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    CONI CALDI – MALAGÒ PROVA A NON FARSI PORTARE VIA DA GIORGETTI I 400 MILIONI DELLA CASSA CONI ‘’SOLLECITANDO” UNA LETTERA DAL COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE (CIO) AVVENTUROSAMENTE TRASFORMATA DAI GIORNALONI IN “OLIMPIADE A RISCHIO” – IN BARBA AL CIO, LA RIFORMA E’ TRAQUILLAMENTE PASSATA E ORA PER MALAGÒ SI PROSPETTANO TEMPI BUI E CALAMITOSI (PETRUCCI E COMPAGNI NON PERDONANO)


     
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    1 - PASSA LA RIFORMA, OLIMPIADE A RISCHIO

    Paolo Foschi per il “Corriere della sera”

     

    giorgetti malagò zaia giorgetti malagò zaia

    La maggioranza a trazione leghista sfida il Comitato olimpico internazionale (Cio) e approva fra polemiche e veleni la riforma dello sport che ridisegna le attività e limita il perimetro di azione e le competenze del Coni. Proprio ieri mattina era arrivata a Giovanni Malagò, presidente del Coni, l' annunciata lettera del Cio che esprime «seria preoccupazione» per le disposizioni previste nella legge che assegna al governo la delega per riscrivere l' ordinamento sportivo. Secondo il Cio le nuove norme minaccerebbero l' autonomia del Coni e sarebbero in conflitto in almeno 6 punti con la Carta olimpica.

    malagò giorgetti malagò giorgetti

     

    L' Italia rischia dunque «la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico», misura adottata in passato nei confronti del Kuwait e dell' India. Dovesse accadere una cosa simile ci ritroveremmo a Tokyo con i nostri atleti senza bandiera tricolore e costretti a partecipare sotto l' egida della bandiera olimpica. Il Cio per questo ha sollecitato la correzione del provvedimento.

     

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    Il governo, soprattutto nella componente leghista, ha invece deciso di tirare dritto, anche se già dal 24 giugno Thomas Bach, numero uno del Cio, a Losanna prima dell' assegnazione dei Giochi invernali del 2026 a Milano-Cortina aveva messo in guardia il premier Giuseppe Conte dai rischi dell' approvazione della legge. «La lettera è frettolosa, chi l' ha scritta non ha letto il testo della delega, nessuna minaccia per l' autonomia dello sport» ha commentato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. E poi, in classico stile salviniano: «Non saranno le letterine a fermarci».

    GIANNI PETRUCCI CONI GIANNI PETRUCCI CONI

     

    La legge è stata approvata con 154 voti a favore, 54 contrari e 52 astenuti. Immediate le reazioni. Il Pd ha parlato di colpo di mano e secondo Luca Lotti la politica mette le mani «sulle risorse dello sport». Anche Forza Italia ha preso le distanze dal provvedimento. Adriano Galliani, peraltro ex manager del Milan, si sarebbe astenuto dal voto, mentre il vicepresidente dei senatori azzurri, Giuseppe Molas, ha ricordato che «lo sport è patrimonio di tutti».

    massimiliano romeo matteo salvini riccardo molinari massimiliano romeo matteo salvini riccardo molinari

     

    Claudio Barbaro, senatore leghista e relatore della legge ma anche dirigente sportivo (è presidente dell' ente di promozione Asi e membro del Consiglio nazionale del Coni) già nei giorni scorsi aveva criticato la legge («va cambiata»), «ma per fortuna - ha spiegato al Corriere - siamo riusciti ad approvare in extremis un ordine del giorno che impegna il governo a esercitare la delega nel rispetto della carta olimpica, oltre a istituire un tavolo di lavoro che metta insieme tutti i soggetti che operano nello sport, che si sono visti abbattere la riforma sulla propria testa senza nemmeno essere ascoltati».

    claudio lotito francesco soro claudio lotito francesco soro

     

    L' accelerazione finale per arrivare all' approvazione nonostante il pressing del Cio sarebbe stata concordata dal potente sottosegretario Giancarlo Giorgetti con il vicepremier Matteo Salvini che al di là del merito delle misure ha intravisto nella riforma un' altra questione su cui polarizzare il dibattito politico. E secondo quanto trapela il leader della Lega è pronto a lanciare una campagna social «contro le ingerenze del Cio».

     

    2 - OFFENSIVA DEL SUPERDIRIGENTE CHE FECE ESCLUDERE IL KUWAIT SENZA UN' INTESA L' ITALIA È FUORI

    Daniele Dallera per il “Corriere della sera”

     

    carraro malago petrucci cucci pescante zazzaroni carraro malago petrucci cucci pescante zazzaroni

    Il Comitato olimpico internazionale scrive la lettera ai membri italiani dove argomenta la sua critica alla legge di riforma dello sport. Il governo fa persino fatica a leggerla, la giudica «frettolosa», quasi la snobba, e dà mandato alla maggioranza di approvare la legge. Fatto. Non credendo per nulla ai pericoli, ai rischi avanzati in diverse fasi, mica solo negli ultimi giorni, da Giovanni Malagò.

     

    malagò carraro letta malagò carraro letta

    Il Cio però non scrive a caso, mai: a Losanna, sede del Comitato olimpico internazionale, l' istituzione più alta dello sport mondiale, la forma è sacra, in ogni suo atto viene rispettato il protocollo, in particolare quello olimpico. Non si è distanti, per farci capire, da un ministero, con portafoglio, uno importante.

     

    A Losanna ci sono responsabili di dipartimento paragonabili ai nostri potentissimi capi di gabinetto, in quegli uffici rigorosamente lindi, segretarie e segretari vanno e vengono con cartelle e cartellette da firmare, antico e moderno si mischiano in modo elegante, si parla ogni lingua del mondo. Al vertice, al comando, il presidente Thomas Bach, ex campione di scherma, simpatico, sorriso pronto, mai noioso, ma dirigente rigoroso, severo prima con se stesso e poi con gli altri, in particolare con chi non rispetta la carta olimpica.

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    È vero che la lettera recapitata ieri a Giovanni Malagò, Franco Carraro e Ivo Ferriani, membri Cio, non l' ha scritta lui, ma James Macleod, alto dirigente del dipartimento per le relazioni con i comitati, supervisionata riga per riga da Pere Mirò, il suo capo, uno spagnolo, lui sì per niente alla mano, durissimo, l' uomo che ha cercato le prove per l'esclusione del Kuwait dal Cio. E c'è riuscito. Uomo di fiducia di Bach, naturalmente informato di ogni azione del Cio, comprese atmosfere, toni e taglio della lettera inviata ieri.

    Che non dovrebbe essere sottovalutata.

     

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    All'esclusione dell' Italia dal Cio, non ci si vuole pensare, si sta male a ipotizzare un simile provvedimento, ma a Losanna non è piaciuto l' atteggiamento del governo che si è affrettato ad approvare la legge così tanto criticata a Losanna, non solo da Malagò, non rispettosa dei dettami della carta olimpica. Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti promette adeguamenti, si dice felice «dell' approvazione di una legge che fa l' interesse di migliaia di associazioni dilettantistiche che assicurano lo sviluppo dello sport di base... Ora c' è la seconda parte da fare con il lavoro per i decreti legislativi e attuativi... Saranno chiariti anche i dubbi che nascono da un fraintendimento come dimostra la lettera del funzionario del Cio».

     

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    Qui sta l' errore dell' uomo di governo, che non è un errore, ma una mossa studiata che intende ridimensionare il Comitato addirittura a «un funzionario» con carta e penna. Fa parte della guerra con Malagò. Sarebbe invece ora di finirla, di smettere di litigare, magari facendosi ispirare da un uomo di sport, Franco Carraro, trasformando in fatti le sue parole: «Sono amareggiato nel vedere che si sia votata e approvata una legge senza ulteriori riflessioni, discussioni. Il Parlamento ha votato così com' è una profonda riforma, senza la dovuta attenzione, senza dibattito. Non è finita qui, mi auguro che il governo prima di varare i decreti delegati consulti tutto lo sport ricreando quella collaborazione che ha portato all' Italia l' Olimpiade 2026». Forse è quello che si attendono il Cio, Malagò e chissà, anche Giorgetti. Bisognerebbe però smettere di fare baruffa e avere più rispetto dello sport.

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