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Su Repubblica un’intervista ad Alessandro Haber. E’ a teatro con “La signora del martedì”, un noir che lo vede interpretare un giornalista senza scrupoli alle prese con una misteriosa donna (Giuliana De Sio). Haber si racconta come una persona molto fragile, anche se passa per antipatico e sadico.
«La mia fragilità che si confonde con antipatia, sadismo. Qui ringrazio tutti perché m’hanno coccolato giorno per giorno per farmi costruire follia, dolore e umiliazione. Come si fa a fare del male in un’epoca in cui la guerra è quasi un film quotidiano? Io, con le mie gambe immobilizzate dopo una disavventura chirurgica, avrei forse dovuto dare i pugni al muro, ubriacarmi, andare a mignotte? No! Ho avuto accanto veri amici e mia figlia Celeste. Poi penso a chi sta peggio, alle carezze che merita la gente da accogliere che arriva da paesi lontani, ai piatti da dare a chi ha fame».
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Haber racconta il suo rapporto con le donne
«Le storie con me non sono facili. Sono troppo malato di me, accentratore e le donne vogliono giustamente sempre più uno spazio riconoscibile. E la ripetitività è nemica della sessualità. Veder invecchiare una persona accanto a me non è semplice. Ora ho una storia imprevista, con chi non appartiene al mio mondo artistico e non abita con me».
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