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    LE SOCIETA' SONO IN CRISI, IL VALORE DELLE ROSE SCENDE, EPPURE I CALCIATORI SCAPRICCIANO E PUNTANO I PIEDI SULLA RIPRESA DEL CAMPIONATO: PRIMA I MOTIVI DI SICUREZZA, POI GLI STIPENDI, ADESSO GLI ORARI E IL TROPPO CALDO – AVVERTITE LOR SIGNORI CHE, ESSENDO LAVORATORI DIPENDENTI, DEVONO ADEGUARSI ALLE ROGNE COME TUTTI...


     
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    Riccardo Signori per “il Giornale”

     

    cristiano ronaldo cristiano ronaldo

    «Quando tutti i giorni diventano uguali, non ci si accorge delle cose belle che accadono ogni qualvolta il sole attraversa il cielo». Diamo a Paolo Coelho quel che è di Coelho, ma giriamo la proposta ai nostri calciatori. Forse ora non tutti i giorni saranno uguali, forse qualcuno avrà riscoperto il bello: giocare, allenarsi, la sensazione dell' agonismo.

     

    I calciatori possono ritrovare il loro sole, e pazienza se sia più meno cocente: da ora pomeridiana o semiserale. Il calcio che si vuol ritrovare non può fermarsi a questo. Nella indisponente girandola di pareri e contro pareri circa la ripresa del pallone, i calciatori hanno giocato un ruolo inizialmente marginale. Ora hanno levato le creste, smorzato i sorrisi, allungato, com' è giusto, le loro preoccupazioni: talvolta ammantate di un fanciullesco senso del capriccio.

     

    Giocatori e sindacato sono partiti proponendo la più elementare obiezione a prova di Trumpiano trend: prima la salute. Niente da dire. Poi ci siamo accorti che, per salute, si intendeva anche: prima mettiamo a punto il problema stipendi.

    CRISTIANO RONALDO CRISTIANO RONALDO

     

    Eppure qui si parlava di un mese più o un mese in meno: però giocarsela tra stipendi spalmati e stipendi tagliati li ha fatti innervosire. Ora è vero che il calcio riprenderà il cammino solo per interesse economico, non certo sportivo, però un minimo di decenza pensando a chi non tira fine mese o deve chiudere bottega: suvvia, quello si! Di recente Gastaldello, il capitano del Brescia, dove fra l' altro gioca il re degli svogliati (leggi Balotelli) ha elencato le ragioni che fanno mettere il muso alla categoria. Eccole, grati per la chiarezza: «Finire il campionato è una forzatura. Giocare alle 16,30 o alle 17 è una cosa scandalosa: troppo caldo. Sugli stipendi non siamo stati interpellati: c' è confusione. I playoff? Nemmeno per sogno, si andrebbe a modificare il regolamento.

     

    Giocando ora si rischia di rovinare il prossimo campionato e la preparazione della nazionale per gli europei». Conclusione: «Non siamo macchine». Ineccepibile la sintesi, meno alcune valutazioni.

     

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    Per un paio di mesi si può giocare alle 17: le partite non saranno tutte a quell' ora. Ulivieri ha sostenuto, anzi, che a mezzanotte sarebbe peggio vista la scarsa preparazione atletica: meglio i ritmi blandi per evitare infortuni. Non dimentichiamo che i calciatori si sono rifiutati di fare un lungo ritiro ad uso e consumo della salute. Curioso vero? E se gli stipendi corressero Ogni problema finirebbe nell' oblio? La lingua batte, dove il portafoglio duole.

     

    2 - LE ROSE VALGONO UN MILIARDO DI EURO IN MENO

    Claudio Savelli per “Libero quotidiano”

     

    I valori dei giocatori avevano gonfiato una bolla destinata ad esplodere. È successo con il lockdown: i cartellini si sono improvvisamente ridimensionati. In serie A, ad oggi, valgono il 17% in meno rispetto a tre mesi fa. È andato in fumo un miliardo di euro: la valutazione complessiva delle rose di A è infatti passata da 5,43 a 4,48 miliardi. E visto che i calciatori sono l' asset più importante dei club, anche il valore patrimoniale di questi ultimi è calato (come minimo) di quella percentuale.

     

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    L' eccezione che conferma la regola in A è il Verona, passato da 96 a 106 milioni come valore della rosa, con un +10%. Con ogni probabilità, il gruppo di Juric doveva ancora assorbire l' onda dell' ottima stagione e in più ha beneficiato della possibilità di entrare in Europa League in caso di sospensione definitiva. I segni delle altre 19 squadre sono rossi: le peggiori sono Torino (-25,5 %) e Napoli (da 688 a 526 milioni, per un -23,5%), le meno peggio sono il Bologna (-8,1 %) e la Lazio (-8,3 %). Le prime della lista hanno perso oltre 100 milioni a testa, oscillando attorno al -19%: la Juventus è passata da 762 a 614 milioni, l' Inter da 682 a 553.

     

    Il calo dei cartellini nel campionato italiano è il secondo più drastico dopo quello della Premier (19%), ma è in linea con gli altri grandi tornei continentali: secondo Transfermarkt, che ha interrogato procuratori e direttori sportivi di 50 Paesi, la Ligue 1 ha perso il 14,6%, la Bundes il 16,2%, la Liga il 16,7%. La perdita di valore di mercato su scala mondiale è quantificata in circa 9 miliardi di euro.

     

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    Per la prima volta nell' ultimo decennio, la curva dei prezzi inverte l' andamento. E il calciomercato si adatterà: secondo i direttori, aumenteranno gli scambi, i club saranno meno interessati ai calciatori con un valore inferiore ai 10 milioni e sarà più difficile muovere chi ha uno stipendio elevato. Le società dovranno rivedere al ribasso i nuovi contratti, sapendo che con meno potere tra le mani aumenta il rischio che le trattative saltino. Ecco perché il Psg ha fretta di chiudere Icardi con l' Inter: non vuole ridiscutere l' accordo con l' argentino. Ed ecco perché il Barcellona per arrivare a Pjanic offre Arthur alla Juventus.

     

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    In altre parole, la spunterà chi giocherà di anticipo e chi avrà buoni calciatori da scambiare perché la liquidità sarà sempre più un lusso. In quest' ottica è comprensibile la battaglia tra la Lega e le televisioni, in particolare Sky, accusato di non aver ancora pagato l' ultima rata dei diritti. I club hanno bisogno di liquidi, sia perché li hanno già iscritti a bilancio, sia per il mercato. Ne dipendono. Sky (e Dazn) lo sanno, per questo sono tranquille.

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