salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle
Resta in carcere, con l’aggravante del metodo mafioso, Salvatore Buzzi, il presidente della `Cooperativa 29 giugno´, arrestato nei giorni scorsi assieme all’ex Nar, Massimo Carminati nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Roma che ha, invece, revocato analoga misura restrittiva emessa a carico dell’ex ad di Ente Eur, Riccardo Mancini, che, quindi, torna in libertà, come Patrizia Caracuzzi ed Emanuela Bugitti. Rimangono invece in carcere ai domiciliari Giovanni De Carlo, Carlo Maria Guarany, Matteo Calvio, Alessandra Garrone, Carlo Pucci, Mario Schina, Sergio Menichelli, Agostino Gaglianone, Paolo Di Ninno, Giuseppe Mogliani e Claudio Caldarelli.
L’analisi di Grasso
«Il tipo di mafia che ha speculato per anni sulla Capitale», è «una criminalità mafiosa di tipo diverso rispetto a quella che siamo abituati a conoscere e a rappresentare, ma che, aldilà delle connessioni - che pure ci sono - con le 4 mafie storiche, ha un’identità di `metodo´ con le mafie tradizionali». Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, durante l’incontro con la stampa parlamentare. «È come se quella che una volta veniva definita l’ `area grigia´ della mafia si fosse resa completamente autonoma: sarebbe un errore grave sottovalutarne la pericolosità e sminuire il tutto a qualche episodico caso di corruzione o criminalità comune. Temo che il fenomeno sia molto più diffuso di quanto non appaia».
RICCARDO MANCINI AD ENTE EUR
Alfano: inchiesta fondata
Rinnovo stima e fiducia al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, per un’inchiesta che è fondata». Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano, nel suo intervento alla presentazione dei risultati operativi conseguiti nel 2014 dalla Dia (Direzione investigativa antimafia), torna sull’inchiesta «Mafia capitale». Il titolare del Viminale ha fatto una riflessione sul 416 bis e sul reato di mafia: «Forse -ha rimarcato- c’è ancora qualcuno che pensa che la mafia sia un club con sede a Corleone. Non è così -ha scandito Alfano- la mafia è un metodo, una cultura che si serve dell’intimidazione e si fa spazio nell’omertà per raggiungere obiettivi illeciti. La mafia non è quella che si associa alla coppola storta».
RICCARDO MANCINI AD ENTE EUR
Immobili, terreni e aziende
La Guardia di finanza di Roma ha inoltre sequestrato un patrimonio del valore di 100 milioni di euro riconducibile a Cristiano Guarnera, imprenditore arrestato nell’ambito dell’indagine su «Mafia Capitale». Il provvedimento di sequestro riguarda, tra l’altro, quote societarie, 178 immobili e 3 terreni. Il nuovo provvedimento, emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione, in seguito alla richiesta della DDA della Procura della Repubblica di Roma ed eseguito dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale della: Edilizia Piera Srl, dell’Immobiliare Torre Argentata costruzioni Srl, della Verdepamphili Srl, dell’IGMA. Costruzioni Srl del Gruppo immobiliare Universo Srl e il 52% del capitale sociale della Devil Custom Cycles Srl. che opera nel settore della manutenzione e riparazione di veicoli. A questo si aggiungono 178 immobili e 3 terreni situati a Roma, a Sacrofano e Mentana, alle porte della Capitale, a Villaricca, vicino Napoli, e a Pordenone. Sequestrata anche uno yacht e 10 veicoli, tra auto e moto.
«Colluso»
PIETRO GRASSO FOGLI
Cristiano Guarnera è stato definito dal giudice per le indagini preliminari, nell’ordinanza che autorizza gli arresti per Mafia Capitale, “imprenditore colluso, partecipa all’associazione mettendo a disposizione le proprie imprese e attività economiche nel settore della edilizia per la gestione degli appalti di opere e servizi conseguiti dall’associazione anche con metodo corruttivo”. Nell’interrogatorio di garanzia, avvenuto nei giorni scorsi, Guarnera ha respinto le accuse.
Ruolo in evoluzione
Secondo gli inquirenti «In seno all’associazione “Mafia Capitale”, facente capo a Massimo Carminati, la figura di Guarnera si è nel tempo evoluta, trasformandosi da imprenditore colluso ad imprenditore mafioso, affiliandosi al gruppo criminale e divenendo parte integrante dell’associazione stessa, mettendo a disposizione dell’organizzazione le proprie imprese nel settore dell’edilizia.
angelino alfano
Nel dettaglio, proprio grazie all’intervento di Carminati, alcune delle imprese riconducibili a Guarnera sono state coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di emergenza abitativa, promosso dall’amministrazione capitolina, in cui, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi».