Valentina Errante per il Messaggero
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«Non respiro», ansimava, Willy Monteiro Duarte, 21 anni, ucciso a calci e pugni per aver difeso un ex compagno di scuola. Era intervenuto per sedare una rissa.
Per questo è morto ieri mattina in ospedale, a Colleferro, in provincia di Roma. Era stato un sabato come tanti, in giro per locali con gli amici, nella strada della movida. Poi c' è stato quello scontro verbale, sembrava tutto finito, ma non era così. Un blitz punitivo l' ha ucciso. Non ce l' ha fatta. Le ferite hanno probabilmente provocato un' emorragia interna.
I presunti responsabili della sua morte sono a Rebibbia, arrestati in flagrante dai carabinieri di Colleferro, guidati dal capitano Ettore Pagnano. I due fratelli, Gabriele e Marco Bianchi, esperti di arti marziali, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti tra i 22 e i 26 anni ma già noti alle forze dell' ordine, dopo il blitz, erano fuggiti ad Artena, un piccolo centro non lontano dal luogo del pestaggio, dove tutti e quattro risiedono.
Si erano fermati in un bar
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La ferocia si è consumata in pochi minuti, proprio alle spalle della caserma dei carabinieri, un maresciallo ha sentito il trambusto, è intervenuto, sono bastate poche indicazioni, ha capito subito chi fossero, sapeva dove trovare quei ragazzi, li ha inseguiti e arrestati in flagrante. L' ipotesi della procura di Velletri è di omicidio preterintenzionale, aggravato dai futili motivi. Willy era originario di Capo Verde, ma da anni viveva a Paliano, al momento, però, tra le contestazioni non c' è quella dell' odio razziale. Sul registro degli indagati è stato iscritto un quinto nome, ma il ragazzo non avrebbe preso parte al pestaggio e dopo la notte in caserma è tornato a casa.
LA LITE Sarebbe cominciato tutto per un apprezzamento a una ragazza.
L' ex compagno di scuola di Willy, in un locale di largo Santa Caterina, avrebbe pronunciato qualche parola di troppo sul suo aspetto.
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Da qui l' inferno. Quelle espressioni suscitano la reazione di Pincarelli. Adesso in carcere. Volano parole pesanti, un testimone racconta anche di un pugno. Si spostano fuori. Anche Willy esce dal locale e, a questo punto, interviene. «Vi fate male», smettetela». Si mette in mezzo. Gli basta così poco per andare incontro alla morte.
Sembrava tutto finito. La serata era finita. Sono le 3,20 Willy con i suoi amici lascia la strada della movida. Sta attraversando per raggiungere la sua auto a largo Oberdan e tornare a casa. Come sempre guida lui: è il più affidabile, quello che non beve e non si ubriaca. E invece, all' improvviso, arriva un Suv, Q7 arriva a gran velocità.
Scendono in quattro. Un blitz per vendicarsi: Willy non avrebbe dovuto immischiarsi. Parte un pestaggio cieco. Anche gli altri sono bersaglio della gang, ma riescono a fuggire. Se la cavano con qualche ferita guaribile in una decina di giorni. Corrono a chiamare i carabinieri. Willy invece rimane bloccato i pugni lo fanno cadere a terra. E allora arrivano anche i calci, dappertutto. Anche in testa. I fratelli bianchi praticano l' Mma, uno sport che prevede l' impiego di tutte le tecniche usate nelle diverse arti marziali. Quando arrivano i soccorsi Willy è a terra agonizzante, in un lago di sangue.
gabriele e marco bianchi
L'ARRESTO Willy viene trasportato d' urgenza all' ospedale. I carabinieri della compagnia di Colleferro invece si mettono sulle tracce dei cinque.
Sanno già dove andare e conoscono il territorio. Li bloccano in un bar, ad Artena, sono in uno stato di alterazione psicofisica e li portano in caserma. Uno di loro risulterà estraneo ai fatti.
LUTTO CITTADINO Oggi a Colleferro e Paliano è stato proclamato il lutto cittadino.
«Sconforto e disperazione. Questo è quello che prova in questo momento la nostra Città per la perdita del nostro Willy: uno splendido ragazzo che si è trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato - si legge sulla pagina Facebook del Comune di Paliano, dove il ragazzo abitava - Tutta la città si stringe intorno alla famiglia e ne condivide l' immenso dolore. In segno di lutto, sono annullati tutti gli eventi». Ieri sera i tre sindaci di Paliano, Domenico Alfieri, Colleferro, Pierluigi Sanna, e di Artena, Felicetto Angelini, hanno deposto una corona di fiori sul luogo dell' aggressione.
fratelli bianchi
RISSE, PALESTRA E MACCHINE VELOCI LA VITA DA BULLI DEI FRATELLI-CAMPIONI
A. Mar. per il Messaggero
I carabinieri ci hanno messo un attimo a rintracciarli perché i quattro che nella notte tra sabato e domenica hanno pestato a morte il ventunenne Willy Monteiro Duarte, tra Artena, Colleferro e Valmontone, erano ben conosciuti nella zona.
