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    LE SARDINE FINISCONO A PESCI IN FACCIA - OGONGO, LA SARDINA ROMANA SCISSIONISTA: ''SONO MANOVRATE, UN PRODOTTO DI MARKETING GARANTE DEI SALOTTI E DELLE ÉLITE. MA LA GENTE CHE VA IN PIAZZA, QUELLA NON LA MANOVRA NESSUNO - QUANDO HO LANCIATO IL MOVIMENTO ROMANO, NON HO CHIESTO IL PERMESSO A SANTORI&CO. ANDARE DAI BENETTON È UNA SCELTA DI CAMPO. SONO L'ESEMPIO DELLO SFRUTTAMENTO A USO PRIVATO DI UN BENE PUBBLICO E IL FATTO CHE L'INCONTRO SIA STATO TENUTO SEGRETO DIMOSTRA CHE SAPEVANO DI SBAGLIARE''


     
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    1. ''SONO MANOVRATE, IN PIAZZA ANDRÀ MENO GENTE''

    Monica Guerzoni per il ''Corriere della Sera''

     

    Stephan Ogongo, siete già alla scissione?

    «Quando ho lanciato le Sardine di Roma non ho chiesto il permesso a Santori&Co. I bolognesi si sono aggregati dopo. Se le Sardine sono un marchio registrato, come vogliono i fondatori, io mi sono auto espulso».

     

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    Qualcuno dall' alto muove le Sardine?

    «Se per Sardine si intende il prodotto di marketing, garante dei salotti e delle élite, allora sì, sono manovrate. Ma se si intende la gente che va in piazza, quella non la manovra nessuno».

     

    Le Sardine di Roma vanno avanti senza di lei?

    «Se saranno un club di amici che si inchinano al capo, fiancheggiando il Pd e, di nascosto, il suo candidato sindaco, andranno avanti senza di me. Se invece saranno un' organizzazione aperta io ci sarò».

     

    A sinistra o a destra?

    «Il principale errore di Santori&C è aver schierato il movimento a sinistra. Non tutte le persone che hanno riempito piazza San Giovanni erano di sinistra».

     

    Rifarebbe l' apertura a Casapound?

    «Quell' intervista è stata travisata, per me il fascismo ha devastato l' Italia. Ma il mondo visto da Santori è il mondo di Peppone e Don Camillo, buoni contro cattivi e nessuno spazio per superare le divisioni inutili».

     

    Sulla foto con i Benetton chi ha sbagliato?

    «Andare dai Benetton è una scelta di campo. Sono l' esempio dello sfruttamento a uso privato di un bene pubblico e il fatto che l' incontro sia stato tenuto segreto dimostra che Santori e i suoi amici sapevano che stavano sbagliando».

     

    È vero, come dice Santori all'«Huffpost», che lei punta alla carriera politica?

    «Se fosse vero mi incollerei a loro e avrei la strada spianata, invece di fare questa scelta controcorrente. E poi, quale carriera politica potrei fare se non sono nemmeno cittadino italiano?».

     

    Il 16 le Sardine scendono in piazza a Roma. E lei?

    «Ci sarò e spero ci siano più cittadini possibili, perché chi scende in piazza non la pensa come Santori e i suoi. Loro strumentalizzano questa voglia di partecipare, molti lo hanno capito e si sono allontanati. Non me lo auguro, ma questa volta in piazza ci sarà meno gente».

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    2. LE SARDINE RIPARTONO (DIVISE) E DANNO LE PAGELLE AI CANDIDATI

    Monica Guerzoni per il ''Corriere della Sera''

     

     

    Le Sardine lasciano il mare aperto e l' approdo sulla terra ferma porta con sé nuove mete e nuove metafore. Basta con le onde, la sabbia e le reti da pesca, adesso i fondatori del movimento che ha sconfitto Salvini hanno una gran voglia di correre, casco in testa e piedi sull' acceleratore. «Abbiamo il motore di una Ferrari montato su una 500», si legge nel comunicato ufficiale lanciato sul circuito web delle 6000 Sardine.

     

    Orgogliosi di aver portato «bellezza e novità», i pesciolini controcorrente si lodano per aver battuto sul campo la «bestia rumorosa ma fragile» del populismo. Confermano di voler trasformare l' onda delle piazze in una realtà organizzata, duratura e radicata sul territorio. E spiegano come avverrà il processo di «nazionalizzazione», che culminerà a Scampia il 14 e 15 marzo. A Napoli saranno eletti i coordinatori e nascerà una struttura non troppo diversa da un partito.

     

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    Ma al congresso fondativo i protagonisti della «prima rivoluzione ittica» arriveranno divisi. Lo strappo di Stephan Ogongo, già leader del movimento di Roma, ha lacerato la rete. A innescare la scissione è stata la sfortunata foto con Oliviero Toscani e Luciano Benetton, duramente contestata dal portavoce della Capitale e definita «un errore» anche dallo stesso Santori. «Incontro ingiustificabile - ha sparso sospetti Ogongo - Affiancarsi agli squali non ci rafforza, ci rende prede inconsapevoli». Un' accusa indigeribile per Santori e compagni, che hanno creato un nuovo gruppo ufficiale delle «6.000 Sardine di Roma» e accusano l' ex compagno di branco di aver tentato il «sabotaggio» per conto della destra.

     

    Ora che la scissione può dirsi fallita, Santori su Huffpost spazza via fango e detriti: «Il mare non si scinde, al massimo si increspa». Ma intanto, tra Twitter e Facebook, c' è chi accusa le Sardine di aver «gettato la maschera di Pulcinella» e chi respinge il «linciaggio social» con l' hashtag «#iostocoiregaz».

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    L' ideatore del movimento, 32 anni e il fiuto dell' influencer politico, rimprovera a Ogongo troppe apparizioni in tv e sui giornali, racconta come il gruppo Facebook del rivale abbia perso «in poche ore 40.000 membri» e presume che «cercherà di fare carriera politica». Poi conferma l' incontro, la prossima settimana, con i ministri Boccia e Provenzano. Vedrete anche Zingaretti? «Non è escluso». E Conte? «Credo sia solo un problema di agenda». Quanto a Salvini, Mattia Santori rivendica l' impresa: «Si è intaccato il mito».

     

    Adesso l' enigma è quanto influiranno le Sardine alle prossime Regionali. Loro sono in già in corsa. Sì a Eugenio Giani in Toscana, no sdegnato a Enzo De Luca in Campania.

     

    Il presidente uscente «rappresenta «un modo di fare politica correntizio, tutto fritture e clientele», lo boccia Lorenzo Donnoli. Il portavoce nazionale mette nella lista nera «Lotti, Minniti e Franceschini» e al nome di Michele Emiliano, in corsa per il bis in Puglia, concede un sofferto via libera: «Non mi strappo le vesti, ma in nome dell' unità del centrosinistra si può fare».

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    Il 16 febbraio partirà la staffetta per unire il Sud, da Roma a Napoli, da Taranto a Lecce e i 5 Stelle, c' è da capirli, sono preoccupati. «Le Sardine? Strumento di marketing dei Benetton», attacca il viceministro Stefano Buffagni. Il governatore ligure Giovanni Toti, dopo aver fatto campagna sulla foto che ritrae Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa con Luciano Benetton, teme l' approdo delle Sardine in Liguria e si prepara alla sfida: «Dopo la benedizione dei Benetton, ora arriva l' endorsement di Junior Cally, che incita alla violenza sulle donne! Chi sarà il prossimo testimonial?». Il numero dei nemici dice che i pesciolini sono diventati grandi.

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