Paola De Carolis per il Corriere della Sera
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Durante l' ultimo viaggio in Italia, Jamie Oliver ha scoperto il rafano. «L' avevo visto utilizzato nel bollito misto, ma mai nella pasta, eppure è da 20 anni che cucino». Peperoni, olio, pangrattato e rafano: la ricetta appartiene a una delle nonne che Oliver ha consultato per una nuova serie televisiva che andrà in onda sulla Bbc.
Nove puntate di un' ora ciascuna per le quali ha setacciato Toscana, Basilicata, Val d' Aosta e altre regioni italiane alla ricerca di anziane signore disposte a condividere i segreti della loro cucina. «Donne di 80, 90 anni, spiritose, birichine, a volte un po' burbere, di origini semplici, abituate a cucinare con prodotti stagionali e facili da trovare». Dopo una vita trascorsa tra i fornelli, Oliver è convinto che «la vera genialità si trovi non nelle portate dei grandi chef, ma nella cucina povera».
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Il cibo, sottolinea, è un affare di cuore. «È passione, è famiglia, è affetto», racconta, mentre con la naturalezza di chi ripete i gesti di una vita seleziona una manciata di fagioli cannellini, un filetto di branzino, un finocchio, qualche pomodorino, mezzo limone. «Venti minuti in forno ed è pronto». È uno dei pasti che, da ragazzo squattrinato, cucinava per Jools, la sua fidanzata: «Non la vedevo mai, la corteggiavo con il cibo». Allora aveva 17 anni: oggi qualcuno in più, un matrimonio felice, cinque figli, ma se è passato il tempo non è diminuita la voglia di diffondere il messaggio che «cucinare è bello, è facile e può costare poco».
Grazie alla partnership con Hotpoint, ha ideato un furgone-scuola che fa tappe non scontate - a Londra è stato scelto il quartiere popolare di Crystal Palace - per dimostrare che «tutti possono cucinare. Mangiare insieme fa bene alla famiglia». In Italia? «Certo, spero di venire anche da voi». Se Oliver è l' Harry Potter della gastronomia britannica, la sua bacchetta magica è la cucina italiana: una lealtà che va oltre le ricette, sino all' uomo che definisce «il mio papà londinese», Gennaro Contaldo, primo mentore, incontrato in un ristorante di Neal Street.
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È lui che gli ha insegnato come fare la pasta a mano, come scegliere l' olio, come far emergere i sapori in modo naturale. Oggi sono soci. Oliver è fatto così. Adora il cibo, soprattutto per il suo significato: la capacità di unire, rigenerare. «Cucinare per qualcuno vuol dire volergli bene». Si batte per ciò in cui crede. È il portabandiera di diverse campagne, contro l' obesità e gli zuccheri, a favore dei pasti caldi nelle scuole, della riabilitazione di criminali, degli allevamenti sostenibili.
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