cassimatis
Stefania Piras per “il Messaggero”
Genova continua a regalare beghe legali ai vertici del M5S. Stavolta a essere indagato per diffamazione è il vice presidente della Camera Luigi Di Maio che aveva ribadito la necessità di porre dei filtri, oltre al voto online, per selezionare il personale politico per le elezioni.
Marika Cassimatis, la candidata che aveva vinto le primarie online del M5S su Rousseau e poi esclusa, aveva querelato Beppe Grillo, Alessandro Di Battista e anche Luigi Di Maio. Per i primi due il pm ha chiesto l'archiviazione e sul leader genovese il procuratire capo aveva detto che «le sue parole rientrano nella dialettica interna del partito e nel normale confronto politico».
LUIGI DI MAIO EURO EUROPA
La denuncia contro Di Maio è ancora in piedi. «Ecco - ha scritto ieri sui social contenta Cassimatis - la giustizia fa il suo corso». «Il fatto - racconta - avvenne il 9 e il 10 giugno, a poche ore dall'inizio del silenzio elettorale e quindi impedendo nei fatti la smentita con pari risonanza mediatica. Prima o poi anche il M5s riuscirà a capire che cosa è stato il Caso Genova e l'onda lunga delle sue ripercussioni». L'onda lunga arriva fino alla Sicilia. Il post di Cassimatis ha suscitato decine di consensi di attivisti genovesi ma pure siciliani, tutti storici militanti M5S che masticano amaro da un po'.
marika cassimatis
REGIONARIE SICILIANE
Come le comunarie genovesi, anche le regionarie siciliane infatti sembra siano state impugnate dagli esclusi, da chi non ha potuto partecipare come Mauro Giulivi.
Le parole sotto accusa di Di Maio sono state pronunciate a Genova sotto il palco allestito per la chiusura della campagna elettorale. «I cittadini - aveva detto Di Maio - apprezzano sempre quando una forza politica allontana chi si approfitta della stessa. Alcuni si fanno eleggere con questa e dopo poco passano al gruppo misto».
luigi di maio
Una frase che Cassimatis ha ritenuto offensiva e inutile perché dimostrava come il vice presidente «non avesse capito che la vicenda con Beppe Grillo era stata chiusa». In più ci sono delle altre dichiarazioni rilasciate da Di Maio in un'intervista in cui assicurava che non aveva sentito di pesi o feedback negativi sul caso Cassimatis e che era bene reagire subito quando ci sono rischi di infiltrazione.
L'iscrizione nel registro degli indagati di Di Maio, va detto, è un atto dovuto e consequenziale alla querela. La vicenda è appunto quella in cui il garante M5S, Beppe Grillo, decise di annullare le comunarie vinte dalla professoressa Cassimatis. Sul blog Grillo era stato lapidario: «Fidatevi di me».
Cassimatis grillo
Poi aveva riaperto le consultazioni in rete a una platea nazionale, e non più locale, di iscritti. La professoressa aveva impugnato la sua «epurazione» e il tribunale civile di Genova le aveva dato ragione, ma alla fine aveva deciso di non reclamare più il simbolo M5S e di correre da sola con una sua lista che alle amministrative, al primo turno, ha totalizzato l'1,08 per cento.