Hanno tutti precedenti di polizia chi per lesioni, due per stupefacenti e non erano nuovi a risse, botte e minacce. Li avevano soprannominati la banda di Artena, paese nel passato era stato terra di briganti. Picchiavano, facevano paura, spavaldi e forti dei loro muscoli e tatuaggi.
fratelli bianchi 2
BOTTE E RING Specialmente i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, 24 e 26 anni, patiti di arti marziali, campioni di Mma (mixed martial arts), una delle discipline più dure e violente del combattimento in cui si usano calci e pugni. Come quelli che hanno rifilato uno dopo l' altro, in una sequenza mortale, a giovane cuoco di Paliano. Incuranti che fosse caduto a terra, hanno continuato a infierire.
Poi se ne sono tornati come se nulla fosse a bordo della Audi Q7 nera con cui erano andati a Colleferro, al Nai Bistrot di Artena, un locale di famiglia, a bere birra come al solito. Ed è lì che il comandante della stazione dei carabinieri di Colleferro è andato subito a cercarli sicuro di trovarli.
Erano stravolti, come si dice nei verbali, apparivano in evidente stato di alterazione psicofisica.
francesco belleggia
MODERNI BRIGANTI I moderni briganti tempo fa erano stati protagonisti di una rissa con i vigilantes dell' outlet di Valmontone. Avevano avuto una discussione in un negozio, le guardie giurate erano intervenute per allontanarli, ma loro avevano reagito come sanno fare: menando le mani.
Ad Artena tutti sanno, nessuno però vuole parlare con nome e cognome: «Quei ragazzi, la banda di Artena, fanno paura a tutti. Si sentono gradassi, onnipotenti, hanno soldi e attività, hanno picchiato altre persone ma pochi o nessuno denunciano perché questo è un piccolo paese e sono tutti terrorizzati», rivela un imprenditore cinquantenne.
Con i fratelli Bianchi per l' omicidio di Willy Monteiro sono finiti in carcere anche i loro amici Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, anche loro poco più che ventenni.
OROLOGI E BOLIDI In paese tutti puntano il dito contro i modelli di vita «sballati» che inebriano la testa ed esaltano il culto della violenza: «Soldi, moto, macchine, non esistono altri valori», raccontano i più grandi seduti in piazza. «La vita in ginocchio fatela fà a l' altri», scrive Gabriele sul suo profilo Facebook, un book fotografico di muscoli e bolidi. Petti nudi, orologi e anelli d' oro. Qualche immagine anche di lui in passerella, come modello prima di diventare papà poco tempo fa di una bambina.
mario pincarelli
«Non cambio per nessuno, ma sarò migliore per chi lo merita!», scrive postando una sua foto accovacciato accanto alla statua di un enorme leone. Segno di forza e potere. Un mese fa diceva rispondendo a un amico: «Essere maledetto mi benedice».
Subito dopo il lockdown Gabriele si era guadagnato anche una piccola intervista su un tg regionale e un trafiletto di giornale (che mostra orgoglioso sui social) per avere avuto la costanza di tenere aperta, nonostante le difficoltà per il Covid, la sua frutteria nel centro storico di Cori.
«SONO DISPERATO» Il fratello più piccolo Marco, invece, ha fatto strada nei campionati Mma, categoria 70 kg, come professionista. E insegna in una palestra di Lariano. Francesco Belleggia, 23 anni, si era diplomato geometra. Nessun lavoro stabile nel frattempo solo qualche lavoretto saltuario, in attesa di una chiamata. «Da quel che mi risulta non ha pendenze o segnalazioni di tipo giudiziario - dice il suo legale, l' avvocato Vito Perugini lasciando la caserma dei carabinieri di Colleferro - il ragazzo fa parte di una famiglia tranquillissima. Con lui ho potuto parlare brevemente, domani (oggi, ndr) avrò modo di interloquire con lui con più calma.
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Era confuso, spaventato, sicuramente ha compreso la gravità del fatto. Sono disperato mi ha detto guardandomi negli occhi». I quattro ora sono tutti accusati di omicidio preterintenzionale in concorso. Ieri sera sui profili Fb dei fratelli Bianchi sono apparsi messaggi di rabbia e indignazione: «Schifosi, ve la siete presa con un ragazzino indifeso».