA SIAMO MOLTO IN RITARDO SUL VERSANTE DELLE ANALISI GENOMICHE E NELLA CONDIVISIONE DEI DATI - NON TUTTI I TAMPONI POSITIVI POSSONO ESSERE SEQUENZIATI: VANNO USATI SOLO QUELLI CON ALTA CARICA VIRALE, CHE IN ESTATE SONO PIÙ RARI. LA MACCHINA CHE FA L'INDAGINE GENOMICA LAVORA 24-30 ORE ED È UN'OPERAZIONE DELICATA PERCHÉ BASTA UN CAMPIONE PREPARATO MALE O UN ERRORE NEL CARICAMENTO PER COMPROMETTERE IL PROCESSO...


     
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    Cristina Marrone per il "Corriere della Sera"

     

    Tracciare, sequenziare e vaccinare per limitare il più possibile la diffusione della variante Delta anche in Italia. Oggi più che mai l' analisi genomica per mappare in tempo reale le varianti e intercettare nuove mutazioni è fondamentale per adeguarsi alla lotta e capire in anticipo come si muove l' epidemia.

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    «Con il sequenziamento possiamo disegnare la mappa delle varianti, così da poter eventualmente ritarare il sistema di diagnosi, adeguare i vaccini, testare farmaci molecolari, intercettare cambiamenti nella patogenicità e capacità di diffusione del virus» spiega Nicola D' Alterio, direttore generale dell' Istituto zooprofilattico sperimentale dell' Abruzzo e del Molise, uno dei centri che esegue più sequenziamenti in Italia.

     

    La variante Delta che tanto preoccupa è in media sotto l' 1% sul territorio italiano secondo l' ultimo report dell' 11 giugno, con un picco del 3% in Lazio e alcuni focolai in anche in Puglia e Lombardia. Ma nella nuova indagine che sarà pubblicata la settimana prossima è già stata vista una variazione significativa della diffusione del ceppo indiano.

     

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    L' Italia però sul versante delle analisi genomiche non fa ancora abbastanza ed è indietro anche nella condivisione dei dati. La soglia minima di sequenziamenti richiesta dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) è del 5% , soglia che la stessa agenzia di monitoraggio europea caldeggia possa salire fino al 10%. Secondo la banca dati internazionale Gisead da inizio pandemia l' Italia ha sequenziato lo 0,7% dei tamponi positivi.

     

    Nell' ultimo mese la percentuale è più alta, 1,3%, con regioni virtuose come l' Abruzzo (6.76%), l' Alto Adige (5,75%) e la Sardegna (4,92%) e regioni fanalino di coda come la Valle d' Aosta (0,09%), Basilicata (0,12%), Puglia (0,27%). Lazio e Lombardia non spiccano con lo 0,8%. A fare da apripista per il sequenziamento di Sars-CoV-2 è stato il Regno Unito, che oggi fa l' analisi genomica del 32,8% dei tamponi positivi.

    Ma il resto d' Europa, a parte qualche eccezione, non si allontana di molto dal dato italiano: Francia 1,29%, Spagna 1,46%, Svezia 1,72%. Molto meglio la Germania con il 5,82%, Belgio 5,56%, Polonia 4,88% Irlanda con il 10% .

     

    VARIANTE INDIANA COVID VARIANTE INDIANA COVID

    Per riuscire a stare al passo nella caccia alle varianti l' Istituto Superiore di Sanità ha annunciato che da settembre sarà attiva la rete italiana per il sequenziamento,un' unica piattaforma pubblica per la sorveglianza epidemiologica e il sequenziamento dei ceppi virali circolanti che dovrà coordinare (e finanziare) il lavoro dei laboratori di microbiologia di riferimento regionali, oltre a formare giovani operatori.

     

    «L' obiettivo principale è individuare precocemente le varianti e arrivare a sequenziare il 5% dei campioni positivi nei periodi ad alta circolazione del virus e il 20% in quelli a bassa circolazione» spiega Anna Teresa Palamara, a capo del dipartimento di malattie infettive dell' Iss. «È auspicabile che venga attivata al più presto una banca dati nazionale per condividere le informazioni sulle varianti e la loro distribuzione sul territorio» commenta D'Alterio che aggiunge:«In Abruzzo è già operativa da circa due mesi una piattaforma che mostra in tempo reale la diffusione della diverse varianti nella nostra regione».

    variante indiana variante indiana

     

    Non tutti i tamponi positivi possono essere sequenziati: serve molto materiale e quindi vanno usati solo quelli con alta carica virale, che in un periodo di bassa circolazione virale come questo sono più rari. La macchina che fa l' indagine genomica lavora 24-30 ore per terminare il sequenziamento ed è un' operazione delicata perché basta un campione preparato male o un errore nel caricamento per compromettere il processo.

     

    Il ministero della Salute ha dato ai laboratori alcuni criteri su come procedere nelle analisi. «Viene richiesto il sequenziamento di tutti i casi di positività a Sars-CoV-2 che riguardino vaccinati, reinfezioni, rientri dall' estero e focolai con incidenza elevata» spiega Beatrice Boniotti, responsabile del laboratorio Covid-19, dell' Istituto zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna. In Lombardia è stato richiesto di sequenziare anche tutti i casi di positività negli under-19.

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