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    LA VITA SEGRETA DI ALEXANDRE CAZES, L’INSOSPETTABILE INFORMATICO CANADESE ARRESTATO E MORTO SUICIDA IN CELLA – IL 25ENNE AVEVA ACCUMULATO UN PATRIMONIO DI OLTRE 23 MILIONI DI DOLLARI GESTENDO ALPHABAY, UN SITO DEL DARK WEB – A TRADIRLO E' STATA LA SUA PASSIONE PER LA PORSCHE...


     
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    alexandre cazes alexandre cazes

    Paolo Salom per il Corriere della Sera

     

    Una Porsche Panamera, delizia dei nouveau riches , una Lamborghini grigio metallizzato da un milione di euro, la Mini Cooper della fidanzata thailandese: questi beni tutt' altro che virtuali hanno inchiodato il re del dark web - la parte «oscura» di Internet, dove si svolgono traffici illeciti di ogni sorta - al suo (tragico) destino nel mondo reale.

     

    Il canadese Alexandre Cazes, 25 anni, ritenuto uno dei principali gestori di Alphabay, sito «segreto» al centro della indagini di diverse polizie internazionali, Fbi compresa, lo scorso 5 luglio si è trovato l' Interpol di fronte ai cancelli della sua villa, alla periferia della capitale thailandese: con sua immensa sorpresa, erano lì per arrestarlo. Una settimana più tardi, Alexandre è stato ritrovato impiccato nella sua cella. Ufficialmente si è trattato di suicidio.

     

    Ma la rocambolesca parabola del giovane canadese potrebbe riservare altre sorprese, man mano che si scoprono i particolari di un' inchiesta che, prima o poi - siamo pronti a scommettere - diventerà il tema di un web-thriller hollywoodiano.

     

    Che si tratti di una vicenda più grande di quanto è filtrato finora lo dimostrano le dichiarazioni del segretario alla Giustizia americano Jeff Sessions seguite al blitz contro Alphabay e Hansa, un altro sito «segreto». «Il dark web non è un posto dove nascondersi», ha affermato Sessions.

     

    CAZES CAZES

    In realtà, fino a oggi, l' Internet alternativa, dove si può navigare soltanto dotandosi di particolari programmi e dove l' anonimato è iper garantito, è stata una specie di porto franco dove gli «spioni» dell' Fbi (e di altre agenzie) venivano immediatamente identificati e «espulsi».

     

    Nel dark web, insomma, si svolgono affari che un tempo venivano perfezionati nei bassifondi dei porti o nei quartieri off limits per le forze dell' ordine: droga, armi, principalmente, ma anche traffico di esseri umani (ragazze da avviare alla prostituzione, per esempio), di file rubati e tutto quello che può avere un valore sul mercato nero virtuale.

     

    In questo mondo oscuro - e anche pericoloso - l' esperto di informatica Alexandre Cazes aveva trovato la sua dimensione. E la sua fortuna, almeno inizialmente. Grazie alla gestione di Alphabay - sito uguale e contrario di eBay - era riuscito ad accumulare una fortuna di oltre 23 milioni di dollari, sparsa in paradisi bancari da Cipro, al Liechtenstein, alla Svizzera e la stessa Thailandia.

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    Alexandre era bravo nel suo «lavoro». Ma - forse per la giovane età - viveva come una contraddizione l' essere così ricco e il non poterlo mostrare apertamente ad amici e parenti. Che conoscendo il suo lavoro - in fin dei conti non era altro che un brillante informatico - difficilmente avrebbero giustificato i beni materiali che arricchivano la sua vita. I latini avrebbero citato il detto vanitas vanitatum et omnia vanitas (vanità delle vanità, tutto è vanità). Perché è proprio il desiderio di mostrare la sua ricchezza che ha portato gli investigatori sulle sue trace.

     

    Posto che già da giugno Alphabay era monitorata discretamente, l' Fbi aspettava a uscire allo scoperto perché voleva prima identificare le persone reali che lo facevano funzionare.

     

    Di Alex inizialmente avevano soltanto un indirizzo email, come ha scritto il Financial Times , «Pimp_Alex91@hotmail.com», utilizzato per dare il benvenuto ai nuovi utenti del sito. Ma poi il suo nome era emerso, sul web francese, accanto allo pseudonimo Alpha02. Mancava soltanto di capire dove, nel mondo, si trovasse.

     

    E quest' ultimo tassello è passato attraverso la Porsche Panamera: sul forum RooshV, dedicato a come «conquistare le ragazze», Alex (con il nickname Rawmeo) non si è trattenuto e, di fronte alla sfida di un interlocutore che non gli credeva, ha mostrato la sua Porsche raccontando come era «fondamentale» per cuccare in Thailandia.

    ALPHABAY ALPHABAY

    Da lì all' arresto è stato solo questione di ore. Storia finita.

    Ma nel dark web intanto...

     

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