Estratto dell’articolo di Ugo Magri per la Stampa
mattarella
Se Mattarella dovesse piegarsi a quelli che il Quirinale stesso ha definito «diktat», un minuto dopo cesserebbe di esistere in Italia la Presidenza della Repubblica. Perché al Capo dello Stato non è stato «suggerito» di nominare Paolo Savona ministro dell’Economia, pur conoscendo le sue preoccupazioni sulle possibili conseguenze.
salvini
No: l’arbitro delle istituzioni è stato strattonato da Salvini col tono perentorio e pubblico di chi ingiunge “adesso comandiamo noi e tu firmi”. Un atteggiamento d’imperio, quasi padronale, che da giorni sfida l’inquilino del Colle, ne mette in gioco la credibilità presente e futura, in questo modo costringendolo perfino se non volesse a ribadire le proprie prerogative. Quelle stabilite nella Costituzione dove c’è scritto, all’articolo 92, che i ministri li nomina il Presidente su proposta del premier….
Mattarella non si piega, Salvini neanche. Ormai è in gioco ben più di una poltrona: se vinceranno i sovranisti, avranno l’Italia in mano, i mercati impazziranno, si fregheranno le mani Putin e una certa America che non ama l’Europa. Tornare alle urne, ragionano sul Colle, sarebbe forse il meno
2. SALVINI EVOCA IL VOTO
ZAMPETTI MATTARELLA
Marco Cremonesi per il Corriere della Sera
Il post che segna l' inizio della crisi arriva alle 20.42: «Sono davvero arrabbiato».
Matteo Salvini ha appena ascoltato il resoconto del faccia a faccia tra il presidente Sergio Mattarella e il premier incaricato Giuseppe Conte.
Ogni parola che sente lo irrita di più, l' umore si fa più fosco ad ogni dettaglio che apprende. Poco dopo, al post del segretario leghista si aggiunge il «like» di Luigi Di Maio. Insieme a quelli di una decina di migliaia di follower.
Lo stato maggiore del partito lo chiama al telefono, tutti vogliono sapere e lui risponde. E con loro si sfoga: «È una follia che Paolo Savona non sia accettato da Mattarella perché sarebbe nemico di Angela Merkel» esordisce con il suo interlocutore. Tutta la giornata è stata contraddistinta dagli attacchi pesantissimi che arrivano dalla stampa tedesca, dall' incendiario commento «Italia scroccona» di Der Spiegel, alla vignetta della Frankfurter Allgemeine Zeitung che raffigura Salvini come il dottor «Peste» e Luigi Di Maio come il dottor «Colera» che insieme spingono una barella con l' Italia malata.
Lo stato d' animo non è dunque particolarmente bendisposto. E il fatto che gli riferiscono che a Conte siano stati prospettati i rischi nei rapporti con la Germania qualora Paolo Savona diventasse ministro è la scintilla che dà fuoco alle polveri.
mattarella e conte
Salvini è costretto a rinunciare alla serata che voleva trascorrere con la figlia, i leghisti vogliono conoscere la linea e non gli consentono di accantonare il telefono. E così, lui parla e racconta. Non pesa troppo le parole, sta parlando con gli esponenti di maggior rango del suo partito: «Il Quirinale dovrà assumersi la responsabilità di quello che sta succedendo».
Il primo scenario che Salvini tratteggia con i suoi interlocutori è quello delle elezioni anticipate: «Lo sapete bene, noi al voto siamo prontissimi.
Vogliono rimandarci alle urne a ottobre? E noi ci torneremo e prenderemo il 60% per cento dei voti».
conte di maio salvini
L' accusa che i fedelissimi di Salvini riportano sarebbe durissima: e cioè, che «il Quirinale vorrebbe imporre attraverso la squadra dei ministri una linea che non è quella che è stata votata e scelta dai cittadini».
Questo concetto, in altre telefonate, viene ulteriormente articolato: «Ci abbiamo messo del tempo, ci abbiamo messo tanto lavoro e tante notti insonni. Ma, alla fine, la squadra la abbiamo presentata. Nel massimo rispetto delle prerogative di Mattarella, abbiamo inviato un candidato premier con una squadra credibile, tenendo anche conto delle sue indicazioni... ».
salvini giorgetti
Dicono che Salvini sia sbottato: «Il bello è che l' altro giorno il Colle ha anche fatto filtrare una nota in cui si sostiene di non aver posto alcun veto. La verità è che su Paolo Savona è stato messo un veto in piena regola e a tutto tondo...». Addirittura, con qualcuno Salvini parla della «spregiudicatezza del Quirinale» nella gestione della vicenda. E ancora, sempre con i fedelissimi, «abbiamo fatto di tutto per dare un governo a questo Paese, per farlo ripartire e il presidente ci vuole bloccare».
matteo salvini, giancarlo giorgetti, gian marco centinaio
Il punto, per Salvini è anche la credibilità sua e di Luigi Di Maio: «Noi non è che non eravamo disposti a prenderci in carico le indicazioni Mattarella. Però, se ci inchinassimo completamente, se acconsentissimo a tutto, la squadra alla fine avrebbe una fisionomia troppo diversa da quella che avevamo messo a punto insieme. A quel punto, la gente se la prenderebbe con noi... ».
MATTARELLA SALVINI
Salvini ieri era partito da Roma nel primo pomeriggio, assai soddisfatto dell' incontro con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Soprattutto perché entrambi avevano concordato sul fatto che, in relazione all' incarico di ministro all' Economia e alle Finanze per Paolo Savona non potesse esistere un «piano B». Insomma, i neo alleati per il «governo del cambiamento» avrebbero «completamente condiviso la linea» di sostenere l' incarico al professore sardo.
mattarella - conte 3
Le prossime mosse, in Lega, ora sono tutte nelle mani di Salvini: il partito nelle ultime ore gli aveva dato mandato pieno per affrontare la costruzione del governo ed accompagnare Giuseppe Conte alla meta. Questa mattina, il leader leghista ha appuntamento con il saggio scolastico della figlia, a cui pare non abbia alcuna intenzione di rinunciare. Poi, in agenda, avrebbe due incontri pubblici in provincia di Bergamo, a Martinengo e a Dalmine. Ma a quelli è più difficile che possa partecipare.
matteo salvini claudio borghi SALVINI DI MAIO SALVINI