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    STAI SERENONA! LA WILLIAMS E QUEL RITIRO MALIZIOSO DI FRONTE ALLA ODIATISSIMA RIVALE SHARAPOVA – LA TENNISTA RUSSA ERA IN CONDIZIONI MIGLIORI E IL RISCHIO DI UNA SCONFITTA PER SERENA ERA MOLTO ALTO – NEL SUO LIBRO 'MASHA' RACCONTA CHE DOPO LA SCONFITTA A WIMBLEDON NEL 2002 LA WILLIAMS GIURO’ A SÉ STESSA CHE NON AVREBBE MAI PIÙ PERSO “CONTRO QUELLA STR...ZA”.


     
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    P. Ro. per “la Repubblica”

     

    Il forfait più clamoroso è arrivato a pochi minuti dal riscaldamento, con Serena Williams che annunciava il suo ritiro dal torneo per un problema al muscolo pettorale. Non s’era mai ritirata da un torneo dello Slam. «Ho un problema al muscolo pettorale destro » . Peccato che dovesse affrontare Maria Sharapova, la rivale tanto odiata, nei fatti perfino più che nelle parole. «Sono delusa, tanto. Perché mi piace giocare contro Maria. Davvero».

     

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    Serena Williams è apparsa sincera, ma a molti i dubbi sono rimasti. Dopo averla vista in azione nel doppio di domenica, perso insieme alla sorella Venus, lo stato di forma dell’ex regina del tennis femminile sembrava ancora in progress. Le vittorie in singolare sono dovute alla sua grande volontà e a gesti tecnici come il servizio e il dritto. Ma contro l’australiana Barty è andata spesso in difficoltà nel reggere il palleggio. Coach Mouratoglou, che non è certo uno sciocco, ha spiegato preventivamente a quale tipo di match andava incontro trovando Sharapova, e che forse non c’erano certe condizioni di base per reggere l’urto.

     

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    « Non riesco a servire la battuta come voglio, e il mio staff sa benissimo che se non sono almeno al 60% delle condizioni non scendo in campo » ha replicato l’americana, interpretando perfettamente quale malizia ci fosse dietro le domande in conferenza stampa. Ha fatto spallucce, un gesto per dire che ognuno può pensare quel che vuole, ma resta il fatto che fisicamente la russa fosse in condizioni migliori e che il rischio di una sconfitta, anche statisticamente dura, molto alto. «Voi non capite: io sono qui che vedo le immagini del mio tablet con la mia bimba che gioca a casa, in America, mentre io sono qui a parlare di queste cose. Per me è dura, ma è il sacrificio che mi sono imposta».

     

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    Altro che Sharapova, dunque. La quale, raccontano, abbia sogghignato alla notizia e, con molta diplomazia e professionalità, abbia preferito incassare il passaggio del turno senza aggiungere ulteriore benzina al rapporto con il clan Williams, preferendo andare ad allenarsi in vista del quarto di finale contro Garbiñe Muguruza. D’altronde le avevano spiegato come, da un punto di vista mediatico, stavolta avesse vinto lei senza sforzo alcuno: è stato sufficiente tirar fuori qualche ricordo dal passato per ottenere il massimo risultato e riaprire vecchie ferite, togliendosi soddisfazioni inaspettate. L’O. K. Corral del Roland Garros è andato via così, vedremo Wimbledon quale menu proporrà.

     

     

    2. SHARAPOVA AL VETRIOLO
    Da www.vanityfair.it
     

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    L’immagine di Maria Sharapova che, a soli 12 anni, si rinchiude in camera durante un’esibizione delle sorelle Williams nella sua Accedemia del tennis, la dice lunga sugli incubi giovanili della campionessa siberiana. «Vennero in Florida per una sessione di allenamento e tutte le mie compagne andarono ad ammirarle», racconta nella sua nuova autobiografia, «Unstoppable – My life so far». «Io invece non avrei mai messo me stessa in una posizione di adorazione, non volevo certo passare come una loro fan».
     
    Così, mentre papà Yuri le guardava di nascosto da un capannone, Maria palleggiava da sola e preparava la sua rivincita. Non tanto nei confronti di Venus, quanto piuttosto verso Serena, per tutti la numero uno già all’epoca. «La vidi di persona tre anni dopo ad una conferenza. Volevo alzarmi ma il mio corpo era come bloccato sulla sedia. La fissavo tra la folla e il mio pensiero fisso era di batterla prima o poi». Più prima che poi, visto che nella finale di Wimbledon 2002 la 17enne siberiana sorprese tutti.
     

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    «Guardandola in tv non ci si rende conto della sua presenza fisica e della sua forza psicologica. Ha gambe e braccia enormi, una personalità che fa paura: accanto a lei mi sento sempre una bambina secca». Eppure, dopo aver perso il primo confronto della loro storia, Masha si prende i riflettori del tennis mettendo al tappeto l’avversaria sull’erba di Londra. «Ricordo benissimo che mi sorrise e mi disse che ero stata brava, ma dentro di sé era furiosa perché le avevo portato via uno Slam che credeva già suo».

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    Così nello spogliatoio, stando a quanto scrive Maria, si consumò il dramma: «Serena era in lacrime, stava singhiozzando. Io mi cambiai i vestiti e uscii velocemente ma lei si accorse che l’avevo sentita piangere e credo che questo sia la ragione per cui mi odia: quella bambina secca l’aveva sconfitta contro ogni pronostico». Tanto che pochi giorni dopo, sempre secondo i ricordi della campionissima siberiana, Serena avrebbe detto ad un’amica che non avrebbe più perso contro quella «piccola stronzetta».

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