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    PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - FORSE PERDERÀ LE ELEZIONI PIÙ INCREDIBILI DEGLI ULTIMI 40 ANNI, MA PRIMA TRUMP LI AVRÀ FATTI IMPAZZIRE TUTTI: GIORNALISTI E STRATEGHI, AVVERSARI E ALLEATI. ALIENA IL PARTITO MA INCASSA GLI SPOT MILIONARI DELLA NRA, I PISTOLERI D’AMERICA - E L’ATTACCO SCOMPOSTO DI BILL CLINTON AL CAPO DELL’FBI FA PENSARE A UNA PAURA PER QUALCOSA CHE POTREBBE SUCCEDERE…


     
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    Maria Giovanna Maglie per Dagospia

     

    Forse perderà le elezioni più incredibili degli ultimi quarant’ anni ma prima li avrà fatto impazzire tutti: giornalisti e strateghi, politici avversari e presunti alleati. Venerdì  se n'è andato in Pennsylvania e ha annunciato che intende mettere su un piccolo esercito di volontari a controllo dei seggi elettorali perché di sicuro i democratici tenteranno dei brogli.

     

    Va detto che su questo argomento impera l'ipocrisia perché le contestazioni non mancano mai, basta ricordare nel 2000 il famoso riconteggio della Florida; però non si deve dire, si deve fingere ogni volta che si tratti di una tenzone con i guanti bianchi. Ma Donald Trump se ne frega. Se ne va in Connecticut, territorio da sempre democratico, e scombina tutti i calcoli di osservatori ed esperti.

     

    Ma come, protesta Stuart Stevens che nel 2012 era il capo della campagna di Mitt Romney, nessuno pensa che ci sia una minima possibilità di vincere in Connecticut, invece il candidato repubblicano sabato sera teneva un comizio a Fairfield all’ università del Sacro Cuore, ovvero  un college di ricchi chic  e liberal. Si potrebbe far notare a Stevens che nel 2012 il suo Romney ha perso miseramente, ma mai come in queste elezioni tutti si sentono autorizzati a parlare anche se non hanno da offrire che un record di sconfitte.

     

    Torna a circolare la voce di pressioni pesanti sul Comitato nazionale repubblicano per ridurre sostanziosamente i fondi alla campagna del candidato presidente e almeno nell'ultimo mese di ottobre favorire invece e piuttosto le rielezioni di deputati e senatori. Il presidente del comitato, Reince Priebeus, ha smentito le voci nel modo più diretto possibile presentando personalmente Trump a un comizio  in Pennsylvania e dicendo: non date retta all'immondizia che leggete e sentite in tv, noi siamo tutti insieme e uniti dietro a Trump.

     

    L’8 novembre saranno assegnati  tutti e 435 i seggi alla Camera, che vengono rinnovati ogni due anni, 34 seggi al Senato sui 100 totali, e 12 posti da governatore. Inoltre in 20 stati si terranno dei referendum per un totale di 44 referendum previsti per il momento.

     

    La preoccupazione  dei candidati a Camera e Senato ha una spiegazione logica perché è frequente che gli americani scelgano il presidente di un partito ma preferiscano dare la maggioranza a Capitol Hill all'altro partito in una scelta di 'equilibrio dei poteri. È frequente, appunto, non è una variabile introdotta dal pericoloso outsider Donald Trump. Anche oggi Barack Obama governa però non ha la maggioranza a Camera e Senato.

     

    Ma non c'è niente da fare, il candidato è vissuto come un pericolo dal partito perché lo è, perché come dichiara uno dei più importanti i suoi alleati Carl Icahn, corporate raider, re degli scalatori di Wall Street, “Donald se ne frega dei giornali e dei salotti di Washington”. In un'intervista alla Cnbc, Icahn ha dichiarato senza mezze frasi che l'unico ad avere una linea giusta per l'economia è Donald Trump, che l'attuale governo è il vero nemico degli affari e dei posti di lavoro. Bisogna abbassare le tasse, ha spiegato, è la sola ricetta per sfuggire al declino della produttività dei posti di lavoro e dei salari, esattamente quel  che continuerà a fare Hillary Clinton.

