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    QUI RADIO COLLE – MARZIO BREDA LEGGE TRA LE RIGHE DEL DISCORSO DI FINE ANNO DI SERGIO MATTARELLA: “QUANDO HA DETTO ‘TRA POCHI GIORNI SI CONCLUDERÀ IL MIO RUOLO DA PRESIDENTE’ INTENDEVA SUGGERIRE QUESTO: UN ‘RUOLO’ INDICA UNA CONDIZIONE TEMPORANEA E CHE NON PUÒ ESSERE REPLICATA, MENTRE SE AVESSE EVOCATO UN ‘MANDATO’ AVREBBE TRASMESSO UN'IDEA DI RINNOVABILITÀ CHE NON VUOLE CONSIDERARE” – IL SUCCESSORE "SUPER-PARTES", L’APPELLO AI GIOVANI CON LA LETTERA DEL PROFESSOR PIETRO CARMINA, LE BORDATE AI NO-VAX E LA FRECCIATINA AI TORMENTATI GOVERNI CONTE - VIDEO


     
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    Marzio Breda per il “Corriere della Sera”

     

    discorso di fine anno sergio mattarella 2021 5 discorso di fine anno sergio mattarella 2021 5

    Gli piace che qualcuno abbia colto la sottigliezza lessicale con cui ha definitivamente escluso qualsiasi ipotesi di un bis. Infatti, quando ha detto «tra pochi giorni si concluderà il mio ruolo da presidente» intendeva suggerire questo: un «ruolo» indica una condizione temporanea e che non può essere replicata, mentre se avesse evocato un «mandato», come si fa quando si parla del suo incarico, avrebbe trasmesso un'idea di rinnovabilità che non vuole considerare.

     

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    È questo il primo messaggio dietro il messaggio di Sergio Mattarella, l'altra sera agli italiani. Il secondo ha a che fare con il compito del capo dello Stato così come lo ha interpretato lui, e non a caso si è limitato a pochi cenni autobiografici, senza la pretesa di indicare modelli o programmi per chi salirà dopo di lui al Quirinale. Ha spiegato che in quel lavoro ha avvertito due «esigenze di fondo».

     

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    Anzitutto quella di «spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell'interesse generale, del bene comune». E poi, mutuando un concetto ripreso da Luigi Einaudi, quello di «salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell'istituzione che riceve dal suo predecessore e che deve trasmettere integri al suo successore».

     

    mario draghi sergio mattarella mario draghi sergio mattarella

    A questo schema binario, coerente con i valori di una Repubblica parlamentare, Mattarella ha rivendicato di essersi tenuto fedele. Senza travalicare i limiti fissati dalla Costituzione, ed è curioso che lo faccia quando si torna a discutere di «presidenti governanti», di fisarmonica dei loro poteri e di semipresidenzialismo di fatto. Suggestioni che non lo toccano, mentre invece lo riguarda «il volto autentico dell'Italia» come l'ha visto lui, «senza sentirmi mai solo, anche nei periodi più bui».

    SERGIO MATTARELLA SI VACCINA - MEME SERGIO MATTARELLA SI VACCINA - MEME

     

    Cioè un Paese «laborioso, solidale, unito». Ecco il senso del «patriottismo repubblicano» del quale ha parlato, da non confondere con un patriottismo di stampo nazionalistico evocato nelle ultime settimane da qualche leader politico (per esempio Giorgia Meloni). Insomma: lui intendeva, come espressione di patriottismo, il «senso di comunità» della gente che ha saputo rialzarsi nonostante «i lutti e la crisi economica» provocati dal virus. Certo, nel suo asciutto discorso non si è nascosto i problemi che ci restano davanti.

     

    Ma li ha esorcizzati rammentando «lo strumento prezioso» offertoci dalla scienza attraverso i vaccini, che, sì, «non garantiscono l'invulnerabilità, ma rappresentano la difesa per ridurre in misura decisiva danni e rischi».

     

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    Pensiamo a come si stava un anno fa, dice, sottolineando che «sprecare l'opportunità di immunizzarci è anche un'offesa a chi non l'ha avuta e non riesce oggi ad averla». Un modo netto per chiudere, senza aizzare nuove polemiche, il capitolo delle crociate no vax. «Guardiamo avanti, sapendo che il destino dell'Italia dipende anche da ciascuno di noi». Questa l'esortazione di Mattarella, indicando «una nuova stagione dei doveri e guardando al cammino che abbiamo fatto insieme». Un percorso grazie al quale dichiara la propria «fiducia», nella certezza che «l'Italia crescerà quanto più avrà coscienza del comune destino del nostro popolo, e dei popoli europei».

    SERGIO MATTARELLA MEJO DI BERNIE SANDERS SERGIO MATTARELLA MEJO DI BERNIE SANDERS

     

    Ovvio che parlare di futuro lo induca a rivolgersi soprattutto ai giovani, citando la lettera del professor Pietro Carmina, vittima del crollo di Ravanusa, e mutuando la sua esortazione: «Non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società». Un atteggiamento positivo che ha avuto lui stesso.

     

    Tenendo a battesimo cinque governi in sette anni, in un clima politico difficile che per fortuna sembra migliorare. Basta pensare alle scelte che ha dovuto fare tra il 2018 e oggi, consentendo al Paese di «evitare pericolosi salti nel buio». Una allusione, stringata ma esplicita, ai tormentati esecutivi gialloverde e giallorosso, cui è seguito il governo di larghissima coalizione - e di salvezza nazionale - guidato da Mario Draghi.

    PIETRO CARMINA PIETRO CARMINA

     

    Esperienze che hanno comunque evitato lo scioglimento anticipato delle Camere, con il rischio di una lunga paralisi mentre eravamo in piena emergenza. E pure qui sta un punto politico cruciale, per il presidente. Il quale rivendica che non è venuto meno «il legame tra istituzioni e società».

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