     

    Ichan è dalla parte di Donald Trump dal primo giorno, ha scommesso che ce l'avrebbe fatta “anche se ogni tanto dice qualche fesseria”, ed è uno che a 80 anni ha commerciato e guadagnato miliardi di dollari un po' con tutto, da Texaco agli alberghi ai casino a Time Warner. Apple gli deve la sua fortuna. Proprio come Donald Trump detesta la Cina, e proprio come Donald Trump  non è interessato ad essere politically correct né popolare.

     

     “Se vuoi un amico comprati un cane, non ti mettere in affari”. Che poi questa storia che le tasse alle imprese vadano drasticamente abbassate per rimettere in moto l'economia e che anche i privati cittadini non vadano angariati da uno Stato strozzino, la ripetiamo sempre anche qui in Italia, e non si capisce perché gli stessi osservatori acuti sensibili all'argomento con PittiBullo smettano di esserlo se a sostenere la tesi è Donald Trump.

     

    Ma una delle ragioni per cui anche ai deputati e senatori del GOP probabilmente non conviene andare oltre il mugugno contro il candidato sta nell’ alleanza solida raggiunta con la lobby più potente del Paese, la NRA, National Rifle Association. Quando Donald Trump ha fatto la sua uscita sul popolo del Secondo Emendamento, tutti hanno guardato il dito invece che la luna, nel senso che tutti hanno pensato alla frase pesante rivolta alla Clinton.

     

    E’ tipico delle sue provocazioni, tutti corrono dietro alla gaffe, e si affannano a dire che è uno sciagurato o un demente, ma quando ha detto “ci penserà il popolo del secondo emendamento”, lui parlava alla lobby delle armi per dire loro fidatevi di me; anche se in passato sono stato un sostenitore di leggi di controllo tra me e la Clinton non potete che scegliere me.

     

    Quel messaggio è arrivato preciso  a destinazione, tanto è vero che la NRA ha realizzato in un batter d'occhio uno spot televisivo da 6 milioni di dollari  così concepito: “ E’ una delle donne più ricche in politica, il suo reddito  è di 30 milioni di dollari, gira per il mondo in jet privati, da 30 anni è protetta da guardia armate, ma non crede nel vostro diritto di tenere in casa una pistola per difendervi. E’ un’ ipocrita fuori dalla realtà, vi lascerebbe senza difesa”.

     

    Lo spot  dura 30 secondi e sarà trasmesso in tutti gli Stati, accompagnato da una dichiarazione esplicita del presidente del Fondo per la vittoria politica NRA, Chris Cox, che dice: “Se sarà eletta, Hillary Clinton nominerà subito alla Corte Suprema un giudice anti armi per rovesciare il nostro diritto fondamentale all'autoprotezione.

     

    Questa elezione riguarda la protezione dei nostri diritti di individui a tenere un'arma in casa; questa elezione riguarda garantirci che non ci siano regole per le elite politiche come Hillary Clinton e regole diverse per il resto di noi. Ricordatevi che la signora da trent’anni non ha fatto una passeggiata un riposino o un bagno al mare senza qualcuno armato che la proteggesse”.

     

    Donald Trump va avanti così, apparentemente senza ordine né un’organizzazione precisa, sfidando le convenzioni delle elezioni presidenziali che lo danno per sicuro perdente. Vedremo, c’è molto nervosismo in casa Clinton, meglio cercare di capire perché Bill abbia così sgangheratamente attaccato il direttore del Fbi che in fin dei conti ha scelto di non incriminare Hilllary pur stigmatizzandone il comportamento nell’infame storia delle mails. Sembrava temere più  qualche possibile iniziativa  futura di Comey che lamentarsi del passato.

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